COSE NOTABILI
DELLA CITTA'
DI VENETI A,
Librili.
Tfe* quali ampiamente, e con ogni verità fi contengono
Vfanze antiche. Chicfe, e Moaafterij.
Habiri , & veftiti. Corpi. Santi, e Reliquie «
Orncii, e Magiftrati . Fabriche, e Palazzi .
Pittori, e Pitture.
Scultori, e Scolture .
Auuoca.fi famofi.
Medici eccellenti.
Muficidipiù forte.
T^uouamente riformati, accrefciuti, & abbsUku Con la Tauola copiosa.
Vittorie illuitri Principi,& vita loro , Tutti Patriarchi. Senatori famofì. Huomini Letterati .
IN V E N E T I As
Appretto Fabio, de Agoftino Zoppin: Fratelli,
k p ixp VII, y
I
TAVOLA
DELLE COS E
NOTABILI»
CHE SI CONTENGONO IN QUESTO LIBRO,
A
Br a t i e,& Priorad idi Veneti*. 143. Agoitino Barbarigc Doge,&fua vita. j% Agóftino ValerioVefcouo di Verona , Se fu e iodi. 135"
Agoftino Beatiano,& Tue Iodi. 1 28
AldoManutio Secrerario, & Lettor publico. 13 S
AlefTandro Zorzl,& Tue Iodi. 134
Aluife Mocenigo Doge. 7?
Aluife Michiele,&fue lodi. 134
Aluife Bclegno Oratore, &fuelpdi. 13?
Aluife Borrjzzq Secretano. 13 £
Aluife Balbi Auuocato, 13 %
Andrea Schiauone Pittore eccellente. 3 £
Andrea Riccio fece FAdamo,& FEua di Palazzo, 3 6 Andrea dei Verrocchio Fiorentino, fece il cauallo di Bartolomeo da Bergamo, a S. G10.& Paolo. 4?
Andrea Dandolo Doge, & fuauita. 6$
Andrea Contarmi Doge, & faa uita 70.fue lodi. 117 Andrea Griti Doge, Se fuauita. 75
Andrea Nauajero, Se lue lodi, 1 24
Andrea Mocenign?ac Ai e lodi, v lij
Andrea Dandolo, &fue lodi, 127
Andrea Su riano Secretano del Configlio de'X. 13$ Andrea Ciurano, &fue lodi. Hi
Angelo Paiticipatio Doge, & Tuoi fatti, 1 1 1
| 2 Antenne
TAVOLA.
Antenne oStédardi di Piazzarla Tua fignificatione. 43 Antonio Milledonne Secretano del configho di X. 13 6 Antonio Vcniero Doge,& Tua vita. ' 72,
Antonio Zentani Cartellano di Scutari,& Tuoi fatti. 1 iz Antonio Grimani Doge,& fua vita. 73
Antonio Capello Procuratorc,& f uè lodi» 40
Apollonio Mafia Medico. 138
Arrigo Dandolo Doge, Se Tuoi fotti, 1 \6
Arrigo Contarini,& Tue lodi. 11?
Arfenale, & fua deicrittione. % %
Auditori Vecchi, & loro auttorità. 87
Auditori Nuom",& loro auttorità. 82
Auditori Nouiilìmi, & loro auttorità. 91
Atiogadori di Commune, & fua auttoriti. 8 1
Auogadori Fiicali,& loro auttorità, 1 o$
B
'Aliotte di che cofa fi faeeuano an- tica mente. z6 Balelèrieri, & loro eflercitij ne'tempi an- tichi. 30 Bartolomeo Gradenieo Doge. 60 Bartolomeo Malombra. 13 7 Benedetto ManzinoPiouano,& fua cura in finir la Tua Chiefa. 41 Ben. detto Frang ni Medico. 13S Bernardo Iuftiniano, & fue lodi. 1 16 Berretta del Doge, & fua valuta. 4? Beflarion Cardinale Cieco , lafciò la Libraria al Domi- nio. 41 Bombardieri s'eflercitano al Lio per commilTione del Senato. 30 B onifacio da Verona Pittor eccellente. 3 4 Bucentoro del Doge, & quando fatto. 47
Cagione
TAVOLA.
Agi oNE;percheil principe uadaa uifitar laChiefa del Redentore la terza Do- , menica di Luglio. Jj±
Cagione perche il Principe uada a Santa Maria Formofa. i8
Cagione perche il Principe uada il giorno di Santa Giu- liana a uifìtar la fua Cincia. 3 j Camarlenghi di Commune,& ioroauttorità iof Camillo Trento Auuocato. 138 Cam oamìe di San Marco,opera rara. 44 Cancellici* grande, &iuo funerale. «. u Candiain che modo efprerTa in /coltura, 3? Candiano Badoaro Doge. 6z Cantonal Dorico &fua difficoltà, 45 Carampana & tua etimologia. 1 f Carlo Zeno, & lue lodi. Uf Carlo Berengo Secretano. 1 3 £ CafaZenallluitriffiimin Venetia, 3 XX Calandra Fedele, & lue lodi, ' 13 1 Cathaueri & loroauttorità. 86 Cauallidi bronzo su la Chiefa di S. Marco, & donde uemiti, 49 Celio Magno; 137 Cenfori,&iuaauttorità. Bi .Cerini aiife che s'ufano nelb morte del Principe : & dio do che fi tiene nel creare il fucceflore. 1& Cero bianco, & perche fi parti dinanzi ai Doge, 28 Ch:efi & Palazzo,perch'è a-taccato imierne, 2,$ Chiefe & Quadri in Venetia. 5i.& SS .Chriftoforo Moro Doge &fua uità. 7* Cinque della Pace>& loro auttoritàr 9% Cinque alla Mercarttia,& loroauttorità, l'-f Cipri in che modo efpreiìo in Scoltura. 49
t 3 Colonne
TAVOLA.
Colonne di piazza quando portate. 44
Collegio, & Tua auttorità. 79
Collegio de XX. &fua auttorità. 96 Cófiglio grade,& l'ordine col quale feggorto i nobili.79
Consiglieri quali, & quanti, & loro auttorità. 80
Configlio de Dieci, & fua auttorità. Si
Confoli de'mercatanti, & loro auttorità. 99
D
A e 1 e del uino,& di quata importala. 104
Defcrittione del popolo di Veneti. 149
Dieci Oflìcii,& loro auttorittà. I05
Dieci Sauii, & loro auttorità. 10$
Dogaline, quando fi portauano. 1 %
Doanadamare. 78
Doana da terra. 104
Pogato di Venetia doue ordinato la prima uolta. i 6
Dogedi Venetia, & fua auttorità. 80
Domenico Menagazzo Doge. 60
Domenico Flabanico Doge, e Tu olfatti. 64.
Domenico Contarini Doge,& fuoifatti. 64
Domenico Siluio Doge,e Tuoi fatti. 64
Domenico Moriimi Doge,e fuoi fatti. 6$
DomenicoVeniero,&fuelodi 127
Domenico di Vico Secretano del Configlio di X. 1 3 6
Donne Venetiane portauano le udii d'oro. 15 Donne Venetiane portauano le maniche alla Ducale. if
* CV-. /5W?
Pitaffio della facciata della Chiefa di S.
Geminiano. 4*
Eiìàfninatore O rrlcio, & fua auttorità. 8;
Eua& Adamo di Palazzo da chi Kìui. 3*
Fab*1-
TAVOLA.
Ab Rie he notabili di Venetfa. 49
Famiglia Giuftiniana, & Tue lodi, 1 16"
Fauola dcll'acquifto del Theforo. 46
Fefta delle Marie, &fua origine. r8
Filippo Terzo, & fue lodi. 131
FilipppoPincio Auuocati. i^g
Fontigo dè'Tedefchi,& ciò che Zìa. 4^
Francefco Veniero,& fue lodi 117
Francefco Dandolo Doge* & Tuoi fatti. 69
Francefco Fofcari Doge , & fue fatti. 7 1
Francefco Donato Doge, & fue Iodi. 75
Francefco Veniero Doge & fuoi fatti. 74 Francefco Ghirardi Secretarlo del Configli© di X* 136
Francefco Barbaro il dotto,& lue iodi. 1 24
Francefco Sanfouino, & fufc lodi. 137
Francefco Georgio,& fue h>cfi. 1 iy
Foreftiero Officio,& fua auttorita. S j
fi .1
Ab r 1 e l Fiamma Canonico Regolare La
tera nenie. 157
Galla Doge,&fuoi fatti. ■ J 9
Galparo Contarini;&ìiie Iodi. nf Gian Beiimo?& lue opere in Venetia. 34
Giorgio Cornaro^ fue lo di. 121
Giorgio Gradenico,& ine iodi. 13 4
Giorgion da Cait>! Franco Pittor eccellente. 34
Giofeppe Saluiati pittor eccellente 5 ?
Giofeppe Zarlino, 55
Giouanni Participatio Doge,&fuo Tatti. 61
Giouanni Dandolo Doge,& fuoi fatti. 68
Giouanni Soranzo Doge, & fuoi fatti. 6$
t 4 Giouanni
G
T A V OLA,
Giouanni Gradenigo Dcge,& Tua uita* 70
Giouanni Delfino Doge, &fuoi fatti. 70
Giouanni Moceuigo Doge, é Tuoi fatti. *j\
Giouanni Denato, & fu e lodi. \%\
Giouanni Correro,&fje lodi. 154
Giouanni Triuifanno* & fuc lodi. no
Giouanni Formcnti Cancellar grande* i$6
Giouanni Finetti Auuocato. 138
Giouanni Vincenti Auuocato. 138
Gio.Battifta Egnatio, & fue'lodi. 1 28
Gio.BattiftaP eranda Medico. 139
Gio.Battiita Ramwfio. 1 23 Gio.Bernardo Feliciano Lettor publico, Si lue lodi. 1 3 o
Gio. Mario Verdizotti. 137
Giulio Balino,& fue lodi. 13S
Giuftiniano Participatio Doge, e fue opere. 61
Couernatori delle entrate, &loro auttorità. 101
H
Abito Venetiano,& perche così fatto, i o Habito delle Donne, & quale. Hermolao Barbaro, & fue iodi. HieronimoDonato,&fue lodi. Hieronimo Ragazzoni Vefcouo.
Hofpit ali di Venetia quanti, & quali h'ano.
124 124
143
|M A e o m o Contarmi Doge, & frtoi tatti.éS .. IacomoTiepoioDoge,&fuoifatti. Sf Iaconi o Soranzo Caualier, & Procurator, & lue lodi. 134
Iacomo Fofcarim Caualier, & Procura- tore fue lodi, iji
lacomo
TAVOLA,
tacomo Contc.r:n:,&fuelodi 1^4
Iacomo Tmtoretto pittor eccellente» 3 ?
Iaftida Vecchia,& fua auttorità» £3
Iaftitia Noua> & .fua auttorità. ioa
A Secreta, & ciò che ui fi faccia. io?
JJfoY^ Leandro Zarotti Medico. 138
yf! EStóJ Legge intorno a'conuki,e quando. i«> 0?i * SS? Leonardo Loredano Doge, e fua uita. 73
Wr&SzSià, Libraria opera del Sanfoumoj 7S
Logetta in piazza opera del Sanfouino. 3 7
Lodóuice Dolce. "" Ì30
Lodouico Vfper Auuocato. 138
Lorenzo Tiepolo D oge,e fu cri Fatti * 58
Lorenzo Celli Doge. 70
Lorenzo Friuli Doge, efné lodi. 74
Lorenzo Giufti niano,& fu e lodi* J 1 7
Lorenzo Malfa Secretano, 1^6
Luigi G rifalco ni,& fu e lodi* ile
M
Affèo Veniefo,& fife lodi. 1^4
Marcello di Eraclea Doge, & Tua ulta. J.9 \//Ì p 8 ^2rco CornaroDoge,& fua vita. 70
>J L Marco Barbarigo Doge,& fua uita* 7* lr"5^s Marco Veni ero,&fue lodi. 134
Marco Galliano, & Ci\q lodi* n3
Marco Folcari,& melodi, in
Marc'AntonioTriuifanoDoge.73 .fùelodi* uà
MarcJÀntonio Barbsro Procuratore. I33
Marchefe del Vailo ciò che ditte deli'Àrfenaltf* 51
Marino Giorgio Doge, e fuewa* $<?
ìvlarino
T A V O L A.
Marino Falicro Doge,& fua uita. 69
Marino Morofino Doge. éy
Marnale Rota,efue lodi. iz$
Mauritio d'Eraclea Doge,& Tuoi fatti» 6*>
Meffetaria,e fu o Officio* I©6 Michiel Morofino Doge,c Tuoi fatti. 70
Michiel Marini Auuocato. 138 Michiel Steno Doge, e Tua vhz. jr
Mobile Officio, & fua auttoritiL $3
Moderata Fonte. 13^ Moneta donata dal Principe a "NobilL zf
Murano,e Tue Todi. jo
Murici injVeneria eccellenti,c quali. j %
Morti,e come debbono andar alla fepoltora per legge, ir
* N
le olò Trono Doge. 71
Nicolò Marcello Doge. 71
Nicolò Zeno Senator d'alto giudicio. 21 Nicolò da Ponte Doge,& fuoi fatti. 7? Nicolò Mafia Medico* n?
O
B e le rio Tribuno Doge;& fuoi fatti.69 Ordelafo Falicro Dogcye fuoi fatti. 65 Ordine delle meretrici di Venetia. 1 £ Orleo Ipato Doge, & fuoi fatti. Ì9
Orio Malipieto Doge,& fuoi fatti. 66 Origine di Venetia.. 3
Orlo Giuftin iano. 134
Orfo Participatio Doge,e fuoi fatti. 61
Orfo Badoaro Doge,e fuoi fatti: 6z
Orfo Badoaro,& fue lodi. 1 1 *
Palazzo
TAVOLA*
Al a zzo in Vetietia mafauigliofo» 44
Palazzi in Venctia,& doue Sano. 5°
Panni a oro,& loro àuttorità. i °5
Paolo Manutio. 13^
Paolo Ramufio. 13° Paolo Lucio primo Doge di Venetia,& fueìodù ^ 8
Paolo Tìiiepolo Cà ualier,& Procuratore. i 3 3
PaolodaVeronaPittòr eccellente. 3*
Paolo Veneto,& Tue lodi. i*$
Papa Aleffandro fi nafcofe nella Carità. 3 *
Parochie 72. & Come tenute. 11
Palquale Malipiero Doge* 7 *
Patriarca Grimani ha belìiilì me figure. "3 ^
Pellegrini in procefllone con la Signoria* $ z
Perdono della Carità,& perche ordinatóé 3 ì
-Pefte in Vcnetia l'anno 157^. 'S1
Petitione O rrlcio,& Tua àuttorità. 8 1
PiaZza>& quando fi faleggiafle. 3 z
Pietro GradenigOjOUero Tradorìigó Doge» £ 1
Pietro Candiano Doge. »rl
Pietro Tribuno Dòge. $2
Pietro Badoaro Doge. 6%
Pietro Orfeolo Doge. 63
Pietro Ziani Doge, 67
Pietro Gradendo Doge* (58
Pietro Mocenigo Doge* 7Z
Pietro LandoDoge. 7 3
Pietro Loredano Doge* 74
Pietro Barbolano,o fcentianico Doge* ^4
Pietro Bolani. <?$
Pietro Orfeoìo,&fue lodi, l'i
Pietro Zenoilprimo,& Tue lodi. M7
Pietro Marcello,* Tue lodi. J \ 3
Pietro
T AVO LA.
Pietro Orfeolo il fecondo, u^ Pietro Zeno l'ultimo,& fue lodi. i io Pietro Bembo,& fue lodi. 12 j Pietro Barozzi,& fue lodi. n4 Pietro Badoero A uuocato. j$S Pìerfrancefco Contarmi, & fue lodi. jz6 Piouanidi Venetia dachicteati. 22. Pitture di Titiano, & in che luogo. 13 $ Piouego.Orhcio,& fua auttorità. 85 Pohza del Proprio in confermatione de glihabiti an- tichi, i) Popolo Venetiano molto limofìniero. 23 Pordonone Pittor eccellente. 34 Pregadi cioè il Senato,& fua auttorità. 79 Priamo da legge,& fue lodi. 121 Primicerio di San Marco deu'efler nobile. 2S Principe uifita i Iribtihàìi de'Giudici. 1$ Principe uà alla Carità, & perche cagione. ,31 Principe va a S.Giorgio,e perche cagione. 3 i Principe va a S.Gcminiano,e perche cagione. 3 1 Proccflìone dei corpo di Chrifto. 5*1 ProcefTioi e ogni Mercore,& perche. z6 Proceilìone di S.Marina,& perche cagione. 3.0 Procuratori di San Marco, e perche cagione creati. 23 Procuratoti di S.Marco,&lor orfici o. 23 Procuratie,elornomi. 2j Procuratore Officio, & fua auttorità. 84 Proprio Officio,& tua auttontà. 84 Prouedùon di Commuue,& fua auttorità, io*
<l
Varanti a Vecchia,& fua auttorità. $% | Quaranua Nuona,& fua auttorità. 94
W Quarantia Cnciinale , & lua auttorità.
97
Bagatta,
TAVOLA.
R
A g a t t a , & quando fi faceua per cflerci- tarigiouani. 30
Ragioni Nuoue,& loro auttorità. 103 Ragioni Vecchie, & loro auttorità. 104 Reliquie in Venetia doue fi ntrouino. 1 43 Kinieri Zeno Doge,&fuoifaui. 6y
Rimerò Zeno, & lue lodi. 114
Bimo»doGritti,&fuelodi. 134
Ala del Gran Configlio , quando fi dipi- gnefle,& quando fi abbrucio. 33 &34 ^ Sale dclPA mamenro.& loro bellezza. 46 !;§? San G:o. Battifìa ài legno ne'Frari, di man di Donatello Fiorentino. 3 f
San Gio.Battifta di marmo ne'Frari, di man dclSamoni no Fiorentino. 37
San Geni intano edificato da Narfetc. 41
San Marco Capella del Doge. 4J"
Sangue miracolofo di S. Marco, di che luogo fi hebbe. 7& Saui Grandi, & loro auttorità. jf
Saui di Terra ferma,cV loro auttorità. 90
Saui de gli Ordini, & loro auttorità. .80
Scudi d'^Dogi attaccati in San Marco, & perche. 49
Scuole,ouero Fraterne di Venetia, chiamate Grandi , io . nofei. 50
Scuole fottopofte al Configlio de'Dieci. J7
Sebafti.mo Veniero Doge 7?.fuelodi. 12,3
SebaftianoErizzo,& Lue iodi. 134
Sebaftiano Forcarini,& Tue lodi. 1 16
Secretarli di Venetia,quaii iiano. 1 3 £
Senfa,
TAVOLA.
Senfa,& perche il Principe vada a benedir il mare, 2 7 Sette Saui,& loro auttorità. joi Significato della Soggetta di piazza , & delle fue figu- re. 37 Signori alle Acquea loro auttorità, 97 SignorialleBiaue,& loro auttorità. 57 Signori alla Sanità,& loro auttorità. $3 Signori alla Farina,& loro auttorità. 101 Signori al Sale,& loro auttorità, 101 Signori fopra i Conti, & loro auttorità, 1 02 Signori alla Grafia, & loro auttorità, 104 Signori di Notte Ciuili,& loro auttorità. $\ Signori di Notte Criminali,& loro auttorità, 9 % Sindici,& loro auttorità: 8 7 Sobrietà de'Venetmnifctitta da Caflìodoro, |j.& 16 Sopraconfoii,& loro auttorità. 99 Soprale poro pe>& loro auttorità, 99 Sopradatii,& loro auttorità. 1 o \ Sopra le Camere, & loro auttorità, I 03 $opracaftaldi,& loro auttorità, 8 7 Spofe fi conduceuano già al Doge, 10 Spofe vanno in gondola in Ti'afto, 2* Stefano Thiepolo Procuratore Tue lodi, 120, Stendardi,& perche fi portino dinanzi alla Signoria. 28 Strade principali di Venetia quali fono. 49 Straordinarii,& loro auttorità. io? $upcriori,& loro auttorità, 87
ìjpQ Avola dell'Irrida, 10$
A Teodato Ipato DogCj&fuoi fatti. 59 7J ' ^ >Ij Ternaria Vecchia, & Tua auttorità, 204 d^uy %è/^l Theforo di S.Marco,comeacquiftato. 4? Sv&^i Theforo di San Marco già rubato da vn Grec.o, 4f
Titiano
T A V O Z A.
Titiano pìttor eccellcnte,& fue lodi. |f
Tribuno Memo Doge. $3
Tomafo Mocenigo Doge. 71
Trifon Gabriello, &fue lodi. yz6
Tre Camere de'Monti,& ciò che fono. io? Troxnbe,& perche ù portino dinanzi alla Signoria. a8
netia nata libera, e Chriftiana. 24 Vicenzo Morefini Caualier & Procura- tor. 101
Vitale Candiano Doge. 6$
Vitale Faliero Doge. 6%
Vitale Michele. 6y
Vittoria in Soria contro Palacco Re de'Parthi. 100 Vittoria in Iftria contro Federico BarbaroiTa. x io
Vittoria de'Venetiani contra Turchi. 1 1 1
Vittoria de'Venetiani a Caroli. 1 07
Vittoria contra Saracini a Grado. 1 08
Vittoria contra i Normanni per l'imperador Greco. 108 Vittoria de'Venetiani contra 1 Bolognefì. 109
Vittoria de'Venetiani contra i Genouefì. no
Vittorio Grimani Procuratore,& Tue lodi. I io
Vittorio Pifani,&fue lodi. 1x9
Vittorio Zilioio. 1 20
Zecca opera del Sanfouino 43
I L F I N E.
DELLE
COSE NOTABILI
C H E S O N O IN
V E N E TI A. LIBRO PRIMO.
RAGIONATORI.
Venetiano, & Foreflicro .
Itemi per cortefia gentiPhuomo ,
che vi par di quefta Città ?
S'io vi dirò il vero,voi no lo crederete.
Dite pur il vero , percioche dicendolo
fi loda Iddio.
>r. Ella(vperqaelclr,amepare)nonè fé non fattura diui na, fi per rifpetto deliro, onde ne viene in quella Cit tà tutto quello che gli bifogna, come anco per ima- rauigliofi edifici,e per lo gran concorfo di genti,che vi fbno,& veggo Jiora, chel vecchio Mariano Sozzino , che fu vn gran Legifta a fuoi dj , hauendola veduta, & efl'endo dal Papa addimandato ciò che gli parefle di Venetia rìfpofe. A me par gran cofa, perch'io ho ve- duto f imponibile nell'imponibile, en. Che voleua egli dir di quello ? >r. Voleua dire il Sozzino, che volendo l'huomo confidc rar tutee le parti minutamente di quella Città in quel la maniera cjie fi dee considerare una si grò. cofa,come è quefta,era impoffibile afarfi perfettaméte. Eifendo adunque Venetia vn'impoffibilità viene anco ad effer gq$a nello impoflibile^ilendo fondata nel mare, per-
A creila
% LIBRO
die ella in qnefta cofa è fuor dell'ordine di tutte Pai- tre Città.
Ven. Parlauada prudete huomo,& intendente. Ma ditemi vn poco c'hàuete voi veduto, o intefo che vi piaccia & che fia di noftro contento ?
For, Diuerfe cofe mi hanno portato a gli occhi gradiflìma dilettatone, maioftimo forfè" non meno quelle che piacciono a gli orecchiane queiraltre,chc ho dette.
Ven. Come farebbe a dir che ?
For, Comefarebbono^ l'antichità delle cofe della Città j Pattioni de Principi ; i detti, e i fatti de'Senatori ; l'o- rigine de'Magiftrati,e firmi altre faccnde, che non fon cori communi a tutti.
Ven. GentiPbuomo le cofe che voi proponete fon molte, & degne d'un bello intelietto5qnnI io crédo , ch'il uo- ftro fìa,per quel che m'accenate: Ma a ragionar (opra tutte le cofe pur hora ricordate da uoi,ci Infognereb- be commodo, & tempo : pure fatisfacendoui mi inge- gnerò di contentami di quella maggior parte, che per me fi potrà; perche io ho quefto piacere , ebe quando mi occorre d'efl'er con qualche forefticro( che fpeflo m,occore)migioua alfai, inoltrargli , & ragionar quel cfi'io fo, ch'è di bello in quefta mia Patria.Et barbica-* fo,ch'iI medefimo foflfe' fatto a me , quando io fon in altri paefi.
f or.Signor,l'officio uoflro è ueramente pien di cortefia,& è conucneuol,& degno di huomo libcro,come uoi Me- te: però ui ringratio all'ai del buon animo uoftro.
Ven. Ora(fe ben mi ricorda)uoi dicelli, che ui farebbe ca- ro intender Pantichità delle cofe noftre: ma , perebe Pantichità fi poflono confiderare in più modi , come farebbe adire: Quado Yenctia hauerfe principio; qua li follerò i coftumi de tempi paflati; che habiti portaf- fero i noftri Maggiori; & fimil'altre cofette , però non fo io bene di quali cofe antiche t che uoi uolete , ch'io parti.
For. La urontexii uoftra tìel offerirmiui, fa che più toft*
cop-
I
PRIMO. *
compiacendo al defiderio mio,che riguardando all'ha neftà, io ni fia molefto col bramar che mi narriate di tutte lecofepropofte, fé non pienamente, almeno qualche particella , & con quella maggior brcuità pò Ili bile.
fen. Non accade,che uoi ufiate cerimonie uerfo di me,per che hoggi non ui è cofa alcuna, che più mi fia a cuore, che di com piacerui; & perche non fi perda i 1 tempo in parole fimilidi niun momento, darò principio dall'o- rigine di quefta città, della quale quantunque fiano fta ti molti eccellenti fcrittori antichi,e moderni, che né habbinofcritto,non però refterò di narrar quel tanto, che io ho raccolto dappiù degni, tra iquaii ui è il Sabel lico,ilqual dice,che gli antichi Vinitiam furon no d'I- talia, ma per origine diicefi da Veneti Gallici , che al- Jhora appretto il Mare Oceano habitauano. Altri afFer mano efter uenuti di Paflagonia, &aneo Liuio dic^ che etti dopo la perdita di Filemone lor Duca,che mo ri a Troia, uennero con Antenore in Italia, &, che ef- fendofi fermato in quefte lagune, edificò la citta An- tenori4a,nominata poi Altino,& non Padoua , come molti credono: percioche Padoua fu fondata da Pati uio Re de'Veneti,c ome afferma P orcio Catone: né i« intendo de dilatarmi nelPhiftoria de'Romani, e Barba ri; ma breuemente dirò,chc fin all'origine di Vinetia, in tutta quefta prouincia era concorfa la nobiltà Ro- mana i & mafsime dapoi che Conftantino trafportò l'Imperio di Roma in Oriente ; perche Aquileia per efler in Italia più vicina a pattare per terra quella ban- da,crebbe di popoio,& ài grandezza,&furfe Rauenna, & Puola,nauicandofi da l'una a l'altra, dandofi quefte tre città mano infieme,& in quefti tépi faccetterò Pa- triarchi in Aquileia l'un dopo raltro,Crcnatio,Ago- ft«o,Adelfo, Maflìmo ,Genuario,& Secondo, fino al tempo, che Attila deftrufle quefta h onorata citta, & tutte le altre d^lla prouincia di Vinetia: Onde tutta l'antica nobiltà de-Romani,e Veneti,fuggirono,& ha-
A 2 bica-
aitarono nelle lagune. La onde quelli,<:he 'dicono Ve-r, netia noftra hauci hauuto principio da5pefcaton,£: da. genti vile , moftrano in tutto di eflcr ignoranti della «crahiltoria,cócioiia che no tu parte alcuna del Mon-r do, che non folk più uolxc corfa, & inondata da popò li nimici,& quel, che era più marauigliofo , da'pouoli, che di coftumi, di lingua , & di fede no fi conofceuano punto da gli altri; talché la gente li poteua itimar ufei ti daH'e&remc parti di Scitin, poco diiTunili a gli ani- mali irrationali ; iquali non fi moueuano alla guerra per Imperio, per arrichire per farfi gloriofi, & altamen te fignoreggiarema folo per goder del fangued rio- itiicidii , d ineendii , & 4i rapine, percioche entrado in vna prouincia, ne fapendo, che cofa forte legge , giufti tia, p equità fpegnuano tutti dal picciolo al gràje, inu tando icoftami,& l'ufanze del viuere, & elti co le ino glie & i figliuoli vi h;bitauano,& viueuano, & di ruina nafceua vn'altra ruina , perche fermato che s'era vn popolo, vn'altro veniua che'l cacciaua, & maitre que ft'altro,& coli di mano in mano , fi veniua in continua mutatione & difiolatione.L 'imperio di Conftantino- poli da gli Ofhogotti fu quafì diftrutto, & l'A-fia da' raedefimi mandata a ferro & fuoco infieme con mol- ti altri popoli Barbari. La Traccia, la Macedonia, & . l'Illirico, de gli Vnni,Gepidi, Visigoti, & Oitrogoti fu rono aliai volte ridotte in foIitudine.La Italia da' Vifi goti , da'Gepidi, da gl'Vnni, da' Turcilingi, da gli Eiii li,da gli Oftrogoti,da'Longobardi,& da'Greci in qupte ruine,& quante volte fofle mefla ne fono le hiftorie ri piene.In Frana gli Alani, i Vadali, i Fràchi,gli Vnni,& lGiepidi, & mille altri popoli, mille fedi in breuifiimo té pò fecero. In Spugna gli Alani, Vadali, & invltimoi Vifigoti tutta ladifertarono. Nell'Africa rima (e da tate incuifioni faina che da gli A lani,& Vandali fu vinta, fi gnoreggiata,& pofta in ruina,per iquali tati moti,tLtto il mondo da noi conofeiuto fu merlo in elterminÌo>& i popoli tagliatiapezzi, &in tutto eftinti, onde quelli
che
P It I U Ó. :5
che viflferoro,poi nelle medefimc prom'ncìe,fono & fit tono popoli difeefi da i Barbari. Et iole le lagune di Ve netia reitarcno faine nel cuore di tare ruine, & innari dationijjKiochejCcrr'C Diofakòdal diluuio nell'Ai1 ca Noè coni Tuoi, cefi ìaluò quefto popolo del feme antico in quelle lagene, ficuroin tati turbamenti del mondo, & qui riebbero i ifugio non i poueri, ma i ric- chi , & petenti huomini che riebbero il modo di con-* durfì con le barche & far noua fede , & habitatione* Il che fi vede nejle vettigie di Eraclea Jeiolo,& Olitia la, che durano in piedi fìn'a nofìri di. Ma per uenir al- le particolarità, dico ; che ccneuano gli anni della fruttifera incarnatione di Giesv Chris to Signor, & Saluator ncftrc, quattrocento, e fette, quando Rada gaifo con i Gepidi,& Goti pàfsò primieramente in Ita- lia; per la cui uenuta , i popoli di terra ferma, polii in? i('pauento,fuggircno alle lagune,doue lenza alcuna c6> modità di albergo, lanciarono in molto difaggio con i pefcatori,che eflercitanano la lor arte in quel luogo, & uenuta tra lor la nuoua,che Radagafio era neramen- te ibi e vmto,&prefo in Fiefole dalPeìfercito Rema- no, di nuouo ritornarono in terra ferma. L'anno poi' quattrocento, e tredeci , Alarico con i Vifigoti uen- ne in Italia , & meffo l'afledio intorno Padoua, dop-> pò alcuni di la pre'e , & Taccheggiò ; per la qual cofa i ? popoli di nuouo impauriti, come quelli , che fi uede-- uano i primi fottopoiìi a quella tempera , concorfero: nelle lagune -3 & allhora gii huomim di qualche (hto, . & concinone fi fecero per habitare alcune cafueciedi? ca une, & per efiere irate in terra ferma abbracciate* molte terre,&caucila,ui fi fermò gran fomma digen ' temerne in Juogo,ehe folo trouauancficuro al mondo in tante loro fcisgure.Furono pertanto habitate mol- te Itole in uarij luoghi,& in diuerfi tempi , altre nelle due incurfioni, che di fopra Ci fono dette ', & altre in quelle de gli Eruli;& Turcilingi, & poi de1 Goti. Ala, béche di tuttequeite Ifok fi potefie dn rerigine, mia-
A3 opi-
4 LIBRO
opinione è nondimeno hora di dir quella di Ribal- ta , come quella , che già fu la prima a ridur infiemc i Veneti,che lui erano fparfì per l'Ifole, & perche fu vl- tima,doue fi ridurle il Duca , &lo ritiene ancora con tanto fplend ore, con quanto ài noftri di veggiamo. Quella adunque fu habitataauantii tempi, che fi fo- no detti, da un GiouanniBono, o come ad altri piace, Giouanni Benedetto da Torccllo , che ui pefcaua con alcuni fuoi figliuoli;& dapoi, fuggendo in esfa fua mol ti di terra ferma.nella pallata di quello Radagaifo, vn* Entinopo archi: etto di Candia (1 fermò in quello luo go,& ui edificò una cala di «muro , uiuendo di far bar- che^ naui.Pafiando doppo Radagaifo Alarico in Ita» lia,concorfc qui tanta gente che in pochi di furono edi ficate, uentiquattro cafette di tauole , & di canna, tuttauia,l'anno quattrocento, e diciotto , eflendofi ri- dotti in Padoua tutti quelli fuggitali & fentendo i mo ti di Aiulfo Re de' Vifigoti , che faceua per Italia & degli altri Barbari in Francia, & in. Lamagna impau- riti del facco & della ruina palfata,fi configliarono tra fé di farli vn luogo fermo nelle lagune di Venetia,alla foce del fiume loro , che era Riunita, & fu ftatuito per i Confoli, & per il Senato Patauino , che eletti i primi del popolo doueffero edifi care vna città circa Riuni- ta & raccoglietele genti delPIfole d'intorno in quel luogo, &haucr più tolto vna terra fola portuale, che molte , doue fi doueffe tener vn'armata apparecchia- ta ad eilercitarfi in mare , fé occorretela guerra pei* guardia del porto , accioche iui fofie un ficuro rifugio; che hauen do temuto la moltitudine de'Goti , & la in- folentia,temeuano,& Ci ricordauano , che ne gl'anni di Chrifto 413 . i Goti con Alarico lor Re vennero in Ita lia,& lafciò la detta prouincia mandata a ferro, & fuo- co^ andarono alla lor città,& la taccheggiarono. Per laqualcofaiPatauini/entendoil moto de'Goti altre u ohe fatto ,&che faceuano allhora dalla parte Au- ftrali, & Occidentali, temendo ; intuirono l'anni
4».
P RI M O. f
4ualli i5.di Marzo , farla città di rifugio , &por-» tualc, circa la bocca del fiume, doue fi dice RiuoaJU to,nella quale s raccolte di molte Itole del mare , fi£ lagune,& genti della prouinciadi V e n $ t i A , fe- ceroj& volferO) che ìofle chiamata Venhtia,& mandarono in quella tre Confoli > i quali per due an- ni folfcro fopra l'opera, & a' 15. di Marzo , circa mezo giorno , fu dato principio al fondamento di efia città, I Confoli, che fi mandarono lopra queita opera,furo- »o Alberto Faletfo,Tomafo Candiano1, & Zeno Dàu- lo.Eurono i feCondi,Luciano Gauila, Mafììmo Lucio, & Vgo Fufco»Quefta è la copia a lettera dell'Archiuo Patauirio , cioè dcll'hiiioria publica tenuta da quelli anticamente,con laquale fi affacciano il più delle no- ftre Croniche* benché s'ingannino a creder, che fofle- ro morii a far quella deliberatione , per la venuta di Attila , & mandati dal Re Giano con mille akre cofe, che chiari ili ma mente fi feoprono dfer fai fé . Fecero adunque Padouani le ventiquattro cafe,che fi fon det te,leqiiaÌi,dopo tre anni,appiccatofi il fuoco in calàdi Entinopo architetto di Candia,ch'era di rnuro,arierg tutteiPer ilqual fuoco Entinopo tccc yoto,che ceifan<* do , farebbe della Tua cafa vna chiefa a S. Giacomo ; & fatto il voto, fubito venne vna gran pioggia, che eitin- fé Tincendiojla onde egli Con l'aiuto de1 Confoli ediri- . •còla Chiefa, di che s'haueua votato , Tanno quat- «ocento , & vent'uno , del mefe ci Aprile , fotto Pa- pà Zofimo , & gli Iniperadori Gtìorio , & Theodofio. . Quella Chiefa fu cenfecrata da quattro Vefcoui, Se* ueriano di Padouajlario di Altino,GiocondodiTri- uigi , & Epodio di Vderzoj&il primo Prere i che. vi celebrò meffa fu Felice* Fatta la Chiefa , percio- che le altre Ifolenon haueuano ne chiefa , ne facer- dote , vi concorfero molti genti di quelle . Ma poco tempo dapoi , facendo Attila con Bleda ftiofratéìlo Ijran guerra nell'Illirico,! popoli tutti fpauentati , te- i»en4.o, cfte Ja vicina tempeita non cadefie to#o fopra
A4 di lo- "
g L I fe R O
di loro,fuggiuano a fchiere alle lagune , & in fine,lyan- rìo 4^3. morto Bleda , & rimafo Attila ìblo Re de gli Vnni,dopohauer guerreggiato in Francia coni Ro- mani , & Vifigotri , pafsò in Italia , k prefe Aquileia, all'attedio della quale flette tre anni, & dapoi diftrutfé Concordia,Padoua, Aitino , con inolte altre tene cir- conuicinè,per lequali tantéruine ,non iólai nobili huomini,ma il pòpolo, & quelli delle cartella, & del- le villc,fuggirorto a'iiti , & 1 nobili particolarmente al- le lagune ,habitando Riu'alta , Ofloduro , Cartello^ & diuerfé altre Ifoiette nel cerchio, che noia fi tro- ua Vifìetia: & non riceiicndo quelle Ifole,rahra mol- titudine,s'habitò Malamoccho vecchio, che no èque! di hoggidì , ma è nel mare affondato tre miglia lonta- no dal litome potendo Ilare nel pallido circondandoli con argeni , fi fecero le loro habitationi . È quello è il vero nalcer di Vinetia nollra città . Continuando il trauaglió de gli Vrìni , ì popoli raccolti ne le lagu- ne fi accordarono tra fé , ftringendolila neceffità , che fi dice elfere più poflente,che tutte le cofe, non altra- mente, che fé follerò flati in vna medefima patria, doue gli huomiui di flato , & di potentia , torto che li fermauanoin alcun luogo hauèuano d'intorno quei poueri,che li conofceuano,i quali proprio,come lor Si gnori honorandoli , &feruendoli, fi procacciauano- con l'appoggio di quelli tali ilviuere,non potendo per lalorpouertà altriménti foftentarfi . Ber laquai cofa furono chiamati Tribuni, Protettori del popo- lòjiquali fecondo che a forte fi pofero duco tre Tribii ni perIfola,col medefimo nomefuroho pérl'auueni- r'e chiamati ne'configli: perche,uédendo l'Imperio de gli Vnni molto lungo, & diuturno, & tenendo, come nitoui in illato , di non effer da loro fin nelle lagune' molèfli dallaguerra, tutti i Tribuni fi raunarono in-' file me , & con una forza unita R apparecchiarono alla' drfefà di fé lleffi , & delle lor cofe; & perche ,come d'i fopra s'è detto,Attiiaiiaueuadiftrutu;& iuinati tutti*
ilo-
P; R ì M Ò, § >
i'iorò pacfi, & città, fi fermarono nelle lagune , Sé' cominciarono a fabricar belliflimi palazzi, & hono- ràte chiefe, portando dalle ruine delle lor pàtrie, le belle pietra , & le colonne , con lequal i cofe in poco : tèmpo li uidero fatte honoratiflìme , & nobiliffime habitatioiii : onde la prouinciadi Veneti, che final- ' l'hora fi àllargaua dal Pò aTIflria, e dalli monti al. mare, fi ierò in quefta laguna da Rauenna in Aquilèa* & dal mare alla terra fermajperche,erTen do rumate dà Attila tutte le città, caftelli,e uile juiConcorfero, ol- tre di Venetia, tutti gli gran Signori,Principi Romani/ come filegein una epiftola di Caflìodoro nel 12. li-' bro Ferirti al tribuno di Venetia , &iri vn'aìtrapur al medefimo libro mandata a pròuiiiciali d' iftrià > per lèqual cofe, quali a forza conftretti ui fermarono , & fecero nelle lagune la lor ferma fede, e nati gli lor figliuoli, e crefciuri in quelle , mai più non liberaro- no di ufcir fnori , credendo certo, che i tumulti Bar- bari deuefiero elTer continui ne la mifera Italia , che come il più bel paefe del modo, & meri forte, per ef- ferfi il neruo dell'Imperio Romano tradotto ih Orié- té. , era da loro più uolentieri affettato , & defidcrato fòpra tutti gli altri. La onde nel fpacio di cinquàta an- nidi fur'ój? tate mine fabricàti moltifuperbi,& notabi li edifìcii,de'quali fé ne uedein piedi (ino al di d'hoggi*
For. Di grada non uirihcrefcaa darmi notitia di alcuni di lóro.
Ven. Volotìtieri.i Par ti «patii come Tribuni relfefó centi- naia d'anni Riunita tenédo ragicnc,& il forò' loro eri ili S.A.poftoli, nella qual Contrada ancor iui R ve£»c» no i ueftigii là nel campo doue è la Cafone, ouero'pri gione che s'appartiene a quel iefterio : & ui fi ueggo- nò là due grandifnme porte antiche , & regali , & gli fondamenti del pahzzó antichifiimo; & terieuanò le barche armatela dietro quel cantóne,che faltafuo ri là verfo il ponte,& quella èra la centrata, nella qua- le ftàtiaua il noftro Tnbun0;tenédofi al dirim* petto la
ragio-
io L I B £ O
rag oae. La-riuaeommune^he in quel tempo riceixt* uà le barche di Murano/Torccllo, e Mazzorbo, e dT- ftria,hora è il traghetto di Murario a S. Canciano.Te- »eu a quefto palazzo fino al rio,che ora fi dice del Bar ba & fi chiamaua riuo Baduario . Il capo de'Sati Apo ftoli giungeuaaqueiio palazzo, & cofi intorno la cine fa, ch'era uacuo. La porta principale ftaua con buonif- fime guardie , & mùnitioni , giaceua in capo della cale larga, & fi teneua continuamente chiufa, ne mai fi apri uà, fé non nelle maggiori folennità,& per andare, & uè nire fi ufaua la calicella,che vien da S. Canciano, & in quello tiretto nello fporto vi ftaua la guardia, che con poca forza poteua tener quel palio, perche in quel té' pò il popolo molte volte romorreggiaua, Se tumultua; ua,& quelli tumulti folleuati cótra i potéti importaua no molto. Per ;Iaqual cagione, fatto quclìo Tribuno Duce i più potenti cittadini fi nduflero a ftantiar pref- fodi lui, & R ueggono ancor le lor cafe fuperbe, & grandi parte diftrutte , parte vecchiflìme , & ruma- te , come le cafe deJ Fallieri , de* Tiepoli , de' Corna- ri, fui campo de'Zeni, nelle quali ftantiarcnoi Du- ci di quelle calate, de* Con tarini,& di molti altri in quei contorci . Et in quelli maniera C\ cinfe il Tri- bunato alla Riu'alta mont ndoil fuo Tribuno all'al- tezzadel grado Ducale, & colui mancò anco il Tribù nato di Gliuola,& di Camello , dando luogo al Vefco- uo di Caftello, riducendofi , & riftrirgendofi tutta la città in vn corpo, che poi fi diui'e in lei feftkri, co- me a fuo luogo fi dirà Et cofi Vinetia noitra città , va- gando per quella laguna, mentre ilauano in continouo moto i Barbari per tutto il mondo , fi raccdfe doppo
Suattrocento anni in quella cit à , nella quale ancora ede, & regna gloriofiilìma, & imperante per dono, concelfole particolarmente da Dio, onde da Panno 407. fin al 1305. fu il principio de'trauaglialripofoin vn fermo luogo , nelquale viue feliciflima , & beatilTi- xna ancora.
% Iddio
V H I M O. ti
For.lddio veramente è ftato l'auttore di quefta eittà,ondt è da crcdere,che la cuftodirà in eterno , nel modo che 1 a ha cuftodjta fin hora . Ma perche della origine Tua ini hauete detto a baitanza,viafpetto a dirmi della fé conda proporla fattami , che è del modo del veftir de parlatagli vii delle cofc, & cotali altri particolari , non trattati da alcuno , & voi per auuentura fapete meglio intender di quel,ch'io fappia dire. Vcn.I° vi intendo abaftanza. Et poi che voi hauete fat- , tomentione del veftire , ragioneremo di quefto , & d'altro,fecondo,che mi verrà nella mente. Ma,per dar principio , comincieremo da gli habiti. Dico adun- que,che yoì hauete a fapere.che quello habito di hog gi e molto diuerfo da quel , che fi vfaua altre volte , la qua! diuerfità nafce dalla occulta virtù della natu- ra , ch'opera ne gli riuomini in diuerfi tempi dinerfa- mente, fecondo gli humori . Già i primi noftri Padri, quafi fondatori d'una certa, & ferma Religione, vole» do adhoneftar la lor giouentù, & a vn certo modo raf- frenarla da quegli inconuenienti, ch'ella fuol por- tar feco ) indrizzandola alla quiete , & alla pace, eh' è Panima delle vere Repub. trouarono vno habito con forme alla lor grauità,accioche i giouani vertendoli di quello , fi veltiflero anco di modeftia , e di qualche rifpetto . Et , perche l'animo ài que' primi fu riuolro Tempre alla pace , però vollero , che co'panni lunghi fi dimoftrafìe quella lor volontà ; perche i panni lunghi non fon punto accommodati alle perfone ro~ bufte d'animo,e gagliarde^ noi vediamo i foldati f pe- ritamente combatter con robe affai corte. Oltra Tin- ditio della pace , Io habito lungo dimoftra anco vna certa forte di Religione , dellaquale i noftri fon fem- prelftatiamantifiìmi&dcnderofi.A quefto s'aggiugne che i Senatori ( come ne hanno infegnato i Romani) debbono veftire con graui:à-& con grandezza. Fu adii que ordinato da'noilrilo habito lungo , parlando de gii huomini , ma le maniche fi poruuàno fìrette per-'
is PRIMO
lo più,folo i Senatori le haueuan larghe , & le prime rt chiamauano Dogaline,e quefte altre Ducali. In capo fi metteunno i capucci , tquali pcndeuano , ò dalla parte di dietro del capo, ò da l'un de Iati ìbpra la fpallajdal- Taltra parte cadeua quel, che heggi fi chiama la Itola-, ma era larga, &flaua attacata ai capnccio , &dicofi fatti ne (on piene l'amiche pitture, e i Ritratti. Ma al- terandoli poi per l'età di mano in mano, molti fi leua- rono il capnecio di capo, & ritenendo fola mente il cer chip, alquale era attaccato il capucc:o,coprcndo il fon do del cerchio con panno , formarono la bcrreta , che fi porta al pi -elentej ma più alta, & più iti etta affai che non s'ufa hoggidì;riduccdola quali in forma di taglie- re. Et tagliando la itola, che itaua pendente dal capo* ii rimale foprala inaila , ma però larga 3 potendofene ellìferuireà coprii fi il capo quando pioueua; Venne poi un'altro tempo , nelquale , ricercandoli maggior comodità, fi fecero le maniche larghe , ma lirettein bocca, per portami dentro fazoletr, fcritture, guanti, & cole limili, & quefte chiamarono a Corneo. Et gli antichi vfauan le maniche di lunghezza quifi fino in terra : & perche nel tempo del uerno i panni allettati alla pedona fanno affi» prò , perche riparano il fred- do, ilqualefuoleerTerin queite parti di qualche ini-» portanza, (ì cinfero di fucra uia, ma quali lotto le tet- te. Tal fu lo habito commune de gli huomini, ilqtiale più & meno e alterato , fecondo che le genti fi fono più, & meno dilettate di nouità. Ne gl'anni a dietro i giouani portauano le Dogatine giùti poi a età di qual-r chegiudicio, fimetteuanle manichea Corneo , imi- tado in quello i Romaniche metfa giù la prctcita,pre^ teita, prédeuano in età virile la toga,portaméto grauif fimo& da Senatore . Si coitumaua anco lenza ditlin- tion fare, cofi il rofato , come il pauonazzo per la più gente, ma poi le cofe (ì fono andate col tempo adattan do, & reducendo a gli ordini loro . La o nde non van- mo adeiìò,.veiuti alia Ducale, ò di colore, fé non i Se- natori,
L I B R O. ry
natori.ei Medici, iqualli hanno quefta prerogatiua? perche i Dottori per legge del 1350. poflbnó vfar che ve&i, & di che qualità lor piace , &i Cauallieri pari- menre hanno cotal oriuilegio,non folamente nel mo- do delle uefti,ma nella qualità delle uefti,comefareb be d'oro o d'argento; tuttauia anco quello e flato per leegi regolato a ài noitri.
For. Le d'enne che portauano?
Ven. Lo habito delle donne ne tépi panati è flato Tempre nano, e diuerfo. lì come anco fon diuerfi , & uari i lor mobili ingegnirperche hora: era honefto,horalafciuo, horapompoib, hora di fparagno, e leggiero. E nel. ve- ro ch'in tutte l'età fi ha conceduto alle dóne aliai più. licentia nelle maniere dell'adornarli, ch'a gìihuomini; &certo non fenza ragione: percioch'egii econueneuo. le, ch'elle accompagnino la leggiadria delia lor uaga bellezza, con l'eleganza de leggiadri, & de ricchi pan-
* ni. Ma talhora quella licenza e crefeiuta in tato eih-e mo grado, che a noitri Senatori è conuenuto por fre- no a cori sfrenate uolontà con le leggi. Si ha'n-otitia,
• chele donne già portauano le uefti tutte d'oro: laqual cofa parendo graue a quei ncllri padri ,fù da ìdx prc- «eduto Fanno 1442.. che non foife lecito ad alcuna ciò fare. La onde meda giù quella pompa, fu folaméte vfa to perlo rtrafordinario in qualche folénità,come fareb. be per la uenuta di qualche Principerò per qualche altra h onorata cagione. Elle portauano gli ibakiin ca pò d'ecceiriuagrandezza/&le uefti haueuano jacoda lunghiiiima$ma fu proueduto a quella bructezzal'an- no r440,di maniera,che le donne, mutàdocoftume,{ì milero uefti co le maniche Ducali e rodandole di Dof- fi,di Zibellini, e d'altre pelli di colto , fé le rouerfàuano foprale spaile Et anco a quello fi prouide l'uno 1403-. Ch'elle portaflero maniche Ducali lohabbiamoper léggedel i40o.laqualdice. Chele maniche delle ve Ite delie donne non fian di giro più di S.quai te,e le ve fti di larghezza da pie non nanpiu di 8.braccia,& hab-
biano
14 LIBRO
biano i collari alti per fino di fotto al barbuzzo.
For. Quello habito douea apportar alle donne honeftà; ma io che per ciò non fi poterle ueder la loro attitudi- ne^ difpofitionejaquale è notabile in loro.
Ven. Cofi credo anco io. Lafciate le ueftì ducali, fi mifero lcfaldee co'bufti corti, e con maniconi alla Franzefc, i quali ueniuam quafi fin sii le mani , e in capo de ma- niconi metteuano vn manichetto piccolo di panno d' oro , ò di fimiFaltra materia,ch'aggiungeua alle mani, A i bufti attaccauano campanelle d'oro, e d'argéto.Si cingeuano parimente a traucrfo con cinture ricchiffi- rac allequuliattaccauano,o borfa, o guaina con cortei lo,o cucchiaro dJinfìnit3 valuta,quafialla Todefca;ma Tanno 1334. fi prouide chele cinturenon paflaifero il valore di 6.ducati:e la guaina col Tuo cortello,e cuc- chiaie borfa,non eccedeffe la fomma di 5. ducati.
For. Voi dicerte bene che cotal ufo hauea del Todefco.
Ven. In quei tempi i Todefchi negotiauano all'ai in quefra Città, però non farebbe marauiglia,che con le ricchez ze cifolTe anco parlato qualche coftume . Ora le don- ne, come uoi vedete , uannodiucrfamcnteueftiteda qnel,chefi ha detto: e in tal modo fon giunte a quel colmo, ch'è flato forza di nuouo ritornar le antiche leggi nel fuo primo uigo re . Nelle qual leggi fi proue- deua anco alla pompa de putti , perche fino a 12, anni portauano vefti , e adornamenti d'oro, e d'argento di molta valuta.Et perche uoi conofeiate che tutto quel lo ch'io ui dico è uero,& ch'io parlo co'fondamenti in mano,ecccui una polizza, ch'io ho tratta da libri dell' officio delProprio,nelqual fi fanno i pagamenti delle doti alle vedoue. Etperchc fi pagono prima de mobili dicafa, vdte che robe s'ufauano a quei tempi perla plebe. Et a quelìo conofeerete che ueftiti erano i loro & di che ualuta. J4f 9. Luca di fier Lorenzo dalla tela , pagamento di
mobili dicafa. Vnauefta paonazza da donna con manichea cortei»
lazzo
primo. ir
lazzo. Vn barbazon de carifca bianca ricamato a guazza- rono Vna ueftura di fcarlatto con pianete d'argento , con
una filza di perle al col laro. Vna vettura uerde con campanelle d'argento,brazzo-
ni,& centurin uerde. Vna vefte paonazza a maniche aperte. Vna vefte morella a maniche aperte , frodata di Er- mellini da donna. Vna vefte paonazza a maniche a corneo. Vna uefte da donna morella fotto cappa,con frifod'ar
gentaria al cauezzo,e alle maniche. Vn capaccio di fcarlato.
1455. Vn'altro pagamento di Francefco Azzalino. Vna veffcura di raffa paonazza con campanelle. Vna Vifcappa di panno negro. Vn par di brazzoni cremifini con manichetti d'oro. Trccapucciyecchi. Vna veftura dicarifea bianca con brazzoni,e manichei
ti 4'argento con campanelle, & pianette. 1469. Vn'altro pagamento . Robe di Pellegrin Ruffo Fontegaro tolte in pagamento da Poliiènafua mo^ iera.. Vn manto di panno uerde (caro da donna. Vna uefte pauonazza a maneghe a corneo. i469.Vn?a!tro pagamento di Madonna Calandra de
fier HieronimoM orofini. Vn manto di hermifin da homo. Vn manto di panno /cariato fpdrà de yard. Vna cappa dafcolaro negra. For. Veramentejche i uoftri maggiori fono flati Tempre ri- gilantiffimi al ben publko di quefta Città te fono an- co più che mai al prefen te. Ven. Lo honefto ne ha {èmprc piaciuto; Et uoi fapete, fife
oltrà il ueffcife? i conuiti minano le facultà. For. Lo tò pur tròppo beniffimo.
f Fu
tf l I B- R O
Ven. Fu ne primi principii la noftra Città molto fpbrjanel uiuere,(ecódo che fi ha per una lettera di Cafliodora, & fi dilettauanoi parlati di quelle uiuande ,che daua lor quofto Mare: Ma accrefcendo tuttaiua la grandez- za dell'impero, & concorrendo moltitudine affai di fo reftierijiì cominciò a introdurla pompa de cóuiti.Rac contai! Sabeilico d'un pafto che fu fatto tutto di lat- te di Gò, cofa marauigliofa a fentire; e in diuerfe altre maniere furono ufate eccefiiue ,fpefe nel mangiare • e da cotali conuiti furon fempre efclufi i giouanetti , e fpecialmentc dalle nozze , quando non eran di fratel- li, p (bielle. E taihora auenne, che fu merlo anco me- ta del tempo, che fi haueuano a far i cemuiti , come fu l'anno 1335'. nelqual s'ordinò, che di fan Michelefin per tutto Carnouale non fi banchettarle fé non a pare ti; & quefto per rifpetto delle cofe , ch'occorreuan la notte: nel qual tempo le perfone ugnano andar mafea rate,fino a che fu prouifto l'anno 1339. Et ch'i cornu- ti, che fi fanno la notte , non paflaffero più oltre della terza campana,che fu ona la fera , di maniera ch'a due hore bifognaua hauer fi nita la cena £ legge del 1 3 %6.
l?or. Fu ben prouedere: sì perche non (eguifle qualche cp fa inhoneih, (perche la notte accrefee l'audacia ne pet ti de malfattòri)& sì perche fi fchiuaflero anco l'occa- fionideglihomicidi? chepoiTonom quei tempi au- uenire.
Ven. Vi ho detto pur hora,ch'i noftri hanno fempre cura- io fommamente lo honefto. Et a quefto propofito mi fouiene, chefù prouedutoallagiouentù di rneretrici foreftiere, per conferuar la honeftà della Terra.
For. Fecero fecondo il precetto di Platone.
Ven. Condotte le meretrici, come ni ho detto, fi diedelo- ro per habitat le cafe de Rampali; a fan Caflàno,che a quei tem pi furono hofiorati Citta dini;& perche qua fi dice Cà alla ca£à,però quel luogo , oue èlle Hanno fi chiama Carampana : Et quefto fu l'anno 1421. Fùanr co prepofto al gouerno di quelle tali una matrona,lar
PRIMO. 17
qnal tenendo cafla del danaro, che da quelli tal'oper* loro s'acquiftaua, diuidea ogni mefe^per rata il guada* gno,a tanto per tefta, procedendo con ordine fino in queiU materia fordida,accioche fi leuafie Toccafion del malfare alle genti. Et in tanto fìuquefto lor defide rio,che Tanno 1 3 49. fi potean bandiz di Venetia tut- ti coloro, che malamente uiueano .«imponendo pe» naa corrottoti della honeftà;o ueramente a fenfa- li della dishoneftàj a giocatori; a coloro che fcher^ ■ nendo le meretrici le lafciauano in pegno alle ho- .ftarie;a beftemmiatori; a barattieri 3 e a fimil altre qualità di perfone : Et per concluderui qual foffe la loro honeftà;, prendete faggio da quefto , che l'anno • j 3 oz, fu proceduto, che chi mandaua a qualch'uno il vermocane( eli'è fpetie di malattia ) pagaua ogni uol- ta ìo.foldi. . .
For. Vedete bene che Dio ui aiuta nelle voftre opera- tioni,
Ven. Orafauellando di meretrici, mie per lo contrario uè nuto alla mente la materia de matrimoni}.
For. La varietà del uoftro ragionamento mi diletta affai.
Ven, Scriue il Sabel|ico,feguendo Fopenione di Hero-^ doto,(&fpeiTo uì ricordo quefto fcrittore , perch'egli , è noto a ognuno ) che gli antichi di quefta prouincia foleuan maritar le donzelle all'incanto, cioè chi ofte- riua più danari per hauer una bella, quel tale fé la ha- uea per moglieraj & che co1 danari raccolti per conto delle belle, fi maritaiian le brutte, dando loro la dote. Ma poi che la Città crebbe, fu introdotto altro ufo da noftri Maggiori. Le donzelle dopo la ccntratta- tion delle nozze, lì riduceuano a fan Piero a Cartel- lo,che fi chiamaua Oliuolo 5 & quefto faceuano per la Madonna. di Febraro. lui portata; la lor dote in una calla chiamata arcella , fi italiano la notte a dor- mire , affettando la mattina glifpofi; iquali, uenuto il dì, fé n'andauano co3parentiallachiefa,&quiui , da- ta yna occhiata alle donzelle, s'afcol.taua una meffa.
B foienne
fblenne,dopolaqualeuT3te alcune paroft dal yefco* uo pablicamentein materia del matrimonio , i gioua- ni con le fpoTe,e con l'arcella fé ne tornarono a caTa, ouc poi fi attendeua a piaceri, & conuiti; & da quefta occafione nacque l'uTanzachc s'oC'cruaiia della fetta delle Marie, & della gita del Doge noftro a Tanta Ma- ria Formofa.
Por. Se non ui è graue,ragicmatemi lacofa per ordine.
Ven. Dirò adunque prima della gita del Doge , & poi del- la fetta delle Marie . Dico adunque , che gl'Iftriani , ch'a quei tempi erano inimici di quefta Città , fapen- do affai ben Tufo delle predette donzelle , venuti una notte afeofamente con lor legni, armata mano rubar ron le fpofe, e le doti, e Tenza impedimento alcuno fé le portarono. Il romor fu grande , fi come era ccnue- nenole in una cofa di tanta importanza , la onde arma ti alcuni legni <\i huomini, e fpetialmente della Con- trada di Tanta Maria Forinola , furon Teguiti i rapito^ ri , e di tanto aiutò la buona fortuna i noftri , ch'ag- giunterò gl'inimici a Caorli , oue diuideuan la preda: Quiui fatto ttratio de i rapitori , fi racquiftò la roba, e le donne . Et perche gli huommi apprefentarono il tutto alla Signoria, furon riemerti, che addcmandaT- iero qualche gratiajla onde i buoni huomini differo, che voleuano, ch'il Principerà Dogarefla, e la Signo- ria fofTe obligato andar ogni .?nno alla lor Chiefa , per quefta memoria; & dicendo il Doge , & caTo che pio- ueile?riTpolero vi manderemo i Cappelli per la piog- gia: & Te hareté Tete ui daremo dà bere. Di qui e , ch'i Caiìellari, & i Fruiamoli mandano al Principe,& al- la Principerà due Ca ppelii, e due fiaichi di vino, vn bianco,& un negro.
For. Ora io so perche il Principe vada a Tanta Maria For- ra olà.
Ven. Per quella occafione adunque fu ordinato che la mat tioa della Purificatione,che le Tcuole della Città (che «rano amaci tempi ciaque) -andafTero in procceflione
a Ca-
PRIMO. 19
a Gattello; la doue, ditta una Mefla dal Vèfcòuo, tor- sauanoafanta Maria in Broio: & dimorando quiui, fin che fi ben ediee uano a fan Marco le candele, fé n'an daaano in procefìtonea finta Maria Formofa per il Canale delia Canonica. Et perche cotal ufanza fu al- terata l'anno 1140 . fu proueduto per Pietro Polani Doge,& per Giouanni Polani Vefcouo , il modo, che fi doueua tenere in cori fatta proceflìone , come appar per iniiromento publico , ilqual fi troua al prefente nelle man del Piouano di detta Chiefa ; ma è poi man cata cotal ufanza per la lunghezza del tempo . Nac- que Umilmente per cotal accidente la fe&a delle Ma- rie, laqual fi faceua in quefta maniera; & era in quei tempi famofifllma, e degna d'efier ueduta. Primiera- mente gli habitnnti delle Parrochie,lcquali erano 66, «Udunauano infieme; Se per uia di fuffràgi eleggeuano due donzelle, o quattro al più delle principali della Contrada,Qu efte s'ingegnauano di adornarli più che fi poteua di oro, di gioie , e d'ogni altra pompa a e oc- correnza delle altre contrade. La cura di queir, orna- rnento fi commetteua a primi della Contrada , ogni anno fecondo l'ordine. Quefta imprefa era cercataco pratiche grandi, & fi haueua contratto in mettergli d'accordo. Siftimauano a molto honore lo hauere auanzato gli altri difpefa. Con quefto ornamento adunque fi ritrouauano con i lor Bergantini , o Pala- fchermi a fan Marco, & fatta riuerenza al Doge, tutta la pompa s'inuiaua a Cartello. Quini cantata vna fo» Jenne mefla, le donzelle ne Palafchermi toglieuano il Vefcouo, e il Clero, e H ritornaua a fan Marco . Il Doge in quello mezzo con tutu la nobiltà montaua pel Bucentoro, e s'andaua alla chiefa. Quefto era quel che fi faceua il primo giorno. Gli altri giorni (perciò che la fcfta duraua tre di) la pompa era mena- ta per i canali iella Citta. Alcuna uolta fi ueniua a contentior.e peè quai canali ella fi hauefTe a menare, mentre cmfcun uoitua , che ella Saie menata &a cala
B 2. iua;
zo LIBRO
{uà percioche le donzelle Imo ntauanò alle cafe pri~ uatede parenti nobili, e quiui con fpeflì coni: iti, e con altre forti di allegrezze , fi confamaua il giorno , Ora tutte quelle cole nella guerra di Chioggia, che fu grandifììma,fon uenute a mancare. Quefto folo vefti gio èrimafo,che il Doge uà la vigilia della Purificati© • ne a quella chiefa, come fi ha detto.
For. Per certo che quella fella doueua effer molto ho- norata.
Ven. Ella era tanto honorata, e cofi celebre, che la legge del 1341. con parole piene di dignità la chiamò nobi- le^ fam ola.
For. Gran peccato, che scilinguino cofi fatte memorie.
Ven. Il mondo porta cofi, che lecofealungo andare ven- ghinoalfùo fine. Ma per continuare il noftro ragio- namento, era in ufo un'altro collume, ilqual per© era tra nobili folamente , & era quefto : Che quando lofpofo haueua data la mano alla giouane ,ficondu- ceua la fpofa alla prefenza del Principe ; credo io per- che folle come teflimonie della parentella contratta trai oro, acciochei figliuoli ,che doueuano nafeere, s'ammetteflero al gouerno della Repub. fenz alcun al tradifficulti;laquale ufanza fu poi riuocata l'anno lyoi, perle molte occupationi dei Doge, e in quel ca bio fu ordinato, che i contratti nuttiali da 1 000. duca- ti in su, fi dettero in nota all'officio de l'Auogaria: e eh inafeenti finotaflero parimente in detto officio, & fi come s'andaua allhora al Principe , hoggi Tufanza è quella. Contratti gli iponlàlitii, tuttala nobiltà de gli huomini fi riduce alla caia della nuoua fpofa; la doue efiendo lo fpofo co'fuoi più ftretti parenti ; riceue lie- tamente chi uiene alla fella; porgendo a tutti la delira in fegno di amore . Ilmedefimo fanno le donne, ma un'altro giorno a ciò deputato. La nuoua fpofa fé ne uà poi quando è fpofata in Gondola fuori del felze, co i capelli giù per fpalla, pofta a federe in luogo rileua- to , iLqual modo fi chiama andar in T ratto, ne fi fa per
altro
<P R I M O. li
altro, fé non perche fi fappia da tutti , quella effer no* uellafpofa, & moglie del talgentirhuomo.
For. Veramente ch'in queita Repub.tutte le cofe riguarda no a qualche fine,& utile hofìorato.
Ven. Io non credo che mi bifogni contami i priuilegii, che hanno le donne perlelor doti , & che doti fi diano , e qual legge fia fatta in materia di dote f e come fi paghi la uedoua della fua dote : perche uoi potrete a uoglia uofìra ueder tutte le predette cofe nel noftro itatuto. Vi aggiungo ben quefto, che uoi trouarete fempre, ch'i noftri hanno attefo molto a indirizar le perib-< ne alla religione, alla humiltà, alla riuerenza,ealla modeftia. E perche uoi uediate, ch'io ui dico il uero, ni racconterò a quello propofito alcune cofe confor- mi alla mia proporla.
For. ,Voi mi dilettate grandemente,
Ven. Quato alla modeftia noi riabbiamo, che l'anno 1414* fu proueduto che- i Prelati del dominio no permette!- fero^che folle ior dato quefto titolo di Monfignore.
For. Cèrto fegno di molta humiltà.
Ven. 5'ordinò parimente del 1334. ch'i corpi de morti no andaifero alla iepoltura licititi altrimenti che co una fchiettaftamigna; eccettuando pero da quello orbine il Doge,i Caualferi, i Dottori, i Medici, perciò ch'ef* fendo noi poluere,e ombra in queito mondo , fi come ^umilmente nafeiamo, cofi parimente debbiamo hu- milmente partirci.
For. Santamente nondimeno io houedutapur hieri una, pompa funerale pur troppo grande, & otto di fono vn funeral in fan Marco.
Ven. Voi di te il uero, perche le cofe fi fanno hoggi altra-* mente. Ma quel che uoi uedcite hieri fu il mortori** del noièro Cancellier Grande , ilquak fi come di gra?- do è il primo tra Cittadini , cefi e anco honorato pef l'officio ch'egli ha. Et però quando fi porta alia fepol- tura gli R fanno le cerimonie che fi tifano anco al Pria cipe morto. Conciofia che tutta la chieiefia Fao
B 3 ceni-
ti LIBRO
compagna , dopo laquale uenutoil morto,feguitail Doge con la Signoria ueftita a bruno. Et ripolto in chiefa gli fi fa l'oration funebre. Di qui è , che fifuol dir uolgarmente,che tra Nobili il maggiore e il Doge, tra i Cittadini il CancclJier Grande, e tra la plebe mi- nuta il Capitano Grande. Del flirterai di fan Marco egli è quello, che fi fa al Cardinal Zeno. Coftui fu ni potè di Papa Paolo Secondo, e fu penitcntiero della chiefa,e trouandofi alla morte ricchiflimo, (ecc tefta- mento, elafciò grandiiììma quantità di dinari al Sena- to, ilqual gli fece quel Caffone di brózo ch'e in quella capella colà in fan Marco. Et per memoria fua ogni anno,a tanti di Maggio fi fanno le me funerali in chie- fa, alle quali fi truoua la Signoria. E ben uero, che per la lunghezza del tempo , e per l'occupationi delle fa- cende era fiata intermeifa cotale ufanza; ma hatiendo Ja rinouata il Senato per ibllecitudine di M.Pietro Ze no, che fu capodi Quaranta; s'andrà con tinuando in perpetuo a honore di quella famiglia Illu/lrifiìma , Ja- quale piena di Capitani, di Principi, de Senatori, & di ualorofi huomini, è fempre ftata, & e in fommaripu- tatione,dellaquale é ftato M.Nicolò Zcno,di cofigrait «alore, & di coli alto giudiciojcfi'ogmuno Tammiraus come grandifs. parto del fuo chiari fs. 'padre, mi molto più del fuo grandiflimo Alio. Ma lafciarò horaquefto ragionaméto da parte, e tornarò al proposto, & dico, che quanto alla religione; in qual città fon lechiefe meglio officiate di quefta ? Noi habbiamo fz. paroc- chic, che fono come 8 1. uefeouadi, le cui chiefe prin- cipali fon gouernate da honorati Piouani , & di buoni coftumi,chc fi creano da coloro che hanno itabili in quella tal contrada. Qjjefti hanno tutti affai ho- noreuole entrate, & mantengono le chiefe con quel- la riuerenza, e con quella diligenza, ch'ogniun uede. Ricche di paramenti, di reliquie, d'argentarie,di ador namenti,c di tutte l'altre cofe neceflarie al culto diui- aoj di modo , ch'io non so , qual cine fa , per picciola,
ch'ella
¥ K 1 M O. »r
ch'ella fi fta, non habbfa l'organo almeno- Del popolo {K>i, non uifauello con quanta diuotione egli attenda alla religiotìe , quali limoline fi faccino, & publiche, & priuate, non folamcnte minute, ma grolle, & di da- nari, & di farine, & di cafe. Et perche mi cade al prò- polito in queft o luogho, uoi hauetc a fapere,che que- lle itancie qui appreHb al Campanile, fono 1 e tre Pro- curane di San Marco.
or. Dichiaratemi meglio quello termine.
^cn. 11 Magiitrato de Procuratori è riputatifs. in quefta città , ancora ch'egli non fia di quelli , ne'quah confi- ftela uirtù della noftra amminillratiòne, ma è honora to, percioche quella degnità,si come quella del Doge, fornifee conia vita. Anticamétc era un pròcurator fo- lo, fatto per procurar le cofe del tempio di fan Marco, e i fuoi facri thefori . Nella morte poi tir Sebaftiano Ziani , hauendo egli fatto un gran lafcio a San Marco, le cui entrate follerò diftribuite dai Procurator,& non potendo un folo efler pari a tante facende , fu necefia- rio crear un'altro Pròcurator, ilcfual procurale il la-? feio del Ziani. Moltiplicando poi ilafei, bifognò crear l'anno 1 170. il terzo j elfendo Principe Riniero Ze- no. Et diuifero lefacendea quello modo ; ch'uno cu- raua il Tempio -3 un'altro i lafci di coloro , che habita- uano di qua del Canal grande^ il terzo di coloro , che habitauano di là dal detto Canale.Et però diciamo la Procuratia d'Vltrà, di Cifra, Sedi Supra,ch'è quella della chiefa. Ma uxucndo ancora il Zeno fu creato il rjnarto, & fatto collega a quel di S. Marco, e coli di mano in mano véne ogni Piocuratiaad hxv.cz tre Pro* cura toriper una. Quefti huomini sdunque coli ripu* tati grandi, dei corpo de quali fi fanno per lo più i Do» gi, prooofti a tante heende, fanne cod eieuate elcmo-* fine, eh e uno ftupore, percioche danno cafe , marita- no donzelle,&cofi fatte altre oneratic-iii.
r or. Per la lettura delle Kifrcrie ho in effetto neduto co- le grandi quanto alla religione di quelli Signori, ma
B V noa
i4 £ I B' R O
non così particolar,che mi piace molto , laqual cofa è càufata anco da buon fondamétorperche a quefta Rep. è auuenutoquel,dh'a nefìWaltra ne tempi andati, cioè d'efìernata-Chriitiana,e libera in «n tempo medeiìmo,
Ven. Tale e nata come voi dite, & luna cofa & l'altra fu fempre ftimata da noi. Et non lenza mifterio noi uede te la chiefa publica uicina al Palazzo; perche la logge che conferita la libertà col mezzo della Giufìitia Ri- guarda dal fuo domicilio, che è il Palazzo , la religio- ne porta nel tempio; & fpecchiandofi la legge nella re- ligione, a gara l'una dell'altra conferuano quello Do- ftiinio.Ma torniamo hora a quella modeftia dellaoua- le noi ragionauamo.Douédofilagiouétù apparecchiar nelle Tue operationi per douer riufeir grauilTìmi Sena- natori, hanno feruato un medefimo coilume di uiuerc così ne gli anni più teneri, come anco ne più perfetti, & maturi. I minori d'età ne'tempi paflfati, e ne'prefen-' ti,riuerifcono i maggiori , acquiitandofi intanto hono rata lode di gloria. Qu etti per effer giudicati da gion3 ni degni di honorem quegli altri per mollrarfi obedié- ti a coloro , nel luogo de quali debbono a qualche té* pò venire. La giouentù ne luoghi publici di San Mar- co fallita i Senatori come padri della Rep. cedendo lo ro nelle chiefe, ne cornuti , e in ogni altra cofa il luo- go , come debito a uecchi.
Por. E poi ci marauigliamo che i Lacedemoni ftan lodati da gli fcrittori, perche igiouani honorauano i uecchi.
Ven. Ma qual altra cofa è più graue, e più piena di modeftia di quella, che fuole oflcruar la nobiltà in gran Confi- glio, allhora ch'in gran parte s'adunano infieme ? Sie- de principalmente il Doge realmente uelìito nel fuo tribunale in luogo aliai rileuato da terra . Dalla man delira ha uicinitre (àpientifììmi Configlieli accompa- gnati da un de capi della Quarantia Criminale. All' incontro del Prencipe dall'altro capo della grandif- fimaSala fiede un deCapi dellllluitrifsimo Configlio de Dicci. Non molto indi lontano fi perfa uno de
gli
ì> R I U «O. z?
gli Auogadori di Commune . Ne gli angoli de gli fpa- tii della gran Sala Hanno gli Auditori uecchi, e nuoui. Nel mezzo fono i Cenfori.Il rettane e de nobili fi met te per ordine , ma in luogo menrileuato, cioè net pia- no della gran Sala. Ilqual ordine quanto fìagraue e pieno di modeftia a vedere, non occorre ch'ioildica, perche la reuerenza de fommi ma°;iftrati,accompagna ta dalla maellà della canuta bianchezza de Senatori, è ilimolo potentifs. a bene operare, e freno faldiftimo alla giouentù, che honeftamente fedendo, honeihmé te parli, & afeoiti. Ma che ui debbo io dir dell'amore uolezza tra l'ufi Msgiiìrato , e l'altro ? bdliui quella fola del Principe uerfo j nobili , e un'altro del mede- fimo uerfo il popolo tu tto.
por. Dite,
i yen. Il Principe nofìro capo, quafi ottimo padre di una il- luftre famiglia, che uiua lotto un medefimo tetto, o - gnianno dimcftra,con picciol pegno, ma con grandifs. amore, il Ilio (incero animo a tutte le qualità delle £- fone nobili , che vanno in configiio . Perche il giorno fegnente al di Natal di Chrifto, egliinuita alle lue ma gnifiche tauole,i Consiglieri, i capi iliuftrifs. de X- gli Auogadori,i Sig.Capi di Qua ranta, e tutti gli altri Se natori di grado. Il di poi di S. Marco noftro Protetto- re, chiama feco altri nobili, ma più giouani d'anni. La terza uolta il giorno de TAfcenfione , ritornato da duoi Cartelli, ritien feco coloro che l'accompagnano. L'ultimo conuito lo fa a giouani il di di San Vito , & Modefto. Ma perche la memoria del Pren ciperi polla più lungaméte conferuare, dcrta a ciafenno de nobili, che mette ballotta in có^glio , una moneta d'argéto a queftofpecialmente ordinata, nella quale da l'un de lati é fcritto: Nicolai de ponte venetiàrvm Principis mvnvs axn.i. in luogo della qualefi dauano prima alcune uccelle manne.
For. Fermateui digrada. Io non inteudo due cofel'una, perche cagione il Principe elegga a far conuito in f quei
^ LI B R O
quei dì, che voi dite : l'altra, ch'io non so, che cofa fo metter ballotta.
Ven. Lafciatemi prima narrar quel, ch'io hopropdfto , poi ai rifp onderò-.
For. Dite pure.
Ven. Il Principe ogni otto giorni difeende infame co'Corl figìicri,eco'€api di Quaranta alle Corti da bando- ne i Giudici rcndon ragione. Egli circondando i due corridori di Palazzo,oue fono i Tribunali de Iufdicenr ti.fi ferma a ciafeuno oflicio , e ricorda a Giudici , con calde,egraui parole, che oliere ino incorrottamente Ielcggi,acciochetalifepoilìnoa lor fuceeflTori lafcia- re; quali dlì le hanno trouate. Intanto , i miferabili che fono oppreilì,& che non pofTonohauer il Tuo in- tento , gli fi raccomandano prcftrati in terra : & elio , imponendo l'efpedit'on di quei tali a Giudicr,fcorre % quel modo tutto il Palazzo.
Por. Et di che giorno fi può ueder quehVefretto ?
Ven. Di Mercordì per le^ge, benché qualche Principe ua- da anco in altro di che di Mercore . Et non uò lafciar- ui di dire,che il Mercordì la mattina a meza terza , fo- nando le campane a doppio , il Clero di San Marco fa una nrocerfìone ordinariamente intorno alla chiefa, trouata forfè da nolrri antichi, accioche douendo il Principe fra due hore dopo la proceilìone circuir il Palazzo, i religiofi preghino Iddio cheinfpiri il Prin- cipe a conorcer fé i Guidici fanno rettamenrc 1 officio. For. Bello, & honorato ordine in uero ,& non piccioli
amoreuolezza del Principe ucrfo il fuo popolo. Ven. Ora per rifponder all'ultima dimandi, che uoi mi fa- celli pur hota, (ch'alia p ima non mdugierò molto) dico che metter ballotta non uuci dirai tro che dar il fuffragio in Con figlio . E noi diciamo ballotta quel che gli antichi chiamauano fuftngio . A Romani piac- que dir pillila; e noi fappiamo che nelle moderne Re- publiche eccole atto fi faceua con faue L>ianehc,e nere, cola anco uiàta ne tempi di Pitagora. Noi di qua
hab-
PRIMO. i?
Gabbiamo in 'memoria che l'anno 11S3 . fi vfàuan le dette ballotte di cera.ma perche auuenne, che talho- ra ne reftò qualch'una attaccata a boiloli , ne quali fi mettono, s'ordinò, che fi facelTero di pezza di lino , si perche non imbratti le mani, e sì perche cadendo non fipo/fa dalfuoromor fentire in qual boflblo, ch'ella fia mefia . Et ancor ch'elle fian tutte bianche , nondi- meno fifa con quelle giudicìo di si,& di nò,per la qua- lità de bofloiijiquali fon fegnati,o di lettere,o di colo- ri : Et quefto vi badi quanto al metter ballotta . Refta hora ch'io vi dica perche il Principe faccia conuito a Senarori il di deirAfcenfione , & vi harò fa- tisfatto.
Fon Co fi è.
Ven. Quando Papa Alefian'dro Terzo fu perfeguitato da Federigo Barbaroffa Imperadore , fi ridufle per più fi- curezza in quella Città ,?& effendo nafcofto tra Frati della Carità , fu finalmente conofciuto col mezo d'un certo Comodo^la onde publicnta la cofa , Sebaftiano Ziani , che fu vn de valorofi Princip i , ch'a fu oi tempi follerà al mondo, prefe a difendere il Papa, e fatta vnav grofs 'armata , venuto alle mani con Ottone fìgliuol dell'Imperadore,lo vinfe,e prefe. Il Papaj nel ritorno del Ziani con la fua vittoriofa armata,andò a incontrar lo a Caflelli, la doue abbracciati infieme per allegre^- za^il Papa pofcin dito al Principe Yno anello d'oro, e gli diffe.-Riceui quell'anello o Ziani,e per mia autto- rità,con quefto pcgao ti farai foggetto il Mare; laqual cofa tu,& i tuoi fuccefibri ogni anno in tal giorno oficr uerete,accioche quelli,che hanno a venire , intendine» la Signoria del Mare , per ragion di guerra , efìTeryo- ilraj & come la moglie all'huomo , cofì il Mare al vo- ilro dominio cfler lottopofto . Cofi dice il Sabcllko < Et quella è la cagione adunque , ch'ogni anno il Prin- cipe col Senato va a benedire il Mare,in riconofeimen- to d'efierne padrone. Dalla qual cofa è nato , che nìun può nauigar per il Golfo lenza noftra- li cernia- . £^
perche'
1$ LIBRO.
• perche ncll'andar a'Caftelli , vanno i Senatori-, come fi ha detto>tornando poi tardi dal predetto iuoco ,oue fi celebra la Meliaco n alcune altre cerimonie, fi reca- no i Senatori a definar col Doge in fegno d'allegrez- za^ di feita di cotal fponfalitio.Non voglio già reitar di dirupa quello propofito, ch'alcuni diccno^he la det . ta ceremonia di benedir il Marchi fa per rifpetto di co loro, che {ì muoiono per fortune, fenz'akunfacramen to di Chiefa . Ma io tengo che fieno in errore , perche noi diciamo,ehc la Signoria fpofa il Mare per vigor del , le parole dette ih\ Papa al Ziani,& fi ha legge,che co- - tal gita non fi polla a modo alcun riuocarc. For. Coli credo io.
Ven. Dalla predetta vittoria nacque parimente Tufo dei
-portar gii ftendardi innanzi alla Signoria , i quali fon
. di diiverfi colori , ma però tutti con fignificatione ; la
Sedia d'oro fu Umilmente conceduta dal papa in An-
. cona,&le trombe d'argento , e l'ombrella , laqual già
foleaa nella fna cima hauervna Nuntiata . Hebbe
parimente il Doge dal Papa il Cero bianco , che gli R
porta dinanzi;è fu ordinato il Primicerio in fan Marco,
ilqual per legge del i47&.nonpuò efìer fé nou nobile,
&infommafu dal Papa con cofi fatti priuilegi giudi
cato degno d!mperio,perciochela vitroria,che eih* ac
quiftarono per conto della religione, cóntra l'Impera
dore,fù di foni ma riputatiortealla Chiefa,& ài grande
honoreuolezza-a quella Città.
For. Hauendo voi conferuatalavollralibcrtà incorrotta,
& di fefa l'Italia conlavoftra potentiadagrinfideli,i
quali a quella hora farebbon Signori , ui fa degni di
honore.
Veti. Quato al giorno di S.Vito,habbiamo,che l'anno 13 io.
fu da al cimi federati fatta una graue,e importante eon
giura,ma parie alla bontà di Dio di farla {coprire ; per
laqual cola creati i Sig. X. fu dato cafligo a'delinqucn-
ti,& mefsa una colonna per memoria a S. Agoftino,
con alcuni uerfi uolgari, ciò fignificanti , e s'ordinò,
per
P R I M O. i9
per tanta gratia riceuuta da Dio , che quel giorno nel
qualfi fcoperfe il trattatoci Principe uifitafse la chie-
fa di S. Vito,& per quefto cóuita i Signori più giouani.
3r. Fino a qui ho a pieno imefo aiTai cofe , ch'io non fape-
ua.Ma io vorrei che noi mi diceili (hor che mi uicne a
mente)alcuna cofa4s'jo non ili interrompo.
en. Addomandate pure,ch'io ni rifpondero uolentieri.
or. Adunque uoi mi direte, ciò che lignifichi lafeftadi
Piazza, che fi fa il Giouedigrafso. en. Io la Tento molto biafìmar come debile e di poca im- portanza^ molti dicono che fi dourebbe leuare;non- dimeno ella ha il fuo principio , & fi celebra per antica memoria di una uittoria riceuuta da quelli Signori, e come cofa antica fi mantiene e conferua : perrioche Vlrico Patriarca d'Aquileia , che fu feditiofo , e mal- uagio htiomo a fuoi tempi , e feommunicato dal Pa- pa, moleftaua con noioia guerra il Patriarca di Gra- do, perche non poteua con animo quieto fop portare ■ che quel Patriarcato douefse precedere al luo . Et perche la caufa per la parte di Grado era giiifta,ricorfe per aiuto,a quelti Signori, i quali di già gli erano in- chinatila onde fatto .efsercito,e ti enu ti alle mani , Vl- rico fu prefo da noftri,elafuagentefu rotta. Conipo- fta poi la cofa , nelle conuentioni del fuo rifeatto , fa mefso, ch'egli non molettafse Grado peri l'auiienire: Ch'ogni anno il di della Vittoria mandafse 12. porci, en.panni.E fu ordinato ch'i porci,infiem« con un To ro fignificatiui ancor e!li,douefsero in piazza efser pu blicamenteamazzatitrà il popolo; fopralaqualpiaz- za fofsero alcuni Cartelli di legno da combatterfi,per rapprefentare la guerra fatta col detto Virico. For. Chi riprende cofe tali fa male , perche fi uede in cCsq un cerco non so che d'antichità, che luol elser fempre uenerandaapprefsociafcuno-. Et nel ricercar le-cofe antiche, fi ritrouanoanco,quafi come gioie , afsai ma- terie , che dilertano , & che qualche uolta giouano al- i'occafióni.
Nelle
3-e LIBRO
Ven. Nelle noftre antichità fon molte cofe incognite al- le pedone, lequali mi dilettano grandemente, perciò che col penfìero mifuro quei tempi , & con quella mi- fura veggio i prefenti , & quanto più mi piacci- noò nò.
For. Se vi fouuicn qualche cofa , non vi fìa graue il dirlami.
Ven. Quando i noftri vicinine moleflaunno, cioè i Turchi, e i Genonefì , s'attendeua molto alla militia di mare, eigiouani s'eflercitauano aliai, però Tanno 13 1 8. ha- ueuano quello ordine , che per ogni contrada i gioua- ms'adunauaooidi delle felle, & mertendo vn tanto per vno , proponeuano vn premio a chi con la bale- stra percotefle vn fegnoda lor dcitinato . QueuYef- fercitatione faccua molti baleftrieri eccellenti, laqual forte d'arme è propria da mare;e in quei tempi le baie ftre s'ufàuano di corno. Quefl'ufanza fu dalle contra- de trasferita a Lio, con premio proporto dal Dominio a baleflrieri,a bombardieri , e a tali altre forti di genti. Ben che poi in loco delle baleflre , che fono andate in deluetudine,fi fìa introdotte il tirar con i arco , & con Je frezze.EtTanno 13 15. fu proueduto ch'ogni anno fi facefie vnaragatta il di di S. Paolo con legni di yo. re- mi per vno , al veder della quale s'adunaua per le cafe lbpra il Canal grande tutta la nobiltà delle Donne.
For. Quelli eflercitij non erano fuor di propofìto, ma non vi dimenticate di dirla cagione perche il Doge vada a Santa Marina.
Ven. Andrea Gritr Principe di honorata memoria, acqui, ftò Padoua, che s'era perduta fle tempi di GìuIìq Se- condo, la qual però fi diede a quelli Signori lòtto il Doge Michele Steno l'anno 140^. Et a quello propo- sto mi ricorda hauer vcduto,cIie l'anno 140?» 1° Ste- no,allora che i Padouani vennero a darfì,fì velli di vel- luto bianco con tutta la fua famiglia , e fatto vn palco grandiflìmo appreiìb la chiefa di San Marco , riceuè
con
P R I M O. 3r
co» fomma fella i Padoua«i A mbafcisdorf , e France- fco Zabarcl la Dottore fece roràtione.Ora,pèr toma- rea propofito , delnuouo racquifto fatto dal Griti ih quei disordinò quella folennitài
ror. Mi paranco chela Signoria vada alla Carità, & a fan Giorgio.
Zen. Per quella inedefima oecàfione che lì diffe di Papa Aìellandro, nacque la gita della Carità, conciofia che <}uel Papa diede a quel Moneterò vna indul^entia pie naria in perpetuo , accioehe , concorrendoli i in ogrii terapo,atre d5Aprile,tuttò il popolo , fi tenérle verde la memoria del fuo nafeondimento , & di tutta quel- roperatiótì che feguì da quell'accidente . Ma la gita a fan Giorgio procede , perche il corpo di fan Marco fu la prima vòlta portato a quella chiefa, la qual fu gran- demente beneficiata dai Principe Ziani , & però fu ór/- dinato Tannò 1307. che quel ài furie feftiuo.
por. Che vuol dir chehierila Signoria andò colà a quella chiefa in capo di piazza ?
Ven. Quando Narfete ftièittìfe a Belisario nel maneggio della guerra contrai Goti iu Italia, quelli Signorigli dierono ogni fauore con lelornaui,IaondeNarfetc fece votò , vincendo l'ini pre'fa, di edificar in Venetia " Yna chiefa a S. Me»a,& Gcminiano : Ottenuta la vh> " toria, la chiefa fu fatta iù la piazza,ma quali a mezo . Auenne po^ch allargandoli la piazza , parue a Signo- ri S. rowinar quella chiela;e rifarla doue fi troua al prc fentc; &perche biibgnauanel rouinaria tor la licenza «lai Papa,ilche non fu fattoci Senato per vna certa fa- tìsfattione fi mife ogni ottaua di Pafqua a vifitar Ja prc «letta chiefa * laquai vfanza è peruenuta fino a di no- ftri, e quella andata diede occafione,che dei 135^4. fu ordinato, che fi iaieggiafie la piazza come al prefen- tefitroua.
Por. Io ho veduto che'i Principe con la Signoria va il gior- no di Santa Giuftina a vifitar la fua chìefa, & Yna delle domeniche di Luglio va alla chiefa del Redentore
non
-ji LIBRO
non ancor finita alla Giudeca,cofa che mi pare,che già tempo non faceflerOnde mi farebbe caro parimente fa per la cagione di ciò.
Ven. La gita di Santa Giuflina hebbe principi o quando in tal giorno Tanno 1y71.fi ottenne quella felice, & me- moranda vittoria contra Turchi,che fu la falute,fi può dire, non di quefta città folamentc, ma di tutta anco la Chriflianità . Io so che fapete molto bene TIftoria , & per ciò non dirò altro , fé non che per detta vittoria fu ordinato, che in tal giorno ogni anno con pi oceflioni folenne fi vifitafle la detta ehiefa,
For..Queftomibafta quanto a quefta andata, hor mi dite quella dei Redentore , & perche fi fabtichi detta chiefa. •
Vcn, L'anno 157? . efifendofi principiato in quella città a morire di pefle,&tuttauiacrefcendo, Tanno fequente venne a tale , che non vi potrei dire in che mifero ter- mine folfe ridotta , che tutti s 'allontanavano da lei , & di quelli, che vi reflauano, ogni volta,che loro accade- va amalarfi,& di che fi folle malatia,bifognaua che pen fallerò di morire,pcr che col dubbio delTefler appetta ti,il padre abandonaua il figliuolo,il figliuolo il padre, Ja moglie il marito,& il marito la moglie; onde morti, erano miferaraente e portati da pizzigamorti ajii La- xareti.Cercarono quelli Illuftriffimi padri mille ma- niere di rimediarui , ma feopertofi ogni humano pote- re uàno,ridottifi in vno,fi dilpofero di metter ogni lor rimedio nella mano del fommo , & onnipotente Dio, & così votarono difabricar elfo tempio. Ilqual voto a pena fatto, fi vide miracolofamente celiare la pelle , §c in vn ifteffo punto annihilarfi afatto. Per quella occa- sione dunque fi principiò a fabricar ella chiefa, lotto il nome del Redentore, poi che ci haueua redenti , & andar alla fua vifita folennemcnte , il giorno che dicefte.
Fot. Si vede vetamente che Iddio è flato , & è il protettore di cjuefUfant.a Repub.& appunto fi può dire ch?; hata
bidi
PRIMO. 55
bìdiieì particola!* penfiero : Onde ragioneuolmen- te fu figurato nel gran Confìggo fopra oue fiedeil Principe,quafi che fopraftia a tutte le deliberationi, che fi prendono. V«en. Per memoria uoilra faperete, che del 13 41 .fi inco- minciò a far dipinger detta fala , & del 1474. fu rifre- fcatain certi luoghi oue era caduta; ma poi fi abbrug- giò Vanno 1 777. con vniuerfal difpiacere, & fi è rifate ta poi nel termine che uedete. For. Per certo fignor mio, che le pitture di queffo fala mi diedero già affai che fare in confiderarle bene , perciò che per uarietà di maniera, Se per vaghezza di pulita leggiadria ui fi trouauà gran fatisfattione. Ma non me no mi fan marauigliare quelle nouellaméte fatte 3 an- zi da quelle compiendo, che di tutte le arti fia quella città perfetti Almamente adornata. Ven. Vi dilettate uoi forfè della pittura ? For- Qualche poco. Mi piace anco la Scoltura, e PArchit
tettura allai,ma non me ne intendo molto. Ven. Haueteuoi ueduto quel che è in quella Città nelle
tre profeilioni, che uoi dite ? For. Non ho ueduto gran fatto cofa. ch'io defideri» ma ho
intefo raccontar merauiglie. Ven. Gentil'huomo , accioche anco in quella parte voire- ftiate con qualche contento, hor ch'io ueggio , che ui farà grato quello ragionamento, ui farò chiaro del tu t to;ma io uogliojche noi cominciamo dalla Pittura, co meda cofa che fu introdotta più anticamente in que- lla Città,che nò fu la Scoltura,& Y Architettura. For. Come ui piace.
Ven. Noi habbiamo pitture di molto tempo, come ne face uano fede i Ritratti de Principi, che erano nelle lunet te delfofHttato della gran Sala del Coafiglio che dite giàiiauer ueduta ; nondimeno uiue nella noilra me- moria Gian Bellino,& Gentile, For. Gli ho Tentiti ricordare .
Ven, Co&or© ne lor tempi furono filmati afTai, intato cji«
G Ugran
34 LIBRO
il gran Turco ne richiefe uno di loro a quefto Dorai- tiioj ilquale andato, e;finito quel che il Turco uolfe, ritornò di qua molto honorato,&premiato.Era la lor maniera molto diligente , e quafi miniauano , ma pec- cauano più tofto nella troppo diligenza , perche le fi- gure nella lor qualità ueniuano a eiler non morbide. &di,nó molto rileuo. Ora coftoro hano dipinto nella gran Sala quadri di molta eccellenza. Et oltra i qua- dri, per la Città fi trouano diuerfe opere , Com e in S. Iob, in fan Zaccaria, nel Pregai cera quadri, & fi veg- gono alcune noftre donne molto belle e deuotej tra le quali a me pare che ottenga il principato di tutte, vna Madonna ch'è in mano del Mag.M. Simon Zeno figli- Bolo del Procuratore , laqual è miracolofa. Ella è in un picciolo quadretto , & è in maefli . Sta in atto di leggere l'officio con le mane incrociate al petto , con tanta modeftia, e con tanta uenuftà , ch'io non ho ui- ilo mai meglio. Dopò coftoro uenne Giorgion daCa- ftel Francesi più uiuace manicra,Di coftui habbiamo affai cofe, & la faccia del Fornico de Todefchi , che ri- guarda fopra il canal grande,fù dipinta da lui. Fu poi Paris, Bonifacio da Vcronna, &il Pordonone, ma tan to meglio il Pordonone de i predetti, quanto che egli Jiebbe più uiua forza,& più bel colorito de gli altri nel le fue cofe. Fece il Pordonone il ioflitto della nuoua Sala perlaquale fi pafla andando in Configiro,che do- mete hauer ueduta prima che fi abbruggiatf e,nellaqua le opera moftrò, ch'egli era faldo di maniera, uiuace nell'attitudine, e ne gli feurci di fomma cccclléza, co- me anco fa fede il cauallo , ch'è dipinto su la facciata della cafa de Talenti, oue parimente fi uede una Pro- ferpina di rara perfettione, & molto uagaj e fé non mo riua sì prefto , ueniua a gran colmo di gloria. Ma che uolete uoi ch'io ui dica di M.Titiano?
For. Di Titiano voi non potete dir tanto , che bafti , egli è troppo conofeiuto dal mondo.
Veo. Quefto huorao illu&re bà di gran lunga aoanzato tut
Ù
PRIMO. $f
ti gli altri che ho detto . Si uedeuano nella Sala del Configlio due Quadri -, l'uno del Papa che mette i piedi fu la gola a Federigo, l'altro d'una zuffa, ma fat- to ultimamente, nequali a parte per parte fi veggono i miracoli del fuo diuino intelletto. Et oltre le elette opere publice, qual è quello huomo di qualche inge- gno, o di qualche ricchezza,chc no uogln un ritratto di ma di Titiano? Ne'quali, ritratti ne Appelle,ne Par rafiolo potrebbe agguagliare.Habbiamo hora Iacomo Tintoretto, tutto fpirito, tutto prontezza.Di quefto io ui dirò ben il uero,ch'eglifolo ha più dipinto in qu« ita Citti, e per altri luoghi,che non han fatto quanti Pittori io ui ho detti di fopra , percioche egli accom- pagna la mano col fuoueloce intelletto rè pieno di viuacità,e per la fua maniera ha del rilieuo. Dell'inuc tione è abbondante, ma non ha gran patientia, lacua- le fuol condurre a fine ogni coia, e certo c^cgli ab- braccia troppo.
*or. Nafce forfè da defiderio , o da grande' amore", ch'egli porta a quefta arte, o da capriccio: per che quefti huo mini di quefte profeflioni fono molto bizzari,& io in- tendo ch'egli e gaiant'huomo.
fen. Au>reffo i detti, ci fono, Paolo da Verona , & corapa grn^i quali hanno dipinto le Sale del Conf. Illuftrifs. de X, opere ueramente di di fegno, & gentili, e pur ho ra il detto Paolo comincia a| farli cognofeer per raro «ella fua profeffione,& anco nella fua dolce maniera di eonaerfar, e praticar con le perfone. Giufcppc Sal- uiati adorna parimente la noftra Città , non iolo con le p£Éturc,ma anco con le cofe d'Aftrologia,nelie qua- li egli è pur troppo eccellente. Coftui nelle pitture a guazzo eccede ogni altro Pittore , colorifce bene, ha
, gran difegno, & éuago e dolce nella fua maniera . La facciata della Cana de Loredani a San Stefano è fua. Nella chiefadVFrati Minori è un'altare, opere pelle- grine e gentili. Mi uiene a memoria Umilmente An- «frea SdiiaJioae^attùuSemolclli,!! Palma,&il Liei-
C 2. nio
J4 LIBRO
nio, iqualiin difegno, e in ogni altra parte della pimi ra. Tono eccellenti maeftri : Ma cheuado io racconta do quei che uoi forfè fapcte meglio, di me rHabbiate per fermo , ch'in Venetia fon più pitture, ch;in tut- to il refto d'Italia.
For. Egli e bene il douere,ch'cfTendo noi i più ricchi huo- mini d'Italia , riabbiate anco più cofe,& più belle de gli altri; perche gli artefici uanno doue che corre il da naro, & doue che le genti fon morbide , e gralfe. Ma parlate un poco della Scoltura.
Vcn. Le Sculture fono anco affai , ma non in quell'abbon- danza che fon le Pitture, perche quefta ne diletta ma cochelaPittura,nfpeuo ch'ala non ha vaghezza co me i colori , & perche ella e ,uta anco conofeiuta più tar di della Pittura. Con tuttjquefto i noftri la han- no ftimata aliai. Voi vedete quante hgure fon su la Ghie fa di S. Marco, e quante ne fono anco dalla par- tedi dietro di detta Chiefa eneriefee in Palazzo fo~ pra alla Corte; nondimeno di unte ligure non fi iliiiu fé non lEua e l'Adamo.
For. Chi {^ec quelle figure ?
Vcn. Andrea Riccio. Ma fé per cofa di bronzo volete ue- deruna marauiglia, tenete mezzo diueier il Pail« ch'era già di Monf de Martini, & poi fegnateui. Inten- do ch'il Cardinal Ridolfi volle dar in Vicentina vn be- nefìcio di 300. feudi l'anno a Monfig. per la detta figli ra^ma il Martini rifiutò il beneficio, tal era il bello ani mo di quel gentilhuomo . IVendramini da S.Fofca hanno un bellici mo ftudio, doue fono difegni di ma- no di tutti gli huomini eccellenti, che fono flati, S: che fono anc or viui.Quiui vedrete parimente rilieui,e te- fte in gran quantita,di maniera che vi fatisfarete affai. Il Reaerendifs. Patriarca d' Aquilea,eioe il Grimani,fl diletta finalmente di cole tali, e fra la moltitudine del le cole ch'egli hà,vedrete vna Venere molto notabile, e degna di effer hauuta cara da ogni grande huomo. Erano anco alcune belle cole appreifo M.Gia Matte»
Bembo
P n 1 M O. 37
lembo Senator Illuftrifs. e chiaro.Ét il Lòredano dà S.Pantaleone entra in quefto numero. E M. Aleflan- dro Costar ini raro & corteiìfs. gentilhuemo, pet cori rodi Medaglie fu molto notabile. Mahor5.il fclarifs, M. Federico C@ntafini vno de Procuratori diSupra, ha un ftudio fornito di antigaglie, Scaltre cofe rariffi- me,che lo fanno riputai- in ciò di hauer pòchi pari. Ma ritornando alle ScoltUreche fon in pr.blicc,voitro-* uarctea'Frarivn'altare doue è un San Giotianni Bat- tila di legno: opera rara certo, & di Còtto ha ferino DonatellusFlorentlnus. Fpr.La fama di quefto Scultore non fi perderà mài,percio- che io ho intefo dir, che da gli antichiin qua non fu il meglio. E pacando per Padoua confiderai molto il cu uallo ch'è su la piazza del Santo . È volli fimilmente veder le hiftorie di bronzo che fon dietro all'aitar gra de di quella Chiefa. Yen. Vi piacerà parimente ne Fràri vn'altro fan Gio.Èatti- fta di marmo pofto fopra una pila d'acqua fantà, vici- na all'arca da Cà Pefaro,fotto ìlquale è fcritto : laco-* bus Sanfouinus Florentinus. Fot, Et anco quefto Scultore ho intefo>ch'è de primi, e mi fouu iene hauer uedutoin Roma,e inParigi, e in Fio- renza molte delle fue cofe. Ven.Voltateui in qua e vedrete affai delle fue cofe. Que* fta Loggia è fua opera, e quelle quattro figure di bronzo. Fox* . Io confiderauò quella mattina , quefte figure , con* di bronzo,come di pierrà,è fon certo, che el!e fon ligni- ficatine di qualche Cofa: però mi farebbe caro inten- der la loro fignifkatione, Ven. Voi hauetea faperé che quella Città di gra lunga ha foprauanzato tutte Paìtre nel fut» gouemo , perche clTendo nata Repub . fi è fempré màtenutr. Rep.Quc fio mateniméttì nò fi può dir,che fia procedi :o daal* tro,che da una fommà fapientia de fuòi Senatori: con* fiolia che hauendole dato buon fondamento, ha pota
c 3 t?
gj LIBRO.
to durare,e durerà lungamentc.il Tuo fondamento fo- no le leggi,& cuendo le leggi quelle che la hanno con feruata,diremo,chefapientifIimi furon coloro,che fe- cero così fatte leggi.Ora voi fapete che Pallade è figu- rata da gli antichi per la fapientia. Queftafi gura adun que è vna Pallade armata , & tanto bella quanto ella iti pronta,e inatto vaiente; perche la fapientia di que ili Signori è prontiilìma nel gouerno di quefta al- ma Città.
*or- Quefta dichiaratione fino a qui non è ingrata.
Yen. Et perche tutte le cofe fàpientemente penfate,hanno bifogno d'eflere efprefTe con bella eloquenza, percio- che le cofe eloquentemente dette fon molto più .{li- mate di quelle , che con rozzezza fi efpongono , & in quella Rep.gli eloquenti fono ilati, e fono in gran nu- mero^ in gran riputatione;però è ftato figurato que- ilo Mercurioje voi fapete, che Mercuri© è lignificatalo delle lettere,& deirelequéza. Quell'altro è vn'ApoI- lo,e fu fatto per efprimere,che lì come Apollo lignifi- ca il Solc,& il Sole è veramente vn folo, & non pìù, & però fi chiama Solejcofi quella Rep. è vna fola nel mo «o fenza più, fapientemente, & giuflamente regolata. Oltre a quello,ogni huomo sa, che la noftra natione fi diletta della Mufica , & però Apollo è figurato per la Mufica. Ma perche dalla vnione de Magiftrati , che fon congiunti marauigliofamente infieme,u'efce inufi tata harmonia,che perpetua quello gouerno immorta le , però fi ha figurato quello Apollo , che lignifica la harmonia,ch*io ui ho detta.
For.Io credo,che quefta ultimatile uoidite,fia la più ucra.
Vcn. Ma che debbo io dirui di quell'altra figura? Ella è la Pace, quella tanto amata da noi, quella pace che il Si- gnor dette al Protettor nollro S. Marco,dicendo:Pax tibi Marce Euangelifta meus . Quella che ne fa gioir tra tutti gli altri popoli lieti,e contenti. Vedete come cllaabbruccia con quella facella l'arme ch'ella hàfot- to i piedi.
Ora
PRIMO. 55»
;or.Ora sì,ch'io guftola compofiitone di quella loggietta. Ma che lettere foa quelle intagliate nelle bafe delle figure ?
/cn. Elle fono il nome dello Scultore, & dicono : Iacobus Sanfouinus Florentinusfaciebat; cioè,che l'operatore che le ha fa tte,è flato il Sanfouino.
ror. Veramente che quefta è bella cofa, ma di chi è l'or- dine?
fen. De Procuratori di San Marco de Supra, iquali fecon- do che lor pare,adornano quefta piazza a gloria loro* & a bellezza dì quefta Città.
?or. Ora uoi mi hauete detto la fignifìcatione delle figure principali,ditemi anco quella de quadri, che fono in al to di pietra uiua , perche iomi penfo , che anco quella opera non fia fatta a cafo.
^en. Venere Dea delle delitie nacque in Cipri, e ne fu Re gina no finta, ma uera,sì perche gli fcrittori di ciò dico tto,e si anco perche M. Gian Matteo Bembo, che fu in reggiméto in quell'Itola, ha trouato la fua fepoltura. Ella è figurata qui,come uoi uedete,diftefa,cioè pofta in ripofo,e quel garzonetto che le uola di fopra e Cu- pido. Ora quefta Venere lignifica ITfola di Cipri, e Uoi fapete^ie quelli Signori haueuano già in goucr- no quei Regno.
for. Seniilimo : Ma che uuol dir quell'altro quadro ?
fen. Gioue fu Re di Candia , e la fua fepoltura lì honoraua in quelPlfolane tempi di Lattantio Firmiamo , come egli afferma. Adunque quello che uoi uedete co quel la bacchetta è un Gioue , dalla cui banda è un Labe-, rinto, perchei Poeti dicono che ni ftacua un Minorasi; ro. E perche fi conofea che queih figura fia un Gioue, uedete in Aria quell'Aquila lsquale gli porta la uerga reale,di maniera che tutte le ibpradetie cofe lignifica- no FIfoia di Candia.
or. Inuentione arguta e d'ingegno,
ren. La figura, che nel mezzo tra i quadri , è una Veneria, quantunque ftia in atto d'uria Giuftitia , perche
C 4 tale
4o L- I 2 K O
taleèlattoftraCittà,che volendoli figurate ,fi figu- ra vna fantiffima Giullitia . Quei vecchioni di (otto, cheverfano quella copia d'acqua, fon polli peri fiu- mi della Terra ferma ; di modo che voi vedete in que- fta picciola facciata , collocato in figura , l'Imperio di quefti Signori , coli in mar , come in terra . Oltre alle predette cofe , voi hauete anco veduto i due Giganti di marmo alla feda della corte di Palazzo , l'uno de quali è vn Marte>& l'altro vn Nettuno , fatti di mano del Sanfouino,a ornamento del Palazzo. Iquali,fi co- me fono fegno , che quefti nollri Signori fon patroni del mare>nelle cofe della guerra,cosi anco arrecchano grandifs. gloria alla magnificenza di quello Dominio, che non guardando né a tempo,ne a fpefa,cerca tutta- uia di moftrar altrui,quanto fieno ftimate le buone ar- ti in quefta Città.
Tot. Non ho fé non auanzato a far quefto ragionamento in quefto luogo , perche ne lomminiftra materia -, ma ditemi, chi, fu l'Architetto, e l'ordinatore di quelle fabriche ?
Vcn. Io vi ho detto,che i Sig. Procuratori di S. Marco fan- no il tutto . Nondimeno ho più volte vdito dire, che quella Loggia fu propofta,e procurata dal Clariiì. M. Antonio Capello Procurator illuftre,e preftantifs. della Chielà , & che fi dilettaua all'ai d'adornar tutta la Città. L'Architetto poi fu il medefimo Sanfouino, ilquale anco ordinò quell'altra fabrka grande , che fi chiamala Libraria.
Por. Deh di grada ditemi, perche ha ordinato il Sanfouino co fi quelle cole ?
Vcn. Prima, perch'egli è raro huomo in quella proferii one, & è piouifionato per quefto. $econdariamente,perche i Sign. Procuratori glielo comandarono , & quella fa- brka fpecialmente fu cura del Clarif. M. Vettor Gri- man; Procurator llluftr. di S. Marco, del quale io non potrei dirui tanto che folle a baftanza s'io volcflì di- moilrarui quaifiaftatala grandezza dell'animo luo,
la fu-
P R IMO. 41
hiublimità dell'ingegno , laeopiofa, e bella paniera' del dire, e la Tua liberal natura*, & amoreuole con- uerfatione. ror.Ho fentito in Roma raccontar cole grandi di quello Senatore,ragionandofi vn dì del Cardinal fuo fratello. Pen. Ora eonfiderate là compofitura di quefta fabrica. Ma accioche voi habbiate cagion di ftupire , voi hauete a fapere,che ella ha da arriuaré. fino a quel cantone deì> la Zecca.Da quefta banda del Campinale ha da fegui- tarfinoa S. Geminiano, (la cui Chiefa s'è fatta già dal publieo per follecitudine d'un fuo honoratoPio- uano)& dapoi ha da voltare fino alle hore colà intor- no intorno alla Piazza. Por. Sarebbe quefta una cofa marauigliofa fefimettefie
a fine. Ven. Si metterà con la gratia di Dioj& già vedete, che fi uà
dietro quotidianamente. ^or. Dio il faccia : Ma ditemi per cortefia due cofe . I/una, che vuol dir quella Chiefa di S. Geminiano così all'in- cóntro di quella di S. Marco. L*altra,a che ha da feruir quefto cofi honorato edificio intorno alla Piazza ? Ven. Quanto alla prima domanda , io vi difsi di fopra r che Narfete edificò San Geminiano, e tutta la fuahifto- jia . Ora la fifa chicfa,dopò molte centinaia d'anni , è venuta a quel finimento, che voi vedete gl'Architet- to d'eifa e Mto il Sanfouino;ma il promotore , & fini- tore di tutta l'opera fu il Manzino Antiftite , & Piouano già della predetta Chiefa, la quale fi co- me per leggiadria >& Per vaghezza di bella compofitu- ra, fra l'altre è giudicata da tutti quali come vn rubi- no tra molte perle , cofi anco è ftata illuftrata per la induftriadel detto Piouano , tanto più , quanto che eeli condurle , e con la fua affabile maniera , & con la fua grata, & dolce eloquenza, & con la fua accorta modeftia,il Senato a darle quel compimento» che voi vedete. Et per moftrare altrui che egli amauadi cuore le cofe appartenenti a quefto pomimo, kcc ce
larga
4i LIBRO
larga mano fabrìcare col Tuo pjoprio, nel predetto Té pio, uu'organo marauigliofo per Architettura, per ha? monia,e per ordine di pittura,fpédendoui più di £oo, ducati; loqual( condotto da quella grandezza d'ani- mo, ch'era di Tua propria natura) fece fonare a Clau- dio Organarla eccelente della Signoria . Vedrete poi nella medefima chiefa un ritratto nella facciata entran do a man delira, dei detto Piuano di marmo, cofi ef- preflìuo della fua fomiglianza , ch'AlefTandro Vitto- ria, che n'è flato lo Scultore , confeffa talhora ài non hauer a far mai meglio. La onde non ui marauigliate, fé uoi leggete meritamente nella publica facciata del la predetta Chiefa, quello Epitaffio in campo d'oro.
HANC AEDEM VRBIS NOK VÈTVSTI5SIMAN* SOLVIVI SED ETIAM A VG VST ISS IM A M SÈNA- tVS VENÉTVS ANTlQVA RELIGIONE OBSTRI CTVS MAGNIFICENTIVS PECVNIA PVBLICA KEFICIENDAM DÈCREVIT. AN. POST CHRIS. NAT. M.D. LVII. SVMMABÈNEDICTIMANZlNt
antistitis cvra< Quanto alla feconda doman da. Fu già un Cardinalc,chc fi chiamò Beflarione,huo mo Greco. Cofluia'fuoi tempi hebbe una honorata Libraria, così di cole Grece come anco Latine. Venen do a morte,lafciò ogni cofa al Dominio. In quella Fa brica adunque fi fono porli i detti Libri,accioche fiano publicamentc ueduti. da tutti; & è il luogo peri Li- bri, con una belliffima Porta innanzi, fopralaquale è uno Epigramma ciò lignificante, co'nomi deTrocura- tori che l'ordinarono, e del Principe ch'ailhora uiuea, che fu il Triuifano.Et perche ui auanzano altre habi- tationi, ui è anco una Sala per i Lettori , che fono da quello Dominio prouifionati,accioche infeeninoal- ' lagiouentùledifcipline;& delreftante chea yà die- tro facendo , R faranno ne le Procurane. For. Quanto alla Compofitura, per quel, ch'io m'intenda, quello primo ordine è Dorico, maio ueggo poi quel Cantonale, che mi fa dubitare.
Et
I
PRIMO. 43
Veti. Et di che?
For. Mi fa ftar fofpefo, perei och'io so, che leggendo Monf. Claudio Tolomei , il Vitruuio in Roma in una certa Academia,Joueio mi trouaua qualche uolta,dicca tra l'altre cofe, che gli antichi non feppero mai fare i Can tonali all'ordine Dorico, laqual cola è tocca da Vitru- uio nel principio del Quarto; e la ragione era)dicea il Tolomei) perche non cadeuano a proportione le Me tope coTriglifi nel uoltare il Catone,e gli {patii i qua li yeniuano in quella uoltatura a difordinarfi ; ma io ueggo che qnefto Architetto ha faputo accommadare quella parte,& certo è digniffimo di lode perpetua.
I Vcn. Auanti che foffe finito quel cantonale, corfero parec- chi anni, nel qual tempo molti credettero ,che fido- netti reftar séza fare altrove molti ^npofero diuerfi par titi: finalméte fu fatta quefta imprefa che noi vedete.
IFor. Mi piacciono affai quelli fiumi ne gli angoli dell'ordi- ne Dorico : e quelle uittorie la su alto , ne gli angoli dell'ordine Ionico.
'Ven. Si fa una oprjofitione a quefta Fabrica.
For. E che fi può opporre?
Ven. Ch'ella è baffo rifpetto al Palazzo.
For. Quand'ella foffe più alta,bifognaua far i uolti maggio ri, ilche facendo, non haueuaj fpalle di dietro , che fc uoi con fiderate bene, ella è molto (betta, & non so perche.
Vcn. perche quel muro,e quel edificio è la Zecca, però que fta Fabrica é ftretta. Ma poi che noi fiamo alla Zecca, entriamo dentro.
For. Quefta mi pare una Fortezza nella prima entrata
Ven. Auuertite, che uoi non ci troue rete pur un pezzo di legno,ma è tutta di fero, edi pietra.
For.Degna prigione del pretiofifsimo oro.Et a punto la co pofition Ruftica accópagna la qualità di quello edifi- cio.Ma di chi è la compofìtura?
Ven.Del medefimo Giacomo Sanfouino , del quale anco è la fcuola della Mifericordia,opra pur troppo terribile,"
e ma-
44 LIBRO.
è marauigliofa.
For. Pur hieri a cafo giun fi a quella fcuola.e mi par non ha- uer ueduto cofa così maficcia come quella.
Ven. Intendo s'ella fi fi ni ile , che farebbe una delle belle co fé dlc.ilia.Ma quàco a cofa maflìecia,qual maggior mo le troueretc noi di q urlio altifisimo Campanile ? Que fta opera è delle rare che riabbia Venccia per antica. Dencro ha le ficaie lenza gradi , & un belLflìmo ordi- ne di finellre di fwori ; uoi uedete che macflà e la fua. Volge te l'occhio al Palazzo , non è gli notabile, e di grandezza, di marmi? Non ui par quella fua porta pie na dì belle , e honorate figure dalla cima fino al fon- do? lequali cofe fono degne di cflerc mimi tirìi ma men- te confiderai e ad una ad una.
For. Io no ueggio fé no bellezze per tutto,& ui uo dire,che qlla maniera di qlle figure non è punto Lóbarda,ma ha del buono. Et uoi forfè no fapete,che fia lo Scultore.
Ven. Il nome è noto, ma h Patria e incognita, pcrcioche lo- pra alla porta fon qlle parole: Opus Bartolomei,qua- fì che nò ui folle in quei tépi altro Bartolomeo che lui.
For. Coftui doueua elfer il primo allhora,&per il luofem- plice nome ueniua conolcìuto, come anco hoggi èco- nofeiuto quell'altro Michel agnolo . Ma chepilaftri fon quelli?
Ven. Dicono che dalle rouine d'Aitino furon portati in quello luogo, e ch'allhora erano a una delle porte di detta Cicca. Quelle du e gran colóne parimente furo» portate di fuori. Scriuc il Sabellico che nò forca porta te tre fopra alcune cara che,ma uolédole fcaricai e,una d'effe cadde in acqua . Quelle due foron dritte da uno Archietto Lombardo, ilqual addomando per gra- fia cheui fi poteffe giuocarea dadi lenza alcuna pena, e tanto gli fu conceduto . Et perche farebbe pur bella «ola hauer anco la terza , a quelli giorni parlati , uno huomo da bene s'olieri di trouarla in Canale, ma uole uà un officio per premio. però hauendogliil Senato ^p- «tflo guanto egli defidcrawa;rafldò cercando in canai
gran»
P K I M O. 4?
grande , poco difcofto dal ponte della paglia , con un lunghiflìmo ferrojma la Tua fperanza gli riufcì uana.
or. E quefta chiefail domo di quefta Città?
en. Si?nor,nò,ma è Capella del Doge. TI domo è fan Pie- tro a Camello oue fa refidéza il Patriarca, Ma parlado di quefta chiefa,uoi uedete quata ricchezza è la fua;fi ha memoria che ella arfe tutta infieme col Palazzo, ma fu rifatta nellaforma che uoi uedete al preferite 1* anno 1 107.U cielo tutto di Mufaico, il fuolo diminu- to lauoro di marmo,e le mura coperte pur di marmo, lo rédono honórato;e nobiliilìmo oltre modo.! Ma- quel ch'im porta più, egli e frequétato ognidì dalla no biltà.E uifitato dalla Signoria parecchie uolte l'anno. L'apparecchio delle cole neceflariea detta chiefa è ine, ftimabile,cofi d'oro,d'argento,& di gioie,c'ome di para menti, di cofe di fetale d'ogni altra materia che fi polla trouare. In quefta chiefa e il famofo theforo , ilqual confitte d'alcuni pettorali tutti tempeftaci di perle, & digioié;dalcuni balafci rari -y d'una berretta del Doge nòuaméte fatta, che palla 200. mila fcudi;(ancora che del 1 3 *8,fi facefle una legge per laqual s'ordinaua,che . cotal berretà valefTe ifoo. ducati,da efler ferbata per iProcuratori)di molti uafi di diafpro; & molt' altre cofe,che bifogna più tofto uederle,che dirle. Ha bellif fimo Clerico così di Canonici,come d'altri Preti. Hi due organi perfettiflìmi, i quali fi fuonaao da doi va- lenti huominiprouifionati. La Capella poi de Murici è fenza paro.In fomma fi fpertde in quefta chiefa , tra Prouifionati,Preti,Cere,& cofe altre necerTarie, me- glio di dieci miiia ducati Tanno.
or. Voftra Mag.fi fermi un poco.
ren. Molto uolentieri,
or. Quanto al theforo che uoi hauete detto , io derìdere di faper due cofe; l'una in che maniera s'è hauuto l'al- tra s'è uero che fofTe rubato da un Greco,come io ho intefo
ren.Qnanto alla prima domanda, le cofe che fon nel the-
fore
4* LIBRO
foro, parte fi fono acquiftate per la prefura di Con fla tinopoli, & di molte altre Città, e parte fono fiate a quello Dominio donate da diuerfì altri Principile Si- gnori. Et fi coftuma dimetterlo su l'aitar grande di ian Marco per le fette principali deli'àno,accioche tut to il popolo lo vegga. Si moftra anco particolarmen- te a quei Signori che vengono in quefta Città , & che hanno diletto di veder le cofe notab ili che ci fono . Et veduto il theforo fi conducono di fopra,vicino alla fa- la del Gran Configlio , oue è l'armamento del Confi- glio di X. ricchiilìmo, e bellifiìmo a ueder quanto al- tro chefia. Quanto poi a quella parte ch'il theforo foffe rubato, è commune a ogniuno , (e il Sabellico ne fa memoria nelle fue Hiftorie, ch'il ladro fu un Gre- co, ilqual cacciatoi! in Chiefa fono un'altare , e fatto vnforo fottcrra, riufeì a dirittura nella ftanza del the- foro , e ogni mattina ufeit© di fotto l'altare , portaua uia la terra in vn facchet tino. Giunto al luogo ne ca- llo fuori tutto il meglio. Et fi dice, che volendo im- barcarli per portar uia ogni cofn,donò a un fuo Com- pare vn balafcio , ilqual riccnofcendolo , per hauerlo ueduto nel theforo,corfe alla Signoria, & riferì il tut- to; perche prefo il Greco , e conteflando il furto , fi impiccato per la gola. Ne ui uoglio lafciar di dire vna fauola che fi racconta, che furon già quattro mercan- ti, i quali hanédo quefto theforo, lo portarono in Vc- nctia. Et perche pareua ch'i polTeditori di eflo fufle- ro troppo numero,due di loro s'accordarono di auele nargli altri due compagni, iqualì s'erano anco eiìì ac- cordati a far il medefimo a queg'altri due,& che non fi guardando l'un da l'altro, meflb in effecutione il pen- ierloro,fi morirono tutti quattro; perche non hauen do efli heredi, focceffe il Deminio in quefti beni . Et vogliono le brigate che quelle quattro figure di por- fido che fon fui cantonale rifeontro alla carta , eh5 è vi- cino alla porta grande del Palazzo, che s'abbracciano a due a due,fieno i mercanti predetti . Ma cerne io ui
ho
1
LIBRO. 47
fio detto ella è una fauola.
?or. Notabilato nel uero, Maiouorrei,chevoi mi dice fte due altre cofe; l'una è, che lignificano quei pergoli che fono in coro ; l'altra è, che faccino in Chiefa quel» li feudi che pendono da'Corridori,
f*iL I pergoli non ui erano anticamente , e fon cof2 nuo- tiate fbruono a cantar rEpiftola,& il Vangelo quando bifbgna. Quanto alle hiftorie di bronzo, elle fon figu rate per i miracoli di fan Marco , e confideratele bene, che voi vederete un diligente lauoro in bronzo per opera del Sanfouino. De gli Scudi che fono attacca- ti., vfanza è in quefta €ittà,ch'il Principe nel fuo Prin- cipato fa tre cofe. Ilfuo ritrarrò naturale, iiqual fi mette nella Sala del gran Coniglio tfbtto il foffito in in alcune lunette oue bora il Veniero è l'ultimo in quefto ordine; & per quefto era prouifionato M-Ti- tiano. Vn quadro in Collegio/) in Pregai, o in qualun que altro luogo oue torni meglio, nelqual (ì fa la Ma- <dona,& il Doge inginocchioni con altre figure . I/ulti ma uno feudo con Tarma del Doge, iiqual yiuendo elfo porta nelBucentoro, e il tiene attaccato nella fua Sala ; e morto fi mette in San Marco a fua perpe- tua memoria.
'or. Poi che voi hauete ricordato il Buccntoro , che colà è egli ?
fsa. Egli è vn legno di notabil grandezza nel quale la Si- gnoria col Principe fuol andar j^elle folennità con gra pompa. Io trouo che del z^tf.s'adoperauailBucea toro a portar mercantie, ma non è dubio , che egli era un'altro legno , e non queftopercioche del 13 1 1 . fa perii Dominio ordinato, che fifacelfevn Bucentoro al Doge j ch'èquefto , ilqual però fi tien di tempo in tempo in concio per feruirfene quando bifogna.Qua- topoia quefto nomeBucentoro,riferifce Bernard» I ultimano che alcuni lo chiamauan cofi da Bucinato- ri,cioè fonatori di piffaro, ma rifutando cotal opinio- act dice ch'egli hebbe più collo quefìo nome da qual- che
48 LIBRO
che gran Centauro che era dipinto dauanti à detto le- gno,j>erche s'ufa far fopra cofi fatti legni,imprefe, ani- mali^ tali altre fantafie, fecondo i voleri deglihnomi nijeBuin compofitione lignifica grande, quali dicat, gran Centauro.
For. Di ragione andando nell'Arfenale fi dee poter vedere.
Ven. Si Sede .Maritornandoafan Marco, non uoglio di- menticarmi de' quattro Caualli di bronzo , cofa forfè delle r>iù belle che polliate vedere in Italia.
Por. Voi dite il vero, a me paiono antichi , ma donde gli hauefti ?
Vfifl. Si dice che» quando Contamino (che fu cau fa della ro uina d'ttalia)fi partì di Roma/tra l'altre cofe tolfe del- l'arco di Vefpafiano quelli Caualli , e li condufTe con èflba Conftantinopoli. Par poi, che quando quefti Sig. furon in alcune imprefe ,per lequali hebbero alcune vittorie , fi che Conftantinopoli fu mezzo loro ,?fe ne portarono tra l'altre cofe quefti caualli, iquali Ita- ti alcun tempo in luogo recondito, finalmente furon meffi qua su . Ben è uero che per l'altezza non fi po£- fon godere , ma colà su non impedirono la piazza , e fon fuori de'pie delle genri.
Fot. Io vi confeffo veramente ch'il Cauallo di Roma in Ca pidoglio è di minor bellezza che quefti, ma è più grof fo;3c quel da S.Gio.e Paolo non è da comparare.
Veri. Non* è dubbio, che quel non è da comparare ; ma per quel ch'io ho intefo da'vecchi,fu fatto da un ualét'huo mo,che fi chiamaua Andrea del Verrocchio, eftaua b e niflìmorma nel batterlo di bronzo fu guaito,
Fór. Perauentura lo Scultore doueua efler morto.
Ven. Cofi fi dice tra coloro che fanno le cofe de noftri palla ti. Ma tempo è hormai ch'ufeiamò di Piazza col ragio namento > e ch'andiamo uagando per l'altre parti del- la Città. For. Come ui piace. Ma che uoglion lignificar quefte tre an tenne pofte cofi in mezzo alla piazza ?
Gran»
PRIMO. ^ 4».
yen. Grandezza,e Signoria tra l'altre Città del Dominio. Et uoglio che uoi fappiate,che fu ordinato, ch'il Coni mime di Venetia folle chiamato Dominio,hauendori fpetto alle Città,ch'egli polli ede,per honoreuolezza. Gli 4*1 i predetti fon poi trecche quel numero è per- fetto,oltra che comparirono affai meglio tre che vii folo in una piazza cosi grande. Et fi foglicno perle fé ite principali tirar su le predette antenne gli ften^ dardi di feta & d'oro molto grandi . Su cantonali del-, la Chiefafon poi due altre picciole antenelle per far compo/itione , e corrifpondenza , & per ornamento.
For. Io fon fodisfatto. Andiamo hora doue ui piace.
Yen. Ditemi un poco 3 hauete uoi ueduto le fabriche pec la terra? •
For. Nehòuedute molte j ma io non so quali fon le più belle.
Ven. Adunque, perche non manchi cofa alcuna al uoftro defiderio-uoi hauete a intendere^he tutti coloro che fabricano edifìci d'importantia , s'ingegnano di farli fopra j Canali, si perche fi hàlacommodità della n-p uà per lo bifogno di cafa,eper rifpetto delle noftre Gondole, & si per che le principali noftre ftrade fono i Canali. Vo dir per quefto, chei belli edifici fon fopra i Canali. Ma Ci come tra tutti i Canali, il Canal giade è più nobije di tutti gli altri,cosi gli edifici che fon fo- pra detto Canale,fonancoin grà parte notabili,e beh- ìi.Ora tra i Palazzi marauigliofi , quel de i Loredani a £mMarcuala,ulrimamentecópratodal Duca di Bra-? fuuich, è molto proportionato,e ricco di marmi.Bel- loè fimilmentequelde'Guffonial Ponte da Noale, & pieno dentro di molte commodità. Si loda gran- demente quell-edificio del Delfino alla riua defCar- bone. Quei de i Cotarini,quel del Mocenigp, il Fonti co de'Tedefchi, nel qual fi trafacano le marcane della Germania, & che fi può dire una picciola Città nel corpo di qfta noitra,dalquale fé ne trahe molto utile. J-acafa Fofcar^ , la Giuftiniana che Tè a canto , il Pa^-
D lazzo
ro LIBRO
lazzo de'Pifan^quel de'Baiìì , quel de' Lcredani a fan Stefano,qucl de'Pcfari a fan Benetto, quel di Priuli a fan Seucro , quel del Gonella a fan Iojb, quel del Mo- ro a fan Icronimo, quel del Ponte a fan Mauritio,quel deTroni, quello dc'Grimani , & quello di M.Giorgio Cornaro, che fono colè marauigliofè. I Cucina pari- mente han fabricato un bellifTimo cafamento molto «eco. Alla Zudeca poi ui fono infiniti palazzi con hor «mirabili. Ma che ui debbo io dir di Murano poco più d'un miglio da lunghi di Venetia?Eglié le delitie di quella Città. Quiui gliedificiifon bellifsimi , tra' quali quel già di M. Camillo Treuifano è uerameme reale, con un giardino, e con una fontana alla Roma- na di eccefsiua bellezza. Quiui i giardini fon floridif- Jimi, e «aghi quanto quafi in qualunque altra parte d'Italia. Quiui fi fanno i uetri in tanta eccellenza, che Murano ne condifee tutto il mondo con molta fua glo ria . La onde io credo che poche città d'Italia, fi polsi no per q nette parti , comparare a Murano. Ma tornati do doue ci partitilo, che uado io raccontando cofe ta- li, fé quafi la maggior parte delle cafe di Venetia fon come Palazzi,e come Palazzi anco adobbati di dentro d'ornaméti, e d'ogni ricchezza ? Io ho fatto métione di quelli che mi fon cofi iienutiabocca, che troppo di rei s'io uolefsi far memoria di tutti , ma non uoglio Jafciare a dietro le Scuole. Noi h abbiamo fei fcuole, o fraterne che le diciate, delle quali io no. credo, che in tutta Italia fé ne trottino altre tante cori ricche e fu- perbe. Ricche d'entrate, di paramenti facri , di argen- tane, e di cole appartenenti al culto diurno . Superbe per edifici. L'una e la fcuola di San Marco polla a fan Giouanni,& Paolo . Quella ha un bellifsimo falone con belle, & honoratelhnze, e con marauigliofi lauo ri dentro; di fuori e tutta di marmo, & di dentro è be- nifsimointefa. L'altra eia fcuola della Mifericordia, della qual ui ho detto perinnanzi,cioéla nuoua, ope- ra eterna e degna di quefto Dominio perla fua ccccf-
fitta
P R I "M O. 51
fina bellezza; s'ella però hi nera il Tao debito fine. La terza e qlla di S. Giouani Euagelilì:i,ricca di molta en trata, e notabile d'edificio per efler tuttadi marmo. La quartacla Carità. La quinta è S.Rccco fatta di unouo, co tanta fpefla, co tanta induftria eh'e una marauiglià a uederla . La feria è quella di fan Theodoro , laquale perhauer illoco picciolo non ha potuto fare queir opera, che fi defiderana . Tutte Je fopradettc fcuole hanno (aie reali , le quali non farcbbono fé non gran- di a qualunque palazzo di qualunque Signor fifia$per cloche i primi crdinatoriuolfero -, che i fratèlli s'3du- nafTero tutti in un luogo fpatiofb, e capace a udir l'ori- ficio diuirìo. In quefte fcuole fi maritano aijài Vergi - ni ogni anno . Si drftribirlfcpno cafe a poueri huomi* ni per l'amor di Dio ; fi fanno iimofine notabili ; & pò chi fono cht morendo non lafciao qualche cola a det- te fcuole. Et perch'elle fon fottopofte al Confi. Ulu ftrifs.de X. per legge del 1468. però potete confide- rar snelle fono di grande importanza : la pompa delle quali fi uede tntto Tanno , ma molto più il di del Coi? pò di Chrifco, & la fettimana fanta.
•or. Non ui graui il dirmi come.
fen. Ragionando noi del di del Corpo di Chrifto , hauete a fapere , che l'anno 1407. fu ordinato che quel gior- no folle feftiuo, nel qaal fi deliberò una procefsione ogni anno su la piazza di S. Marco . Venuto adunque quel dì, ui concorre il popolo la mattina a terza. Et le donne mettédofi intorno alla piazza su per le fineftrc, affettano la ricca pompa che dee uenire . Intanto co- minciano a comparir le predette fcuole, a una a una per ordine , uengono innanzi i doppieri carichi di mot to oro, dopo iquali feguonp i Mufici, che dolcemente fonando Violoni, precedono allo ftendardo di quelli tal fcuola,poi caminano parte de fratelli tutti con dop pieriinmano , Dietro a quali per qualche dillan- za lontani fi ueggono baldacchini con le fante reli- quie fotto . Talhora Ci portano folari con rapprc- D a fentationi
f% LIBRO
fentationi del Teframento,o nuouo, o vecchio & tal- ,horat ofei carichi di moire argenterie . Dnpoiqua- li viene il Guardian Grande con tutti gli altri crn- ciali, e col rimanente de fratelli , vcititi a bianco con berrette in capo bianche , & col legno nel petto della lor (cuoia. Ec il medefimo fanno anco tutte Tal tre. Pallate le fcuole vengono i Frati, & dopo loro i Preti della Città. Dopo i quali fi rapprgfenta vn Ve Tcouo parato, che camini dando la beneditione . Se- gue poi la famiglia del Principe, & con molti CdfcÌ vengono i Preti di San Marco col iàcramento in un tabernacolo di marauigliofo lauoro , fotto l'ombrel- la, dietro alqualelceuita il Prìncipe con gli ambaTcia dori di molti potentati del Mondo , & poi vien ia Signoria a due a due veititi di rolfo , ma uannoa pa- ro vn Signore &* vn Pellegrino, vn Signore & vn Pel- legrino, di quelli clic partendoli di Venetia , doue fi adunauano da diuerie parti del Mondo, h~nno in- tention d'andare in Ierufalcm al fepolcro di Chri- fto. E ben vero, che il Pellegrino uà da man dntta, & il Signor dalla finiXtra . Et tutti queir: girando la piazza intorno intorno a fuon di Campane, accom- pagnano il Sacramento in San Marco. Quanto poi alla fettimana Tanta, le fai ole inoltrano la lor pom- pa in quello, che la fera del Giouedi Tanto, uengo no tutte per ordine su la piazza a una hora di notte, & circuendo intorno coi lumi accefi,&con molta di- uotionc uannoin Chiefa ,doue effondo un de' Pro- curatori in vn pergolo , moftra a coloro ch'entrano di mano in mano il l'angue miracolofo di Chrifto in una ampolletta , ilqual fi hebbe da Barutti, come fcriueil Cardinal Contarino in una Tua opera de i Ta- eramenti;& non da quel Cro ciuffo che enei capitel- lo in ChieTa, come dice il volgo . Oue hauete da no- tar due cofe: Puna, ch'ogni Tcuola ha molti che per diuotione fi uanno battendo altramente le Tpalled'al tra, che quella Tera è vietato alle donne di poter en- trar
P RI M O. -fì
tràr in fan Marco, fi come e vietato a gli huómiiii l'eri trami la vigilia della Senfa, entrandoui folamente le donne per ueder il medeftrno fangue,alle quali fimo- lira. Ma ritornando al noftro principio, dico -, che ol- tra lefopradette fcuole , ci fono affai chicle * e tutte rionorate. Quella di fan Zaccaria , che douete hauerla- ueduta, è molto lodata dalle perfone, perocché per rnduftria d'artefice, e per ricchezza d'opera non cede a neflun'altra che riabbiamo. San Stefano, i Frari , Sari Giannipoloj Calteli o , fon parimente di molta gran- dezza, e crederei ch'elle folle Hate fatte in vn tempo medefimo, per che l'architettura è quali di vna manie ra medefima, & è Todefca . Santa Maria de Miracoli fi conumera tra le beile , S. Francefco dalla Vigna Ghie fa moderna, San leremia ,San Saluadcreyi Carmini, il Redétor che già dite hauer veduto alla Giudecca,& molte altre ne rédon» là Città riguardeuoie,e bella.Se uederete poi all'intorno quaresólechiefechefonpo fteinXfoletta,vi parrà cola mirabile . Habbiamo San Giorgio Maggiore, S.Giorgro d'Alega, S. Cleraéte, S. SpiritOjSàt' Angelo di Cócordia,S. Nicolò, Sant'He- lena,e molte altre ch'io non mi ricordo alprefente. for. Non mi marauiglio punto ch^ ci cócorrinó tàte^fo- ne; perche a me pare ch'ella fia un Paradifo terreno, Ven. Io credo che ci habitino perfone d'ogni nation che fi poffa trouare al Mondo,e d!ogni profefiiòne , pércio- che ci fon Soldati, Mercanti , Virtuofi d'ogni qualità, Signori, Prelati, e d'ogni altro grado perfene. For. Quello e paefe a punto da virtuofi , e per quel che io t intendo, fi ha più ricapito in quella Città per conto di nirtù, ch'in qualunque altro luògo fi fia, Ven. In' elettola copia degli huominiéccellétici ègrade, For. E chi ci battete uoi di huomini fegnalati ? Ven. Cominciàdo da Mufici,noi habbiamo già hancto M< Adriano Vuigiiaret di quella eccellenza , che fi sa; & hora il R. M. P. Ifeppo Zarlino fuccelfo a lui in Mae- liro di Catella dt San Marco; e voi fapete quate
D 3 èia
74 LIBRO.
e la fu a fama. For. Lo ho fentito chiamar Principe de Muiìci. Vcn. Non è dubbio, ch'egli e ueroquatochc dite; ma noè la mufica fólomente quella in che egli ponga il fuo ftu dio, che anzi puofsi dire, che il manco del tempo egli fpenda circa di lei; ma ben li delerteuol icientiade tutte le arti liberali, dellequali ne è cosi copio {.^nien- te adornato, che di cofa alcuna (eco non potere ragia Bade, dellaquale egli dottamente , & fottiimcnte nondifcona,&fpeciaimente delle cole mathematiche Tuo principal diletto. Et infommaui dico, ch'egli e il fcrigno di tutte le uirtù. For. Ho intelb ch'ha compotto anco diuerfì libri in diuer-
fe materie. VemEglie^eroJ perche fi ueggono quatro libri de infti- tntioni,& cinque de dimoiirationi armoniche- un tr2t tato de patientiamn difcorlb del nero giorno che fu Chriito crocifìflb^un'altro della orgine de Frati Cap- puccini, un trattato de innouaUcn .e annij& un difcorlb intorno alla regolatione Gregoriana fatta di nuouo. Et ho intefo,che pretto è per dar fuori zi. libri de u- traque mufica, con altre cole , degni frutti a: cosi pre- tiofa radice. For. Gran cofe Tento io,& mi rallegro , che fìa emetto così nobilintcl letto conofeiuto per quelle , ch'egli e , poi che intendo, ch'c amato communemente,&honora- to da cadauno. Ven. Signore , fé non ch'io dubito parer troppo fuo affet- tionato,io ui direi, che non ui è, ne può eiiei e in alcu- no la più dolce,&gufteuolprattica della fua, ch'egli iempre fi moftra allegro, fempre faceto , & tempre dà a punto a quelli che (òno feco, quel miglior gutto,che ponno, ò fanno defiderarfi. For. Vi hauete poi altri che fiano da qualche cofa? Ven. Noi ui riabbiamo doi Spagnoli foprani, M. Antonio^ & quell'altro nouellamente uenuto , che non mi ricordali nome. Vie Baldilfera Donati, Claudio dx
Cor-
I* R I U Ò. &
Corregio , Andrea de Canarreggio , Vincenzo Belia- uer, A ns , pre Vincenzo > & altri molti , così nel can- to, come nel Tuono eccellentifiìmi. Se uolete poi Ar- chitetti ci è il Palladio eccellente in quella profetice- ne, Aleifandro Vittoria, Santo Lombardo non punto ingrato iri ce.rte cofe, Clemente mirabile profpettiuo, Michel da Verona, ch'io douea porre inanzi , ma non importa molto , perch'io gli nomino come mi uengo ho a bocca. Se chiedete letterati, uoglio di quelli nar- rami più adietro quando mi occorrerà forfè di rame- morarui gli huomini illuftri che habbiamo hauut o>
7or. Mi piace quanto piace anco a uoi, però feguite pure come uolete , che non ad altro fono in tento, che ad* attentamente afcoltarui.»
rcn. Quanto poi a gli artefici in qualunque arte, non han- no né fondò, ne fine. Qui nelle cofe della feta fi han- no i primi dei Mondo. Nell'arte della lana,uòi fapete che panni fono i noltri , Della ftampa, uoi uedete chi* ramente in che colmo ella fiaafcefain quella città. Nelle fpetierie non accade ch'io uè ne parli. Nelle mercature, uoi l'intendete, poi che ella fa più facen- de di tutti 1 altre che fiano in Italia.
•or. Deh di gratianon ui dimenticate di dirmi qualche* cofa deiTArfenaìe.
/en. Io tace uà dell'Alienale, perch'iopenlauache ncn ne facendo uoi mendone lo haueit/e ueduto , m^. poi che cosi ui piacerlo farò uolentieri. L'Arrenale per la pri- ma cofa fi può 'chiamare un picciolo monde, condola che circonda quafi tre miglia con le muraglie; ha den tro'tanti artifici! di cofe, che è imponibile a com- prenderle coti la mente, fé non fi veggono con gli occhi . Vi so bene io dir quello, cr/il Marchefe del Vaito General deli'Imperadore Carlo Quinto ini** talia, cifendoui entrato dentro una mattina, ui flette fino alla fera, eufeendone dille: Che harebbe più tolto uoluto TArfenale in fuo dominio , che quatro Città d'Italia. In quello R fanno e fi conferuano
D 4 le
J* L I B R O.
le Galee noftre. Qniui fono armamenti di artiglierie^ di poiueri , di armi da offendere , di corfaletti, di pid che , dibaleftre , e d'altre forti difefe , che Thuo^ mo può domandare a bocca . Vi fono le uele , i ti- moni, l'anchoie, le corde, &ogni altro armiggio, che fi conuiene a quei legni ; e tutto compartito nel- le fu e ftanze particolari . Lauoranò in quello luo- go per ordinario 1750. huomini,iqualihanuo ilfuo falario fecondo ilor gradi . Vi fi mantengono anco i uecchi quando non poflbn più lauorarc . In forn- irla quefto luogo , uolendo minutamente ragionar di lui, ricerca un volume particolare a chi ne uolefle fcriuere.
For. Io penfo diuolerlo uedere , però togliendoui la fa- tica dei ragionarne , poi che la cofa è coli grande , di^ temi che dignità hauete uoi tra nobili che fia maggior di tutte l'altre»
Ven. Poi che ui aggrada ch'il noftro ragionamento lì riuoì ga a co fé più graui ; dicoui che tra i Laici il Principato eilfupremogrado; &trà i Clerici , il Patriarchatoj e-queiti due gradi fon propri de nobili*
For. Hauete uoi hauto molti Principi?
Ven. Si bene: ma poi che mi inuitatea quefto , farà ben fatto che per uia di Compendio uoi intendiate il tutto . Ma prima io uoglio raccontaruile cerimonie che Gufano, morto che fia il Principe ; & doppo , che modo (ì tien nel crear il fuccelìbre i & in fine fe~ guirò quanti Principi ( come dicefte) riabbiamo Cm hora hauuti , & qualche cofa di quello che hanno operato.
Fof. Se così farete , faràappuhto quello che io defidero>& mi acconcio ad afcoltarui.
Ven. Morto il Principe fé li cannilo le interiora del corpo, e s'imbaltàma; doppoi tienfi tre giorniin publico nel Pallazzo,(cioèin quella fala oue ledono a tenir ragio li Auditori noui,& 1 nouiffim^coperto di panno d'oro co la fpada,& i fperoni d'oro polli alla riueffaj doppoi
nel
i
P R I M O. $7
nel portar a fepelirlo , ui vanno tutte lefcuole della Città, indi le congregation de Sacerdoti al numero di noue,come elle fono , con li Capitoli , & Canonici di Cailello,& poi di fan Marco,feguiti dalle Tei fcuolegra de,che già ui narrai-& nel mezo un numero infinito di torzi portati da perfone particolari parte , & parte da Frati Giefuati, & tra loro il feretro del Principe, pollo come dilli di fopra : Seguono alcuni della famiglia del Principe coperti il capo con gran caperoni > itrafei- nandofi una lunghissima coda, ueltiti anerojdie rap* prefentano marauigliofa meftitia, & uerìgono con la Signoria uefhta di fcarlatto,& grana, lignificante la Cit tà libera non doucr eifere in pianto nella morte di quantunque buon Principe .-PafTano con quella pom* paper la Piazza di S. Marco, &gionti col feretro daua ti la porta maggior della chiefa,lo alzano noue uok» te,come alli Procuratori ciò fanno tre uolte fclamen- te,quafi pigliando licenza, & falutando la chiefa da lo- ro particolarmente cultodita 3 & cosi uanno in chiefa di fan Giouanni Paolo, (che qui iì fogliono far le eiìe- quie perlopiù)&iui poitoil corpo fopra un eminéte baldachino,có infinità di torze d'ogni intorno iilumi- nate,fcde la Signoria^ falsi a comédation del morto, nel pergamo, una degna faneral oratione . Tornano pofeiai Senatori al Palaggio per determinarli di fare il primo cófìglio per creare il nouo Doge, in quella for ma. Si eleggono cinque Correttori, che deuono cor* regerle promifsioni dei Serenifsimo, fecondo l'arbi- trio lorojdoppoi adunato elfo cófiglio(doue però en- trano quelli lblanic:e,che eccedono tréta anni vien let ta, & confermata detta j:pmiisione;indi ad uno ad uno an dado a capello(come già diffi)uengonoa rimanere tréta, a quali toccano trenta ballotte d'oro , che tra le altre d'argento fono mefcolate^atiuertiteperòj chele ballotte fonTauate o ciafeuno da un fanciullo chiama to il Ballottino,che un C6figliero,& un capo di Qua^ rata hàno a cjft° effetto itti eodot^quelti tréta rima- iti,
*S LIBRO
iìiyR pógono nel capello ballotte vintiuna d'argéto,^ nouedi oro,& nel modo fudetto , cauandofijvcngono noue di loro folamente a rimanere ; queftì cle2?ono col ballottare quaranta gentil 'huomini,liquaii \ ero bi fogna che habbino almcn fette ballotte delle noue: Varino quelli quaranta a capello, come fi è detto,& ri- mangono dodeci, jqnoli con noue ballotte almeno eleggono vimicinque:Vanno parimente li 1 f. a capel- lo^ rimangon noue folameme,cne con fette ballotte almeno eleggono qua- atacir.querDe'qiialircftano col andar a capello vndeci , che con noue balle , & da li in fopra eleggono quarant'uno.Qu.eltiqinrant'uno bifo* gna che (chiamato il gran Coniglio ) frano da quello confinila ti, & fono vtplurimfi de'primi delia Rep.Poi ferratili infieme eleggono il Serenili* Principe, iiquale però bifogna che babbi da vinticinque ballotte fopra.
For. Belle cofe veramente intendo io da voi , & bel modo è, cuefto che mi ha uete nariato^poi che colandar di vna in vn altra cletticne , fi vengono in modo a mcgliorar fcmpre,ch? é quali forza che nel fine ( come ben dit- te ) rimangiano li principali che fìano della Re- pubica.
Ven. Hor torno alla promeffa che io feci,perche Con. difpo- fto non vi mancar in colà alcuna.
For. Ciò mi è (ingoiar faucre,& defidero efferne pienamen te iaftrutto.
Ven. Il Dogado la prima volta fu ordinato in Era — elea , fanno 607. laquale in quel tempo era ho- n orata , & potente città : Et il primo Doge fu 1 Paolo Lvcio, oueroPAoLvccio Anafesto Eracleano , huomo fauio , di gran bontà,& di fingolar giuttina. Coltiii,come hebbe prelb il mayiftrato , giu- ro,ch'eilerciterebbe l'officio fuo legalmente , & lenza riipetto alcuno. Ilqualc,riuoItofìpoia difendere la Rep.dalle guerre,recelega con Luitorando Re di Lori gobardi,e tenne amicitia con Ànperto Re,ehauédo p 1 patio di x o. anni tenuto il Dominio fi mori del 717. r Mar-
F R I M O. s?
z MarcelloTegalia.no d'Eraclca,roccefle a Pao lo,ma affai bifferete . Ne3 Tuoi tempi cominciarono le difeordie tra Aquileia e Grado per rifpecto de Velco uadi,mon del yzó.fk gli faccette
3 ORLEo,òuero OrsoIpato. Coftui mofle l'armi contra i Longobardi ad initantia de'FE(farco di Rauen na,e del Papa , cacciandoli da Ravenna . Dopò riuol- gendo l'armi contra gli mi omini d'Aquiieia gli cacciò da Graclo.Finalmente trouandofì intrigato nelle difeor die de gli Eraciiani con quei d'Equilio,fù ammazzato^ vndici anni dopò il Tuo Dogato,Fanno737.
Vacante il Dogato fi ri duiferoi Tribuni a Malamoc- co per crear un nono Doge,ma eli end o in difparer tra lorOjtrattatafì la materia,e tr oliandoti diflicultàjiìnaj- mente creoroao per vnanno un Maeftro de Soldati e fu Domenico Leone . Il fecondo anno fu fatto Feli- ce Cornicula,o Cornacchine II terzo anno Teodato Ipato, ch'era bandito della Patria , e fu ridiiam ato da Pelice , e percioche era huomo d'interi coftumi , refle dui anni.Il quinto anno, ma quarto in ordine, fu Giu- liano Cepano,ouero Ipato. L'ultimo fu Giouanni Fa- briciaco,ouero Ziano Fabriano .Liquaii tutti Maeftri de Soldati durarono cinque anni in circa j & riebbero principio gl'anni dei Signore.. 73 7. Ma eiìendo quefto vltimo cacciato da quello honore,& haueadoii il poi- polo cauati gli occhi , di nuouo torno loro defìderi© dcunDoge . Fecero adunque ito Malamcccho, cueera larefìdentia,l'a.nno 74i.
4 Teo dato Ipato , che fu Maeftro de Soldati. Co- ftui volendoli far asolato Signore, per coniglio di Galla da Malamocco, fu cacciato della Signoria, priiia to de gli occhile mandato in efdio , e in ino luogo ioc- fé del 7^.
5 Galla. Ilqual diportando-i malamente, &noncoì> rifpondendo all'aipenatione che n hauea di Ini, fu in- fra l'anno f cacciatole priuat© de gli oechi,& in fuo luò %o focceffe del 75 £,
6 Domi-
6x> LIBRO
£ DOME KICoMo'ft EGA PIO, OlierO M E N t G A Z Z O.
fìt perche i Dogi per ausati erano alquanto ìlaci in- folenti,gli diedero due Tribuni per affluenti ; ma tu- multuando il Doge , paiiati cinque anni . fu cac- ciato come glr-alcri, e accecato , e in Tuo iuo^ofl creo del 764.
f M a o R 1 t 1 o Gald a io, la cui bontà fu tanto {rimata, ch'egli ottenne per compagno nel Principato vn fuo figliuolo . Fu fatto Conlolo dall'Imperatore . e fece molte cofehonorate.-do pò mori, eiòcceiTe infilo hi o go ino figliuolo del 796.
3 Giovanni. Coirai fu diuerfo dal padre ne'coitumi, efidimoitrò molto contrario a fuoi modi paiiati. Heb be per compagno, a fimiglianza del padre, Maoritio fno figliuolo nel Principato; il qual Maoritio andato a -Grado gitto i'iu .dama Torre il Patriarca, per commef jfion di tuo padre;laonde Obelerio,e Fortunato nioo- te del Patriarca , fatta una congiura, i Dogi fi fuggiro- no^ in lor luogo fu meifo del 804.
^ Qbelerio An t e sor io .Ucjual fi tolte per colle- ga Beato ino fratello,e per terzo Valétino, come dico no alcuni. Coitoro,m alcune occorréze,tenutala parte Francete , nella guerra fatta da Pipino a quello Stato, furori banditi dal'Principatojla onde rid otti i popoli a Rialto, fi fece il nuouo Doge,che fu il primo in Rialto, con felicifiimo principio ; percioche da 4^ tempo in qua le cole noirre fono andate Tempre accreicendo . Tu adunque eletto del S09.
io Angelo Parti e ip a t io. Quefti prima edificò il Palazzo, oue lì troua al prefente . Fecelan Lorenzo, fan Seuero,e lanto Ilario , oue fu lepellito . Tolte per compagno Giouanniluo figliuolo, e mando Giuftinia- no l'altro figliuolo a vifitar iTmperad- re a Conitanti nopoli.Sottomiilèi Furlani. Vkimamentc i\ mori pie di gloria, e in fuo luogo loccefleluo figliuolo del 817. 11 GivstinianoPartici'patio . Ccituir chiama to Giouanni luo frateilo,ch'era flato banditolo tollc
per
P ■ R I M ■ O . &
per compagno nel Dogato . Fece armata in aiuto del Regio di .Sicilia contra i Mori . Hebbe il corpo di fan Marco,e gli fece la Chiefa. Morto nel fin di duoi anni gli focceilè Tuo fratello del 820. li Giovanni P art ic ip atio . Ilqualefimìa Chie^ fadiS. Marco, e la forni di ornamenti e di Clero a ba- ldanza. Pnblicata la guerra co'Narentani , andò a Cur- zola,doue fece morir Obeleno.In quel mezzo Caro- fìo gli tolfe il Dogato per vna congiurala cacciato, e accecato dal popolo fu richiamato Gion-annijilqual di nuouo venuto in diiferentia con la cafa Maftalitia , pò teme in quei tempi , fu prefo di nuouo , e confinato a Grado, doue fattoli Frate mori , e in fuo luogo foc- ceìfe del 8 3 6,
13 Pietro Gràdkeigo , ouero Tradoxigo da Pucla. Quelli tolfe Giouanni fuo figliuolo per colle- ga.Fece la Chiefa di fan Polo. Molli guerra a Narenta ni, Mandò 6o.velecontrai MoFi'.Fmalmenreper con- giura ammazzato aiàn Zaccaria,gli focceffe
14 Orso Pa rticip a t io l'anno u64.Coftui ruppe i Sa racini chehar-euàiàccheggiatalaRiuieradi Dalmatia. Fu fatto ProtoipatariodaBalìlio Imperadore.Fu pri- mo,che facefle habitar la contrada Dorfo' duro,per ri- fletto de Corfari,iaqual era allora diaifa dalla pkcioi- la Città mori Panno 88 1 . k gli foccelfe il figliuolo.
15 Giovanni Par tic ip atio. Mandò Bsdoarofuo fratello a Roma,ma efsédo p ingano del Sig.di Cornac chio amazz&to , fatta giufta armata prefe Comac- chio, e dato danno grandifl.a Rauignani,fe ne tornò al la patria doue ammalato,fece che Pietro fuo fratel en traile nel Dogato, ma morto Pietro, vi meffe Orlo ; fi- nalmente impedito dal male,rinuntiòla lìgnoria, &in fuo luogo fu ereato del 887.
16 Pietro Cardia no. Coftui efTendo alle manico' Narentani , i quali moleftauano i Mari di Venetia con cótinue fcorrerie,gli u in fé, ma venuto h fecódauolta 2 zufla, fopratatto dal numero denemici,fu morto , e
porta-
6z LIBRO
portato a Grado,c in Tuo luogo fuccelfe,dopò Tei me- iì clic GiouanniParticipatio hauea gouernatoil Do- minio dopò larotta, del 8S2.
17 Pietro Tribvno. Egli fortificò Venctia col tirar Ofl muro dal rio di Cartello fino a (anta Maria Zcbe- nico,ancor che non appaia legnale. V ini e ^ii Vnm,rup pe Berengario Imperadore ,e fi morì felicemente, e glifocceifedel^o?.
18 Orso. Bado aro . Mandò Pietro Tuo figliuolo a Conftantinopoliall'Imperadore.Ottcnneda Corra- do Imperadore di coniar le monete. Vltimamente eifendo diuotiflìmo, in tanto ch'egli facea eitremiflì- mi digiuni,difciplinc, e omioni, rinunciò il Principa- to^ fattori Frate , mori nel conuento di S. Felice in Amiano,doue dopò molti miracoli) hebbe nome di Santo, $t gli foccefl e.
XP Pietro C andiano Tanno 93 2. Fu coitili figlino lodelPaltro Pietro Candiano Doge . Egli s'infignoiì di molti luoghi in Ittria . Sotto quefto Principe fu- rori tolte le donzele da gl'Iftriani, comc'io ui ho det- to di fopra. Lequali ricuperate, furono ordinatele fette delle Marie. VirTe fette anni , e in. fuo luogo Toc cefi? del 93 9.
10 Pietro Bado aro. Coftui ritornato d'Ifhia,do- ue era flato prigione, fu fatto Doge. Ma non eifendo ancora parlato il fecondo anno, mori con dolor gran-» diilìmo di tutta la Citta, e in fuo luogo (a fatto del 49 1.
11 Candì ano figliuolo di Pietro II. Coftui fece pace con Narentini, prefe per compagno nel Dogato Pie-_ tro fuo figliuolo, iiqiialediuennto per ciò infoiente, fu pnuo,& confinato altroue. Ma egli andato aRa- uenna,hebbe da Guido figliuolo di Berengario fei na ui con le quali oppreife alcuni nauigli di Venetiani,co fa che tanto increbbe al padre, che per fouerchio do- lore poco do ppo mori,& in fuo loco fu fatto del 9? i. (contra la prometta, & giuramento prima fatto dal
Clero,
P K I M O. $i
•Clero , 5f da principali della Città ) il fopradetto Tuo figliuolo.
1 2 Pi e tu o Candi.ano. Ccftui ritornato d'eilìlio , fatto Doge,fece pace{o5Narentani,e nfutatala prima moglie, tolfc Vodetta figliuola d'Alberto Signor di Rauen*ia,eraoffe farmi cótra Vderzo per alcune Tue pretenfìonidi dote. La onde pre-fai a lor terra, e dif- fatta,leuato ilpopoioarornore,fu abbrufeiatoin Pa- lazzo^ attaccato il fuoco alla Ghie fa. di SMarco,ar- ferò più di 3 oo.cafe interne con fanta Maria Zebeni- go.a coft ui focceife del 975.
23 Pietro Orseolo. Era quello Doge religiofiffi- mo. Rifece la Cliiefa di S.Marco, & le mura a Grado. Socco rfe Bari eontra i Saracini. Finalmente partitori occultamente da Venetia con vn Guarrino monaco, fé n'andò in Guafcognajhauendri lafciata la moglie,& un figliuolo, Se fattoi! frate, moHfantainente,facendo molti miracoli, foccc e in fuo luogo dei 978.
24 Vitai Candì a no figliuolo di Pietro;che fi abbru feiò. Coftiii infermatoli rifarò la Signoria; e fatto vo- to di farfi frate iè guariua, guarito, fi fece frate, & mo- rédofù fé pei! ito in sàto Ilario, & gli foce-effe dei 979.
1,5 Tribvno memo. Queftitrouandofi faitidito mol- to per le difeordie ch'erano tra M orofini, eCaìoprini famiglie potentissime, lanciò il Dogato, e fattofi Frate mori in pochi giorni,& fu fepolto in S . Zaccaria , e gli focceffedei 991.
Pietro Orseolo figliuolo di quell'altro Orfeo- Io che fiùfantohuornojeomeui ho detto. Ottenne quefti da Bafilio Imp.clie i fuoi non pagalfero gabeir le. Acquiftòquafi tutta la Dalmatia. Moffe guerra a Narentani. Rifece le mura a Grado una Chielain Eraclea. Fecei iepolciia .-diuerfì fanti , & pafiati 18. anni delfuo Principato fi morì, laiciando in fuo luogo fuo figliuolo.
27 Otjone Orseolo Panno 1009. ilquale era giou4 ne di 18. anni, ma coturnato molto , dotto per quei
tempi
26
*4 LIBRO
tem pi, & liberale, per laqual cofa il Re d'Vngariagli diede vna Tua figliuola per moglie .Fece alcune impre- fe in Dalmatia.Racquiitò Grado,e fattogli centra una congiura da Flabanici,e cacciato di Venetia,fu confina to in Grecia,doue fra poco tempo fi mori,& in Tuo luo go foccefle del 1024.
$S Pietro Bar.roi.ano, oucroCENTRANico.il- qualetrouatoil tutto in confufione , ingegnandoli di cóporle difeordie , Orfo fratello d'Ottone, ch'era Pa triarqa , per lo fdegno del fratello , operò , che Pietro fu prefo, tagliatali la barba,e ueftito da Frate fu ma n- dato in e fillio, entrando per lui Orfo Orfeolo Patriar ca di Grado , con animo di tener quel Magiitrato fin che Ottone tornaua dal Tuo eiìiiio,ma venuta la nuo- ua della morte,rinuntiò il Dogato , e fi ritornò al Pa-* triarcato,e in fuo luogo foccelfe Domenico Orfeolo, accioche cotal degni tà non venirle a mancar alla cafa Orfeola . Ma C\ come da Te focceiìc. , coli in capo di tre giorni ne fu cacciato, e confinato a Rauenna , e in fuo luogo fu fatto del 1 03 4.
$p Domenico Flabanico , huomod'età, & molto aftuto . Coftui con conferito di tutta la Città ordinò, che niun Doge per Pauuenire hauefle compagno, e procurò che gli Orfeoli non hauefìero più Magiftrar ti, ville dieci anni,e gli foccefle
30 Domenico Contar ini , Panno 1044. prudente huomo,creligiofo. Rifece Grado ritolgi iendolo a Pe pò Patriarca d'Aquileia.Riprefe Zara che s'era ribel- lata al Re de Cornati . Vinfein Puglia Roberto Gui- scardo.Edificato poi S. Angelo in Venetia, e S. Nico- lò al lieo, fi mori dopò z5. anni del luo Dogato, egli foc celle del 1060.
a 1 Dom e nicoSilvi o, d'affai maggior credito, che tut ti gli altri fuoi predeceflori,in tanto che Niceforo Im peradordiConitantinopoli gli diede per moglie una forella,a perfuafion della quale mandò armata a Pu- pazzo contra Roberto. Duca di Puglia , ma perdura la
gior-
PRIMO, $%
gìornata,dopò 23 . anni fu cacciato della Signoria, e fu eietto del 1083.
3 2, Vi tal Fali e Roilqnal rifece Tarmata in aiuto d'A Icilio contra Roberto predetto,laqual fu di nuouo rot ta.Ottenne ch'i Venitiani follerò Signori delle terre di Dalmatia. Amplio la Chiefadi S.Marc o.Viuutò 13 .an ni, gli foccefle del 1095.
33 VitalMichele .Sotto coftuifù fatta la Crociata xial Papa cótra gl'infedeli. Armò 200. legni tra Galee, e Naui: e mandato Michel fuo figliuolo in Afia con ef fa, tolfe a Pifani vicino a Rodi 2 2. Galee. Acquiftò Smirna.Ritornato a Venetiasfi condurle l'armata in Pu glia,oue fi prefe Bndinzi ; & eifendo viuuto gloriofo, gli focceile nel Principato del noi.
$4 OrdelaffoFaliero. Coftui apparecchiò armata per Soria in aiuto di Baldouino Re di Ieruìalem.Heb be molti priuilegi d'Arrigo IHUmperadore.Riprefe Zara datafi a Calomano Red'Vngaria. Vinfe i Padoua ni alle Bebe,che per conto di confini s'eran leuati in ar me . Nel fuo tempo due uolte il fuoco 'fece grandifli- mo danno. Ritornato poi a Zara,combattendo fu mor to,& in fuo luogo focceife
»y Domenico Michele Tanno 1 120. ilquale morto da preghi di Papa Calilto , andò con 200 . legni a loppe , ch'era alfediatada Turchi. Laqual liberata prefe Tiro,e la donò al Patriarca di Ierufàlem,e tolto Scio, Samo, Rodi,Metellino , & AndroaEmanuello Imp. de Greci,fe ne tornò a Venetia,e viuuto 1 i.anni gli Coc celle
1$ P 1 E t ro Pol an 1 Tanno 113 1. genero del fopradetto Doge.Egliriccuè Fano lotto S. Marco. Ruppe i Pifa- ni,e i Padouani.Fauorì TImp. Greco contra Ruggieri Duca di Puglia.Racquiitò Corfù,e faccheggiata la Sici lia,per difagi patiti fi mon,e in. fuo luogo fu fatto
£7. DoMENicoMoRosiNiTanno 1148. Quefti fi dilet- tò dell'Architettura, e fece il Campani! di S. Marco,e molti altri edificLArmò fei Galee cótra i Corfari d'Art
E cena,
66 LIBRO
cona, iquali prcfecol fuo capo Guifcardo , Àficd-ò Pola,e Parenzo, e gli riddile a pagar tributo . Si fece amici gli Anconitani .Vece lega con Guglielmo Re di Sicilia, &viuuto otto anni con molta gloria, gUfoc- eetfe 38 Vital Michele il fecondo, l'anno ujrtf. Coftoii fe- ce lega coJPifani,che già erano vecchi inimici . Rouinò le mura di Tracia,e le fortezze di Ragufi. Et andato in perfona contra Emanuel Imper. Greco, prefe Scio ;e fattala pace fi ritornò a Venetia, doue da tuoi fu am* mazzato . Vlrico Patriarca d'Aquileiafù prefofotto di lui, e s'ordinò la feda della Gioba grafia, come difo pra vi dilli. Ville i 7. anni,e gli foccefse 30 Sebastiano Ziani l'anno ny^.Alcoftui tempo fu fatto il Ponte di Rialto , e le colonne di piazza furon portate quà.Riceuè Papa Alefsandro III. perfeguito da Ba: barofsa Imp. Prefe Ottone figliuolo dcli'Imp. onde fatta la pace, hebbe tutti i priuilegi chediccm- mo di fopra, trattandoti del di dell'A lsenfione . Vlti- mamente efsendo uecchi©,& ricchifsimo , lafciato il fuo per teftamento,al publico,a S. Giuliano , & alla Chiefa di S. Marco,fi mori l'anno fello del fuo Pnnci pato,egh foccefsedel 11 78.
40 OrioMalipie«o,òMastropetro eletotda 40. huomini, iquali furono per innanzi eietti da quattro. Quello fu ilprimo , che fi clcggefse da i 40. rinomini, come anco s'eleggon a notori tépi , ma da 4 1 .Pacificò i Pifani . Fece l'imprefa di Zara , che fiera ribellata di nuouo.Riprefe Tolomaida hauendo mandato armata all'acquifto di terra Santa.E fuperato il Saladino, fi fé ce Frate, e fu eletto in fuo luogo
41 Arrigo Dandolo Tanno 1191 Vogliono alcuni, che da quello fi cominciafse Teletticn di 40. Ora que Hi rihebbe Pola tolta da Pifani . Fece tributari s[pc- ftini.Rihebbe Zara. Prefe Cofta tir opoli,e rifece J*ip. di quella Città Ifac con Aleflìo fuo figliuolo. Ma tat- to di tinello tumultojil Dog*co'Francefi fidiuife l'Im
P R M O. 67
perio tra lorojX tutto Baldouinolmp. perla parte de Francefi5 fu fatto Patriarca Tomaio M orofini , perla parte de Venetiani , con la fommeflìone di Candia , e dell'altre Ifole del Mar Ionio,e del Mare Egeo. Ricu- perata poi Ragufi,il Doge fi mori in Confiantinopoli, .eglifoccefse l-i PietroZi ani Tanno 120^.1 ch'era allhora Conte d'Arbe. Sotto quello fi fece Marino ^enoPodeftàdi Confanti nopoli.Acquiftò Corfù, Modone , Corone, Galipoli , Nafso, Paro , Andro,& altri luoghi,e fi fece tributario Negroponte . Mandò in Candia Colonie. Vinfe i Padouani,ei Genouefi.Vltimamente tolfeper moglie Conftanza figliuola di Tancredi Re di Sicilia, e rinuntiò il Principato.Et efsendo morto,fù fepellit» in S.Giorgio nella fepoltura diSebaftiano fuo padre, & fu eletto in Tuo luogo.
iAcoMoTiEpoLol'anno mS.Ilqualefoccorfe Can diamoleftata da Corlari.Leuò Tafsedio da Conftanti- nopoli,oue era Teofilo Ziani Podeftà.Fece tregua co* Genouefi per noue anni col mezzo di Papa Gregorio. Mandò 25-. Galee in Puglia per nome del Papa. E fott® Andrea fuo figliuolo mandò 60 . Galee in aiuto de Ge- nouefi contra Federigo Imperatore , racquiftand» Pola , e Zara. Vmuto 20. anni fu eletto in fuo luogo, del 1248.
Ma r ino Moros r no. Al cui tempo fu agginnto al nu- mero di 40. elettori un'altro , fi che furono 41. Cofhii a perfuafion dd Papa mofse l'arme cótta Ezzelino da Romano,crudelillìmo tiranno in quei tempi,è racqui- itò Padoua dalle fue mani,ca celatine gli Ezzelini,e yi- uut0 4.annifi mori,e fu mefso in fuo luogo. Ri ni eri Zeno l'anno 125:2 . Egli mandò armatala Soria contra i Genougfi.Neliuoì:empo Michel Paleo logo racquiftò l'Imp.di Conitantinopoli,eBaldoui»o Imperador,c Pantaleon Iuftiniano Patriarca,traditi da Greci fi fuggirono . Venne di nuouo alle mani co'Gc- flouefi con «rofiiìi ma armata in Sicilia. In Vcnetia fe-
E 2 cela-
*8 L I B K O
ce fallesgiarele ftradp '** g^n parce,iccrcbbe l'arma- tale pericguitò molto i G^nouefi. Gli puennero al- cuni tumulti in Vcnetia. Pacati 17. anni fi mori ,efà eletto del 1168.
45 -Lorenzo Ti e pò lo figliuolo già di Iacomo Doge. Sotto queftoi circon-ùcini, come Bologna,Fano,& al- tre Cttà congiurarono comr 1 Venetia;per Liqual co- fa uenuta cireftia, Lorenzo fece la leggerne tutti nel golfo pagafiTero i dritti delle mercamie.Solleuntii pò po!i,e uenuti alle mani co'noitri. i Bolognefìfuró rot- ti Vifle fei anni, e fu eletto
47 Iagomo Contar ini l'anno 1171. Nel coftuité- po quafifi rinouè la guerra co'G:noueh\ Si riduflero di nouo i popoli d'Iftria alla diuotion di fan Marco. Et perche gli Anconitani defraudauano i Datii,fi pre- fe la guerra con loro ; mi fattafi la pace a preghiere del Pipa, il Doge s'ammolò, & rinuntiando il Princi- pato , fi mori cinq'ie anni dopo il Dogato , e foc celie
4S Giovanni Dandolo Tanno 1280. Venne in que- ito tépo quali un diluuio, che portò pericolo a Vene- tia, IbcceJle anco un gran terremoto Rmouò la guer- ra con gli liti ìanifauoriti dal Patriarca d'Aquilea. Or dinò armata per Soria quantunque non andante. Si co- minciarono a battere i Ducati in quetto tempo . Ec efìendo uiuuto diecianni fi mori, e foccefle
49 Pietro Grademigo. l'anno 1190. Fece armata confra 1 Genouefi. Prefe Pera , e la disfece . E uenuto alle mani in Dalmatia con loro , furono i noftri rotti. Rifatta Tarmata di nuouo s'attacarono nello ftretto di Galipoli, doue i noitri fimilmente perderono. Fecero poi la pace. Intanto' in Venetia, Marin Boccone fat- ta congiura fu punito. Fece una armata , che andò in
' Grecia ,luqual tornando portò quindici mila, prigio- ni , e gran quantità di dinari. Spenic un'altra fecondi congiura. Finalmente pattati dodici anui del luo pria cipato, foccefle in 'no L1020
50 Marino Giorgio Tanno 130* . Quelli fece
"" arma-
P K IMO. t$
armata contri Zara , e ni tenne FafTedió dieci mefi, nel quale tempo uenne a morte , hauendo prima edificatala chiefa di fan Domenico a Tue fpefe . Et fu eletto in fuo luogo del 13 1 3 .
Giovanni Soranzo. Riprefe Zara, e Nona, Spala* irò, Trau , e ebenico ritornarono alla noitradiuotio ne. Venetiafù ribenedetta dal Papa che prima era ila ta icommunicata. E Giouanni armò Galee contra Gè nouefi?, eailedio Pera. Difeie 1 Padoani contra il Si- gnor di Verona, e pattati 1 3. anni fi mori, eiiendo elee to in Tuo luogo del 1 3 19. ja Francesco dandolo cognominato Cane.Coftui prouide a una gran careftia . Accettò Pola a fu a diu* tione . Mjndo amb;..ciaria al Papa per le cole de Tur- chi. Fece lega col Re di Boemia, eco'Principi d'Italia contra il Signor di Verona. E maneggiata la guerra^ con diuerfì focceilì , finalmente nel conchiuder la pace con Mattino Signor di Verona, acquiitò Tre- uifì , Caltel Baldo . e Ballano col parlo ddi'A.dice li- bero,e iìcuro a marcatati. V.liè undici anni, e fu eletto
53 Bartolomeo Gradenico Panno 1339* nel co- itili tem;io l'acque uennero cosi alte,che Venetia dubi
■ tò d'affondarli. Si ribellò Candia , ma acquetata di nono, foccelTe" grandiiCrna careftia. Vilfe tre anni, e focceffe del 1341.
54 Andrea Dandolo, che fu dotto huomo,& molto fauio.Si collego con Papa Clemente , con molti altri
Principi. Mandò armata contra Turchi , e fu prefa Smirna Impetrò il traffico di ile mercantie in Egitto. Zara d. nuouo fi ribellò . Et il eh di S- Paolo, nn ter- remoto rouinò molti luogh; deila Citta.Vennepoila pelte.Rupoei Genouefì. Fec lcgacol Redi Boemia adannidclViVonteDucadi Milano. Senile oueiia huomo le H tifone de Venitiani fino al fuo tem- po . E fu amico del Petrarca , daiquale è mol- to lodato . Viuuto dodici anni, entrò in iuoluege del 13,-4. .
E ì Mari-
7o LIBRO *
55 MarinoFaliero Conte di Val di Marino . Sotto coitili fu rotta Tarmata noftra all'Ifola di Sapientia. Fi nalmentefù morto l'anno medefimo che fu fatto, per fuoi mali portamenti , volendo egli farli alìòluto fi- gnor di Vcnctia,e gli foccefle y5 Giovanni Grade k; go l'anno 13 55. Qu cfti man dò fette Galee contra i Genouefi. Ma fatta lega da Vi- sconti col Re d'Vngariaa danni della Dalmatia, fortitt* cato Treuifi,ei luoghi d'lftria,fi mori parlati i4.mefi,e fu eletto in fuo luogo del 1356. 57 Giovanni Delfi no, huomo dotto nelle cofe di legge. Fece tregua col Red'Vngaria.-ma mole flato in Dalmatia,finalmente fece la pace. Ville cinque anni,e gli focceUe del 1361. J8 Lorenzo Celsi. Nel coftui tempo vennea Venetia il Duca d'Auftria , & il Re di Cipri . Candia fi ribellò; maacquiftatacongran fatica, fi fece vnagioftra su la piazza di fan Marco. Ma infermatoli grauemente mo- rì dopo 4. anni, egli foccefle 52 Marco Cornaro l'anno t\6$ * Ribellata Candia la ricuperò : Et il Papa a tua inftantia concetfe indul gen- tia plenaria a chi andaua a quella imprela. Ville duean ni,eduemefi,egliibccelTedel 13 68. $0 Andrea Contarini , ilquale accettò lontra fuo volere . Ribellati i Trieitini col fauor del Duca d'Au- itria,gli ritornò alFobcdienza.Fatta guerra co'Signori di Padoua gli ridune all'accordo. Venne alle mani con Leupoldo Duca d'Auftria . Combattè co' Genouefi, ch'eran collegati col Carraro,econ Milano contrai noftri , Racquiftò Chioggia, ch'era perduta, & viuuto 1 5. anni,gli foccefle del 1 3 83 . Si Michel Moros ini . Ilquale fatte alcune leggi m materia de gli homicidiarii,fi mori 4. meli dopò il lùo Principato,e gli foccefle del 13 83 . 6i AntonioVeniero huomo di piaceuole ingegno, & giù fallì mo nelle fue operationi,comr quello che fé ce punire vn figliuolo p hauer fatto alcune infoi entie.
Fece
P X I M O. .71
•Jcce-legacón Milan©,e con Ferrara , a danni di Padò- ua,&acquiftò Treuifc Dopò alcuni trauaglififece pa- -ce per dicci anni.In quel tempo venne a Venetia il Du ca d'Auftria,& uri nipote del Re di Francia, oue furon fatte molte felle, ville i8.anni,egli focceffe
6$ Michel Steno , l'anno 1400. Ne tempi di coftui, Vicenza, Feltro, ^Ballano , e Belluno ridiedero a faa Marco , efcópertofi ch'il Signor di Carrara , e quel di Verona teneuan le manico'i Genouefi , fi fece elferci- to,& s'acquiftò Padoua>& Verona. Si molle poi l'arme contra il Marchefe di Ferrara, & acquetati 1 motidel Red'Vngaria^efTendo viuuto ij.anni in Principato,gli faccene
64 Tomaso Mocenigo l'anno 1413 .Quelli racquiftò in Friuli tutte le terre tolte da Pippo Capitano del Red'Vngaria . Nel Tuo tempo arie gran parte del Palazzo con la Chiefa di fan Marco . Fece alcuni Magiilrati , e viuuto dieci anni , gli focceffe del
6$ Francesco Foscart . Ne Tuoi tempi fa fatta lega :con la Rep. Fiorentina contra Filippo Maria Duca di Milano. la onde s'acquiììo BreCcia , fi hebbe Rauenna, e fi fece la pace coi Duca . S'innondo Venetia in tan- to che ella pati per più d'un roilien d'oro. Si mofle guerra in Lombardia per conto de Bologneii . Fu lo- bato ii rheforo di %S .Marco da un Greco , ma fi punì il ladro, (come già v: dilli) Si mofie guei ra a Fiorentini. X'Imperador Federigo venne a Venetia tornando dal lafua coronacene» Si fece guerra con Francefco Sfor- ma , chJera fatto Duca di Milano . Si fece accurdo col Turco. Finalmente elfendo venuto all'età di S4.anni, ehauendone dominato 34. fu difmeffo del Principa- to perla fua impotentia,egli focceffe
46 Pasqvàl MALipiERoTanno 1457. Quelli manten- ne la pace con Tornino ftudio , la onde la noitra Citta flette in grandiff. abondanza di cole. Fu trouato il triodo divampare in qucilo tempo. Si fece vna legge,
E 4 che
7i L I B X O
che non fi poterle crear vn Doge viuente la ltro . Vi/Tè? quattro anni,e gli foccefTe deli. 462.
€7 ChristoforoMoro. Ilqual mófle guerra contra iTurchi,AfTediò Triefte , Mandò Gifmondo Malate^ ita nella Morea per terra,e Orfatto Giuftiniano Gene ral per marche acquiftatoSparta,afTali Coranto.Andò in Ancona, oue i compagni Principi doueuano adunar fi per far la cruciata.viuuto none anni, gli focccffc
(S Ni colò Trono l'anno i47i.Qucftoitabili Herco- leda Elie nel fuo Ducato. Si cófedero colRe di Perfia piar guerra al Turco. Acquiftòl'Ifoladi Cipri. E viuu topoco meno di due anni, entrò in Tuo luogo del 1473*
69 Nicolò Marcello . Coltili a Scutari riportò ho- norata vittoria contra i Turchi , & mentre che dauà gran faggio di fé a Popoli, fi mori , quindici meli dopò il fuo principato, & gli foccefle del 1474.
70 Pietro Mo e eni go . Ilquale mandò al foccorfo di Lepanto vn'armata,e leuato raffedio,difcfa gagliarda- mente la Morea, lì mori in quatordici mefi, &gli
foccefle
71 Andrea Ve ndr a mino l'anno 147? . Fece guerra colTurco,efaluò Croi» in Albania dalle lor mani. Ma mentre chetrattaualapacecon lui fi mori 10. mefi do pò il ilio PrincÌDato,efù eletto del 1477.
ji Giovanni Mocenigo. Uqualeconchiufela pace col Turco. Acquiftò Corinto in Dahnatia;Mofie guer ra a Ferrara . Mandò roberto da San feuerino contra Ferrando Rè di Napoli . Finalmente mori Tanno 7. & gli foccefle
73 MabcoBarbarigo l'anno 14S? . Ilquale fu rino- mo di retta vita, e molto dato alle cofe della pace, la- cuale egli s'ingegnò grandemente di mantenere. Era fom marciente amato da o<?niuno;& mentre che s'appa recchiaiu a qualche belPoperatione , fi mori il primo anno,e gli foccefle del 1 485.
74 Agostino Bare arigo fuo fratello, per i meriti di Marco . Sotto quello fi fece guerra con Gifmond»
d'Auftria
PRIMO. 73
d'Aurina per conto delle caue del ferro. Si cacciò d'I* talia Cirio Ottano Re di Francia,e ancor che fi perdef feLepanto,Modone,Corone,e D urazzo^'acquiftò, Cipro, e Cremona e moke alti e terre in Italia . Mori l'anno ij.del fuo Dogato,e glifocceffe 7? Leonardo Lo r ed a no l'anno 15:01. Sotto quello Principe fi fece la lega a Cabrai contra quello Stato: Furono in lega il P-ipa, l'Imp. il Re di Francia, il Re di Spagnai Duchi di Mantoua,e Ferrara;di manie ra che noi perdemmo quafi tutto lo flato da terra, e ne reftò Treuifi,con ilquales'acquiitò poi dopò molti tra uagli,Brefcia, Verona, Padoua , & ogn'altro luogo da terra. Rialto abbruciò con molto da imo Tanno 15 13. Morì 10. anni parlati del fuo Dogato, e in fuo luogo fu eletto
76 AntonioGrimani l'anno ijii .ilqualfu prima dis fatto di Procuratore, e confinato a Cherfo, poi richia- mato fu fatto Procuratore vn'altra volta, e Doge per i fuoi meriti. vilfe duoi anni, e gli focceiìe d«l 15-13.
77 Andrea GRiTi,beIIiflimo di corpo,ed'animo,tan- to eccellente,ch'era nato per dominare.Tutte l'età fu- ture fi ricorderanno di lui. Gouernò la Rep4con molta fua lode ij.anni & 7.mefì.Si morì con dolor vniuerfal di tutte le genti di 3 i.anno,e gli foccefle
7S Pietro Land o, Tanno 15-39. ilqual erahuomodi buona; niente,reli?iofo, e prudente. Conferuò la pace che egli trouò in quefto Stato. Si icoperfero nel iuo té pò alcuni traditori che riuclauano ifecreti,efuronpu niti;& fi ruppe la guerra col Turco,ma fatta la pace , fi mori dopò 5.anni,& gli focceiìe del 15*45'.
79 Fran c e s co Don a t o 3huomo eloquente, e di uiua- ce inteilettouiqaaleconcinouandoin mantenerla pa- ce di quefto Stato,fcce finir il Palazzo de'Dogi, Final- men te fi morì con do lore vniuerfale di tu tta la Città, dopò 7 anni & gli foccefle del 1 5" ? 3 .
00 Marcantonio Trivi sa Nc,iiqualefùfantohuo mo,e daua apoucri tutto il fuo; digiunauaafpramcte,
intanto
74 LIBRO
intanto che per le continoue fatiche, &per Jamolta attinenza nel mangiare , hauendo , contra i'ua uo^lia e quafi per forza riceuuto il Dogato , fi mori in capo» all'anno, eifendo a udir la meiTa. Difpiacque a tutti la fua morte, egli ioccerTedel i ^ 5 4.
81 Francesco Ve n ieri, hiiomo di molta efpericn za, e gran pratico del gouerno di quella Città, il qua- le con fomma prudenza" continuò la pace continuata in quello Dominio. Venne al fuo tempo in queita Cic tàla Reina di Polonia , laquale andana a Bari ,e fu ca- rezzata molto , e partita, lì mori il a. anno dopo il fuo Principato, egli foccefle.
8a Lorenzo Privli Fanno 1 S56. huomo certamen te religiofo molto, & di prudenza infinita, & la cui ben tà era nota a ciafeuno. Era perfona letterata , & di bel giiiditio, & umuerfr.lmentc amato da tutti i popoli. Haueua la Principerà Zilia fua moglie di rara qualità; la onde eflendo molti anni, che la Città nò hauea ue- duto Principefla nell'una, fi fece la fua feira, laquale fu tanto marauigliofa , e cosi piena di pópa , quanto ch'i noftri tempi auanzano , per conto di delitie , tutti gli altri paflati.Dopò non molto, efTendo uiuuto intorno a 3 .anni,fi morì,& gli foccefle
83 Hierokimo Privli fuo fratello del 1 5:? o. huo- mo di molta bonià. Nel Ilio tempo fi creò pergouer- nator dell'armi Venete Sforza Pallauicino Marchefe di Corte Maggiore. Mantenne la Repub. in pace, & quiete, onde meritò nome ueramente di buon Princi- pe. Morì,&fù eletto in loco fuo del 1567.
$4 Pietro Loredano di buoniflima,& lincerà men- te. Nel tempo di quello Principe mori Solimano Im- perator de Turchi famofillìmo , & gli foccefle Selim ilio figliuolo. Fu l'incendio dell'Arfenale , con lì pane tofo ltrepito, che fi vdì per più di 40. miglia lontano; feguendo poiunacareftiagrauiflìma , & quali infop- portabil;& poco doppo la guerra cominciata da Sclim {opra detto ; nel maggior feruor della quale mancò il
Prin-
9 II D O. 75
Principe, & fu in Loco Tuo creato del IS70. 85 Alvigi Mocenigo Caualier>& Procuratore San Marco,di beJliUima prefenza, & di efficaciflìmauirtù, onde era riputato degno di ogni honore. Nel Princi- pato Tuo fi perde il Regno di Cipro , che fu occupato da Turchi^ma fi hebbe quella fegnalata uittoria , per laquaIe(come già dirli) uà il Doge co la Signoria a vi- ficare ogni anno nel Tuo giorno fé ftiuo la chiefa di Saa ta Giuftina. Henrico terzo Re di Polonia, per la mo r tedi Carlo IX. fuo fratello Redi Franza, eifendo chiamato a quel Regno, pafsò per Venetia , doue fu con trionfi grandiiiimi raccolto, & in particolare dal Principe con fodisfattion di cadauno accarezzato . Si abbruggiònel palazzo il Collegio , & fsnticoilegio, con una delle cube della Chieià di S. Marco. Morie finalmente il Principe , & fu in fuo loco all'unto al Principato del 1^77.
%é Sebastian VeniEro non mai a baftanza lodato, ilquale col ualor che inoltrò , & dell'animo, & del cot po,aH'hora che eifendo General per la Repub.fu pria tipal cagione di ottener la già più uolte nominata vit- toria contra Turchi , in modo iìacquiftò gli animi di cadauno, che mi racoiofamente, & a uoce in un'inftàte fu in loco dei mor;o Principe ad una tal dignità ele- uato. Cello nel principio del fuo Ducato quella iro- manifiìma peite, cagione che( cerne già ui dilli ) ogni anno fi uifita la chiefa del Redentoreialla Giudecca. li Ponrefìce màdò a donarli la Rofa , dono che fi fuol fare à più cari amici Principi loro. Siabbruggiò di no- ■uo il Palazzo doue arie 1 a Sala del Scrutinio, il CqI- Jegio de'X 1 1. quello de X X V. il loco oue fi ferua tianolefcritture de Notari morti , la Quarantia ciuil nona, & tutto il Salone dal gran Configlio fino al capo •del Parodilo, che già uoi ne mmafre di l'opra. Etdopoi: mori il Principe^ in ino loco fu eletto del 1)78.
*7 Nicolò da Pónte Dottor, Caualier ,& Procu- *atore,huomo do;iiiT;mo, & ne manne^gi della Rep,
eccelka
76 \ LIBRO
cellcntifrimOjComc di ciò ne haueua già datofegno iti più legationi,maginVati,&alnicarichi,che cornea per fonauirficientilììma gli erano da fauii padri più uoke ftati commetti. Vuie quello hoggidi , & dimoftra the le opere hanno di gran lunga auanzaco l'afpettatio- ne: cosi il Signor Dio per tua bontà, & per la fua re li- gioia vita gli conceda ogni felic tà,per fodisfation fua, & per tranquillità di qucftaRepublica. For. Po. che la uoftra cortefia Sig. è ftata tale, ch'ella fi ha degnato cosi breuemente narrarm i focceili dePrin- ripidi quella Otta ,io non <ò s'io debbo richiederla, che mi racconti anco qualche cofa dt/Patriarchi, per-* ciò ch'io dubito di non efler molefto. Vcn. Sono obligato a farlo,che così vi promifijma andiamo cosi ragionado verfocafa mia, ch'io vaglio, che reti ate a definir meco , e ragioneremo quel che più ih piace. Vox. Io ueg£Ìo che più ogn'hor vado crefcédo in obligo ed
voi, ma per n >n le far torto, accetterò l'inulto. Vcb. Ora per tornar a propofito. D-cochenel principio della Città , gli fu dato il Veicouo, il cui titolo fu pri- 9 ma Veicouo 01iuol^rc,p^(t chiamò Vefeouo de Mor ti , perciò che egli tirau i un'entrata delle decime de morti. S'incuoio finalmente Vefeouo Cartellano. Ma «j'.iàdo Grado fi dishaDitò, in tantoché Veneti a creb- be grandemente, :ì trasferì il Patriarcato di Grado in q aeft >di V neui.Fùaduqaeil primo Vei'.di Venetia 1 Obelalto Manno figliuolo di Enegro Tribi.no da Ma lam ")Cco,l ano 774.huomo di vita ringoiare, e religio- fo.Morj iS.ann- dopo la Tua elemone,& gli l'eccelle.- a Ch '.Itoforo Dannato Greco, l'anno 7^ z. c<;ftui eflen- doli .•- udentemente gouen-iato nel luo Ve couado, col dar ! moline a pouen,t far aftinentia , mori Tanno 17. e fu eletto. 3 Odo Orfeo! ) fratello d'Otrcne che fu Doge.C ftui cacci toOttone,tol e il Do^to peri! fratello fin che tornaiTe,ma in:e(à la fua me) .c,nn. n.io il ijogaio,c ritornò alia m* Chieta. Vaie duci aum*€ in eletto
<*io-
P R I M O. 77
4 Giouanni Sanino dell'ordine de gli Himilìati, lette- rato,& amato molto dal Clero, prudéte nelle lue opc rationi,e di buona vita, ville fei mefi,e fu eletto
5 Mauro Vicentio,'ilqual uiife io. anni e fu eletto
6 Domenico Badoaro Veneto. l'anno 86z
7 Craifo Eatio. £73
8 Giouanni Sanuro Veneto. SS 9
9 Giouanni Aucnturato Aquilino. ?pi io Lorenzo Timensdeum Monaco bianco. 91S
11 Domenico Moro Veneto. 53^
12 Domenico Dauit Veneto Eremitano. .54^
13 Pietro Malfatto Padouano. 971
14 Orfo Magadizzo Veneto. 981 1? Domenico Badoaro Veneto. opi \S Pietro Quintauelle Veneto. 1000
17 Gregorio Giorgi Veneto. 1009
18 Marino Galliano Veneto. ioio
19 Domenico Gradenigo Veneto. 1040
20 Domenico Gradenigo Veneto. 1059
21 Arrigo Contarmi Veneto. io<?£
22 Vital Michele Veneto. 112?,
23 Bonifacio Falicro Veneto. 113 1
24 Giouanni Polani Veneto. 114» 2? Vita! Michele Veneto. 117S 16 Filippo Caflolo Veneto. noi
27 Marco Nicola Veneto . rio»
28 Vital Michele Veneto. \%s%
29 Marco Morofìm Veneto. JMf
30 PietroP.no Veneto. 1260
31 Gualtiero Agnus Dei Veneto. iz6%
32 Tornalo Rimondo Veneto. 1272
33 Tomaio Franco Veneto. 1172
34 Bartolomeo Querini Veneto. 1174
35 Simon Morofìni Veneto. izò%
36 Ramberto Polo Boi ogpcìc. 1291
37 Iac mo Contarmi Veneto. 1303 3$ Bartolomeo Querini Veneto. 132?
Michele
78 LIBRO
39 Michele Cakrgi Veneto. i^z
40 Angelo Delfino Veneto. !^6
41 Nicolò Morefini Veneto, 1^40 41 Giouanni Barbo Veneto. 1349
43 Paolo Fofcari Veneto. !^ ^^
44 Giouanni Amadio Veneto Cardinale. *3 79
45 Angelo Corero,che fi» Papa Greg. XII. 15 79 4(5 GiouanniLoredano Veneto. 1385 47 Francefco Fallerò Veneto. 1^0 48. Ieronimo Delfino Veneto. 1393
49 Francefco Bembo Veneto. 1398
50 Marco Landò Veneto. 142^ fi Erancefco Malipiero Veneto. 1429 5* Lorenzo Iuftiniano, Huomo di fantiflìma vita , in^-
tajito ch'egli è ftat'o canonizato dal papa, & ha a Ca- mello il Tuo altare. Qu citi iu il primo Patriarca di Ve netia,Panuo 14 yo
?3 Maffio Contarmi Veneto. 145 1
54 Andrea Bondomiero Veneto. 1460
55 Gregorio Corero Veneto, 146? $6 Giouanni Barozzi Veneto. 1467 57 Maffio Ghirardo Cardinale Veneto, 1466 53 Tomafo Donato Veneto. 1492.
59 Antonio Soriano Veneto. 1504
60 LodoiiiCo Contarmi Veneto. 1708
61 Antonio Contarmi Veneto. 1508 6x Ieronimo Quirini Veneto. 152.4
63 Pier Francefco Contarmi Veneto. 1554
64 Vicenzo Di edo Veneto. 1555'
65 Giouanni Triuilano , che viue al prefente. 1560 For.Iofon rimalo fino 3 qui molto fedisfatto deluoftro
ragionaméto, & però ve ne tengo obligo infinito. Ma quando io non ui fofli mole fro, hai ei caro, che mi dice fte qualche cofa del goueroo dello Stato,& delie ma- terie appartenenti a Giù dici j. Vcn. A me fate uoi piacere .-fl'ai, come uiho detto altre ucite, però in quanto per me fi potrà, uoi faperete
quel
P R I M O. 79
t^uel tutto ch'io credo intédere in quefìa Rep. ma per <lar principio fenza perdimento di tempo,voi hauete a tenet ferme h'il
Gian Qoa •l:o è la bafe di queflo Stato, percio- c^ie in queito fi creano tutti i magiftrati , d'alcuni po- chi in fuon,chefon propidel Pregadi. Vanno in Con figlio tutti i nobili che paflano 25. anni, o che da 2?. anni in giù .hanno tocco ia forte il di ài. Santa Barba- ra di patemi andare. S'aduna ogni Domenica per l'or .dinano,e le felle fra l'anno. Et ogni u.olta ui lì difpen . fano jioue voci,ch'ebelliiìima cofa a uedere. Entrano finita ch'è la trottiera,poco dopo mezzo di}8c ftanno- wi lino a 22 ,hore,poco più o meno di Verno, & di Stan- te ui uanno la marina auanti difnare ; & per l'ordina- rio vi entrano da i4oogentilJhuomini.
Pregadi. Quello è quel corpo che li chiama propria mente Senato, nel quale entrano moki honorar.: ucc- elli. In quello Coniglio fi determinano le deliberar tioni della pace,e delia guerra; auéga ch'anco il Cóf. de Dieci porta ciò fare: ui fi fanno anco leggi . Crea il Capitan General dell'armata . IlProueditor General per tetra. Creaao quei di Pregadi,! Saui grandi, i Saui di terra ferma,& i Saui de gli ordini.
Collegio è cópolèo del Principe,di fei Configliene di fei Saui grandi,di cinque Saui di terraferma, di cin- que Saui de gli ordini, e di tre capi di Quaranta ciimi nali. Nel collegio fi leggono le lettere, fi danno audié z2 a gli Oratori, fi dilpen'ànocaficiuili, ne'quaìi fido mandano delegationi. E finalmente il Gojlegioe vna mano che porge le cofe a gli altri Configli, o Magiftra tì,a quali elle s'appartengono per.refp.editicne.
Saui Grandi. Quelli ionolei de' più riputati rino- mini della Città. Procurano le cofe della p^cc, e del- la guerra jficriuono , e rifoond no a Principi 3 confi- ggano, e gouernanola Rep. è introducono l'opinion loro nel Pregadi.
Sani di Terra Ferma . Quelli fon cinque . Hann©
lame-"
So LIBRO
la medefima auttorità, ch'i Grandi, cornali fon infie- me neiramminiftrationc . Procurano le materie deJ Soldati. Et fono huomini molto riputati,
Saui degl'Ordini . Quelli fon cinque , ma giouani per lo più, iquali hanno belliliimo campo a introdurli ne maneggi del gouerno ; e propongono , e dicono la lor opinione; e s'eflerciuno guardandoli nello fpec- chio de vecchi.
Configlierifonfeì, vnoper felìicro; fi eleggono de più honorati gentilhu omini della Città , richiedendo coli la grandezza, e la dignità del Magistrato . Seggono col Doge, e con quello elTeguifcono ogni faccnda ,e malli inamente priuata,comeè daraudienza, e legger publiche lettere,conccder priuilegi , & altre coli fatte cole. Lequali non poflono efìer eifeguite dal Doge, fé non vi fono quattro còfiglieri, & lenza il Doge eflegui feono . Hanno auttorità particolare di proporre in gran Confìglio le cofe che occorrono.
Configlierida Baffo. I Consiglieri durano uno an- no,otto meli iti Collegio, e quattro nella Quarantia Criminale,doue continuamente feggono tre Cófiglie ri. Polfono feder in quello giudicioi quattro primi mefi,o li quattro ultimi, o li due primi, e li due ultimi . Tato che, chi è Cófiglicro da ballo, o egli è flato, o egli debbe efler grande Cófigliero \o ueraméte egli è lta- to,o debbe eifere Cófiglier da balfo.Et però e nccefla- rio che còtinouamente fieno noue.Configli eri lei che affiduamente leggono col Doge, e tre nella Quaran- tia Criminale, che afcoltano le caule criminali!
Doge. Quello è il fupremo Magillratodi quella Rep. li chiama anco Principe, e rapprefenta come ca- po il Principato in quello Dominio , a gli habiti , alla pópa,alla habitatione, e in ogni al tra colà. Si battono le monete, lì fcriuono le lettere in luo nome . Tutta- uia non ha auttorità nelfuna, fé non quanto gli è cóce duto dalla legge. In fomma egli è il primo huomo ycr preminenza che noi habbiamo in quella Città.
Pro,
PRIMO. Si
Procuratori di San Marco. Di quefti noi habbiam ragionato di fopraa baftàza. ui s*aggiugne,ch 'effondo grado di grandifs. dignità a uita, uannoinPregadi,ma in Conf. di X. nò, te no quelli che rimangono alla bal- lottati one. A mminiitrano le cofe della Procurarla, e polfono anco eilèr Saui Grandi.
Confìglio de Dieci. Quello Magiftrato ègrauiflì- aio. Fu creato Tanno 1 3 1 o.a' 1 6. di Maggio , per con- feruation della pace,e perla cócordia, cllendo feguito il tradimento diBaiamonte,e del 13 11. fu confermato per cinque anni , uedendo quanto egli folle ìàlutifero alla Rep. e s ordinò che fi adunalfe ogni Mereordi do* pò delìnare, e del 1 3 1 y.fù confermato per dieci anni, & finalmente del 13 3 f . a zo.di Luglio, fu confermato perfempres&fù propofto oltre a quelli che uiolano 1* publica Maeftà del Stato, alle fette, a trattati, a fodo- miti,a monetarii, alle fcuole della Città, e alla Cancei laria. Maneggiano alcuni danari. Et hanno galee nell' Arfenale, e artiglierie col fegno loro, ch'è qfto C. X. Et auuertite,che quando hanno a dar fententia d'alcua reo che fia nelle lor mani per alcuno de fopradetti de- litti , non può quel reo , ne per le ftefo , ne per altri, agitar , e difender la Tua caula in detto Configlio , ma comparisce dinanzi a capi, e di tutto quello ch'egli di cefe ne piglia nota. Et un de capi introduce la caufa nel Còfiglio loro. In soma egli e Illuftrifs. & Eccelle» tifs. Magiftrato fra tutti gli altri, e di gràdifs. riueréza*
Auogadori di Commune. Quefto. e Magiftrato di gran riputatione nella noftra Città. Ha principaiméte cura di far ofTeruar le leggi. Placita i rei nella Quara- tia Criminale Procedono con tra color,che copranole liti.Hannoauttoritàdiuederi pFoceftì di Signori di fiotte.Poflon tagliar tutti treinfieme gli attiaifenti di lo.ducati.Hànoauttorirà di chiamar amédue le Qua- rantie con licenza del Dominio . Et finalmente fono di molto auttorità nel noftro gouerno.
Cenfore. C£ueftifurcn creati 1 anno 15*17. Hanne
F cura
St LIBRO
cura alle cofe de Brodi, al coturnato uiuer della cit- tà. Son lor fottopofti torcameli, e famigli. Int< : ruicn ordinariamente un Cenibre nell'eflaminc che fi fa de rei criminali, e coli fatte altre cofe, lequali fon lor co mefìe per leggi. Ora in tutti quelli Magiitrati confitte l'ordine del'a publica ammimliratione.
F°r. Mi piace aliai. Reità hot a che mi diciate quel che noi fapete intorno a Magiftrati ch'ani minaftrano la Gia- ìtitiaalleperfone.
Ven. Et anco di quello ui fV.d «sfarò. Voihaueteadunqnea ricoi dami, che alcuni Giudici fon Criminali , & alcuni Orili, de qualialcuni fono a Rialto,& alcun! a S.Mar co. Ma comincionando noi da Ciuili,che fono a S. Marco. ( percioche poi tratteremo de Criminali) io vi dico , ch'il primo officio, altrimenti chiamato Cor- te ciuile, è il
Petitione. Si dice che queft'omcio hebbe principio nel Dogato di M.Iacomo Tiepoiochefù l'anno 1x23. Da prima hebb^ quali la cura di tutte le facende,ma accrelciuto poi l'Imperio della Rcp. e moltiplicati i negotii , fi crearono ai tri diuerfi Magiftrati, & di tépo in tépo moltiplicano in quel numero che hoggi fi ve- de. Giaudiuano i litigi: ch'occorreuano tra foreftieri, e quei della terra Giudicauano lino alia iomma di cen to lire, da indi in su s 'andana in Collegio.
Por. Come intendete uoi quelle lire?
Ven. Io ìntendo,che un mezzo ducato è un foldo ceto lire de grofsi fon mile ducati . Hora uenuto al principato M.Francefco Dandolo, uolfe , che il Petitione afcol- tafleoltralafommadelle centolire,e che haueflero altre auttorittà,come farebbe in cercar i rei fugitiui, e pegnorare.Ma hoggi fanno fentétia,egiudicio da cin- quata,ducati in su per ogni qualità per gràde ch'ella fi fia,ogni volta però che la caufa uada a qtiefto officio Riuedòno oltra qllo 1 guaiti delle robe mercàtili che fono in Doana. Fanno olleruaM patti chcgli huomini fanno tra loro,con io iitruméti,come anco in qualun- que
? R I M O, 8$
quc altra maniera.Sono Giudici cópetenti tra'i padro* ni de nauili,e i mercatàti , o^ni uolta però che non fi tratti de noli,percioche quefta cognitione s'afpetta al la corte del Foreitiero^come più innanzi diremo. Tari fanoleipefe a pupilli a inftanzade Cómiifari , e Tu- tori,ogni uolta però chei Procuratori di S. Marco no fono commiiiarii, otutori.Quàdoin qualche teitamé to fi beneficia qualche uno a tcmpo,o ad età,fanno ha bile per terminatione , che quel beneficiato pofla an- dar al beneficio^ per efler uenuto il tépo,o per hauer Tetà dal Tettatole ordinata.Sein unteftaméto occor- re( fi come qualche uolta occorre)qualche punto du- biofo,queiti giudici lo fanno chiaro. Ratificano le fen- tentie arbitrarie da $o. ducati in su. Quando occorre ch'i commiifarii fi uogliono compromettere,uannoal Petitione per la licenza. Quefti giudici fanno fenten- tia,fanno parimente terminationi, & a fuo luogo dire- mo della materia delle fen tende.
Foreftiero . Hebbe principio nel Dogato di Auro Malipiero fanno 1 178. Giudicano tra Venetiano,e Foreftieroje tra Foreftiero,e Foreftiero. A queiti Giù diciuannole materie dei fui di cafa, elacognitionia quefta materia e ^ pria del Foreiliero^af eifecutione vi a Signori di notte Ciuili. Hàno la cognitione de no li delle Naui : & delle varce , cioè delle partici pation del danno patito , quando per necefììtà di fortuna fi gettano in mare le robbe de marcatati , che fon fopra le coperte delle naui, che fonili pericolo d'affondarli. QueftiGiudici da io.ducatiin giù non accettano do- manda e rifpofta, ma procedono fommariamente.
Mobile. Hebbe quello Cocioilfuo principio Tan- no. 1 28 r. Le caufe da s o.ducati in giù nano alla Corte del Mobile. Queiti Giudici giudicano beni mobili, lafclati ne teftameti,e da i mobili prefero nome di Giù dici al Mobile. E quell'officio era prima della Corte delForaftiero,ma poi il Doge M.Fraceico Dadolo die 4e cotal negotio a prefenti Giudici. Giudicano,!! come
F i anco
84 LIBRO.
«meo il Pctitione, col quale quefto officio ha qualche participatione, eccettuando la fomraa del negotio.Da no Tentenna a legge fopra punti di teftament i di beni mobili, & fopra inftrumenti . Sententiano fcritti di mano propria fottoferitti per due teftimoni.
Procuratore. La degnità e & l'amminiftratione è di molto maneggio : Però fu ordinato un'officio l'anno H7i.ilquale hàprefo da Procuratori quel nome. In quell'officio fi giudicano le caufe ai Procuratori afpet tanti: percioche a quefta Corte s'addomandanoile- gati,efiendoi Procuratori commilTarii, e tutori. Af- coltan quelli Giudici le differentie delle pofleiTioni di fuori :& dico di fuori, percioche anco gli ftabili in quefta Città fi chiamano poffefsioni. Afcoltano le do ne che fanno profefsione d'efler mal maridate.Et que- fli Giudici furon creati nel Principato di M. Lorenzo Tiepolo.
Proprio. Hebbe principio neltépodel Doge Vi- tal Falerio Tanno 1094. Quell'officio ha quattro mé- bri principali: l'uno è la materia de'pagaméti delle do ti,fcioltoil matrimonio > l'altro le diuifioni,che fi fan- no trai fratelli: il terzo èie foccefsioni che uengono ab inteftato: il quarto è la materia de'confini delle fa- briche.Oìtra quefto trattano tutte le caufe che fon tra ftretti parenti.Quanto al primo membro. Le uedoue leuano le uadie, nelle quali fi contengono le qualità delie lor doti, ch'elfe richieggono; lequali doti fi pa- gano,prin?a co'beni mobili, & poi con gli immobili;& 1 pagamenti fi fanno tanto de i beni di dentro , quanto «li fuori. Oltra qfto,come i fratelli dopò la morte del padre uengono in difpareri, quelli Giudici fanno le di uifioni giuridicamente,(èpereuenturai fratelli non la fhnno de plano. Nel terzo mébro uengono le foccef- fìoniab inteftato 5 percioche quei che pretendono di foccedere al morto,mettono la focccfsione, & hauen- doprouato per teflimonii loro efler parenti, fi mette la focccfsione alle ftride,& nò «Sparendo niuno a có-
tradire
PRIMO. $s
tradire la leuano,& uano al pofTerTo. Prouedono fimil mete i Giudici a i beni di coloro che fi muoiono in na uè for di Venetia,perciochc fé gJi fanno afiegnar nell" officio , & dopò gli difpenfàno a chi di ragione s'afpet* tano.Dano i concienti trai più ièretti parenti i fecódo la legge. Dano fimilméte tre chiamori,! quali per loro s'euacuano,cioc fopra foccefsioni,fopra 6Ófini,& fopra fabriche. Hanno cognitione del criminale, ma in cofe ordinarie.
Eflaminatore. Fu incominciato eflendo Principe M. Rinieri Zeno. Soleuano(fi come anco fogliono) et* faminar teftimoni ad perpetua rei memoria , ilche fa- ceuano quand'alcuno de i teftimoni era aftretto a par- tirli della Città,o che foffe in pericolo di morire,!! chia ma etìaminar'in foglio; & quefto dette loro il nome d* Effaminatori.Conofcono fé le véditioni so bene,o mal fatte,quantoagli ordini delle leggi. Interuengono nell'alienationi fatte, fi da Commiliari , come d'altre perfone. Sottofcriuonoagli inftromenti delle dona- tioni,peri quali fi poflbn ad domandar beni mobili, cioè di manifeftationi.di Zudegadi, & Breuiarii. Qua- do fuflero pafTati 3 o.anni che alcuno hauefTe pofiedu- to,& preformo , leuano lo inftromento del poflefTo. Sei creditor d'un morto hauefTe paura di non efler fo* disfatto del fuo credit o,& uoleftefequeftrare ,ointer dire i beni nelle mani a chi gli hà,£juefti Giudici gh da- no licenza. Danno il proprio,& fine proprio di uendi- te,perche la cofa uenduta fi mette alle ftride.Dannoil uigor,& robor trasferendo il credito in terza perfona; & tutti quefti atti fi mettono alle ftride , onde poi ne procedono iChiamori,chc fon differenti a quelli de quali di fopra dicemmo: & cotai Chiamori fopra pi* gnore,donationi,poflefsi, dati de refudafon, uigori, & robori,fimili altri, s'euacuano per li ftefsi Giudici,da tre infuori;, iquali fono , fopra inueftition d: Zude- gadi, fopra iententje,& fopra uendite, iquali ion dati per lJEiTam alatore, mai Giudici di Proprio
F 3 §U
*6 L I B R O,
gli euacuano . Leuano i Breuiarii in forma di tutta- mente Tengono in nota tutti i Legati conditionati» accioche non poffa accadere , che s'alieni contra la vo- lontà del teltamento. Danno notitia a propinqui, e collatcrani di tutte le inueftitioni della proprietà fat- te per loro.Fano le fentétie di Documéto,i Cogniti de i pegni,& le fententie di Mifuendere. E quefto officio corrifpondente;& implicato colProprio.Hora voi ha- uete vdito quali fiano le lèi Corti a S. Marco. Et haue te a fapere che tutti i raccontati òfficiifono per le cofe di détro della Città , che di quelli difuora ragionare- ino a fno luogo. Trapafsadohora da i predetti officii de quali vi ho foccintaméte dimoftrato rauttorità,ver remo a gli altri, che fon in S.Marco , fé cofi pare a uoi.
For. Seguitate pure fecondo ch'a voi torna meglio.
Ven. Cathaueri. Quelti fono i Giudici Fifcali, & ricupe- ratori del publico,e furono creati Tanno iz8o. Socce- douo ne'beni del morto ab inteftato,ogni volta,ch'egli non ha focceffore.Son rifeotitori delle penech'impó- gono gli altri Giudici a i litiganti. Già maneggia uano la materia de'contrabandi, hoggi è propria de gli Auo gadori.Son Giudici de Comiti,& de'padroni delle bar che. Vendono all'incanto i terreni per nome del com- mune. Son Giudici nelle cofe rit rouate nel mare , Se ne'thefori che fi truouanoin terra. Afcoltano le diflfe- rcntie de'Pellegrini che vanno in Gierufalem tra i pa- droni delle Naui che gli portano, & nell'officio loro li fcriuono i Pellegrini per nome . Riconofcono tutta la materia de'Peotti. Son Giudici d appellatone in alcu- ne caufe di poco valore , che fi trattano alla Giuftitia Vecchia, o in altri luoghi. E ftato noucllamente com- meffoloro di giudicare le cofe de Ciprioti. Hoggi i So pradatij hanno gran parte delTaattòtità che era già de i Cathaueri.
Piouego.il proprio nome di quefto officio è Publi- fo,ma corrottamétefi dice Piouego. Quefti riconofeo «o i contratti vfuraucj. Hanno cur a delle uie publice,
&chc
PRIMO. 87
& che i Seftieri,& i Canali non fiano occupati d'alcuno edificio priuato.Sòn Giudici da zo.lire in giù. A Rialto conofeono ogni contratto vfjratico per ogni gran iota ma ,perciochie fiedono anco a Rialto . Et furon fatti l'anno iz8o.
, Sindici. Et perche la facoltà che fi confuma nelle li- ti,non vada anco in eftrema rouina,per l'ingordo appe tito d'alcuni Auocati,de'Capirani,e decapi di guardia co'loro officiali , fono ftati crea ci tre huomini , iquali fon chiamati Sindici, Quefti fon lòpraftanti all'ingor- de^ auide fpeie fatte oltra il douere , ne gli atti delle cofeoiudiciarie , & contra l'intentionc di queft© beni- gniflimo Stato, Accettano le querele, & fatta la fenté tia,'òn eenfurati d9. gli Auogadori,perciocheefn o lau dano,o tagliano le fententie de i Sìndici. Quefti entra no in luogo de i Giudici ordinarii,quandoicn cacciati dalle pane litiganti.
Sopracaftaldi. Fatte le fententie bifogna eseguirle. Quefti adunque fono i Giudici d'eflecutione. Efti uea dono i beni per fententia intromeffi,& afcoltano le dif ferentie;ch auengono fopra rintromiflìonij'effecutio BÌ,concraditiom,& cole altre firn ili a quefte.La matti- ua fono a fan Marco. Hanno anco luogo a Rialto . Fu- ron creati l'anno 1 4 7 1 .
Superiori, E perche nell'efleCutioni delle fenrentie puònafeer errore, fu ordinato , che'l Principe udiife rappellationi dell' elfcciuioni fatte da i Sopracaftaldi. Ma perche la pedona del Principe dotiea attendere a cole maggiori , furono ordinati} Superiori , iquali ha- uelfero a cenfurar gli atti de'Sopracaftaldi . E perche anco i Superiori poifono qualche uolta errare nelle loro deliberationijfù parimente ordinato, che da gli at ti di quefti fi potelfc prouocarea i Signori Auogadori. Furon creati Tanno 148?,
Auditori Vecchi Rade uolce; o non mai fi conten- ta colui ch'è perdente ingiudicio , delia- fententia del primo Giudice. Da quefto è nato , per fatisfattion dei
F 4 liti-
88 LIBRO
litiganti , che le fententie da i primarii Giudici uanno in appellatione.Fu adunque a quello eletto inftitui- to,che i tre Auditori vecchi udilìero Tappellationi del le caufe della Città delle Corti di S. Marco, & di Rial- to: pcrcioche i Con foli, &iSopracófoli fon chiamate Corti.Rimettono le caule , oueramente l'intrometto- no in Quarantia Cinil uecchia.Comandanoa requifi- tion della parte,eiren do giù Ih caufa,al Giudice prima- rio , che metta la Tua opinione in fcrittura . A fcoltano tutte le fententie per itridorc,& per binam. Hanno co gnitionedei teftimoni,&fefi debbono ammettere o nò .Non poflbno ammettere iteftimoni non allegati nel primo giudicio auàri la prolation della fententia. Non pofTono intrometter le fententie,ouer le ratifica tion di quelle emanate ex compromiflb de iure , & de facto, fé gli arbitri , o la maggior parte di loro non di- ranno auanti la ratificatone hauer prefo errore . Et gè neralmente le caule de i compromeilì afpcttano a que ito officio, eccettuando la fubornatione, & il fai Co : per ciocheallhorafi deuolueagli Auogadoridi Comma ne . Nel fufpendere le fententie, fi cita la parte,nelle caufe de maiori , ouero s'intromettono , o fi leua la fu fpenfione, in quelle di minori, ouer fi tagliano,o fi lau dano. Se la fententia ch'èinappellatione è fatta in abfentia,gli Au ditori Tafcoltano , & ui fi può chiamar fcritture , & atti non chiamati nel primo giuditio . Ma le la fententia è fatta prefente le parti in contradit torio,non afcoltanofe non quel che è chiamato in le» tentia.Finalmcnte fon.Giudici d'appellatione in mol- te caufe di dentro nella Città. Si dice che furon creati Tanno 1340.
Auditori Noui. Quefti furono ordinati fotto il Principato dello Steno, Tanno 1410 . & hebbero a principio cognition delle cole criminali,fi come fi ue- dc per una le2ge,chaflegna a gli Auogadori la lor aut toritàjleuancìoìa a quefti,nellc cofe del fangue.Et per «he la loro auttorità s'cftendcua in molte cole, fu prò
ueduto,
PRIMO. tf
tieduto,che nò fi potettero impedire nelle cofè de da* tii,de priuilegii , de fubditi , & de danari della Signo- ria Effi alcol tano le caule di fuori,che uengono in ap- pellatane. Quanto alla materia delle intromifsioni, non intromettono caufe le non afcoltano le parti in cótradittorio,o fé ueramente non è citata la parte la- timaméte. In una fententia oue fi a una parte mal fat- ta, & un'altra ben fatta , poflono intromotter la mal fatta,& leuar la fofpenfion della ben fatta . Vn folo de gli A uditori può intromettere a Configli . Et le caufe prima intromefle,o rimefsc,fono anco prima introdot te . Intromettono di atti d'un Giudice pedaneo fofti- tuto per un Podeftàin fuo luogo , ogni uolta però che nó8fofse Giudice ordinario,o ueraméte Vicario. Si pof fono rimuouere dalle loro intromifsioni felafentéza fofse fatta contra gli Statuti, o gli ordini de'luoghi, oue fofse nafeiuta quella tal fentenza ; in altro cafo non pofsono. Son tenuti a far rintromifsioni partico- larmente elprimendolacaufa d'efse intromifsioni , & non in generale. Intromettono le fententie arbitrarie in quella parte oue i Giudici hanno pre fo errore . Fra termine di tre mefi fono obligati intrometter,© rimet ter le caufe,ponédo le loro opinioni in fcritturajma (e bifognafse tor prone , e formar procefsi , fi come fuci- le auuenire,il tempo de tre mefi non corre fenoa dal dì che è formato il procefso , nel formrr del quale è lecito far di nuouo oblationi,capitoli , & cofe altre che fon necefsarie alla caufà;& neirefsaminatió de te- ftimoni,fi cita la parte a dar gl'in terrogatorii,& appref fo loro non deducta deducam.Pafsati i tre mefi fopra- detti non fi pofsó più impedir nella caufa,ma fon tenu ti a beneplacito della parte rimetterla al Configlio, & due di loro concordi pofson giudicar fé la cauta è ap- pellabile, o nò . Setutti tre d'accordo laudano una caufain fcrittura, quella tal caufa è fetta inappella» bile. Quando fimilmente tutti tre leuan la fofpenfio- *e,cotalfcntentia aon fi può più io (pendere, fino*
9o LIBRO
che non è tagliata per i Con figli-, ma fé fi lieua la fofpé fione in contumacia, fi Colpendo di nuouo. Et le lo: pé fioninon poifono eiìerfatte da loro per pili che per due ìv^} oltra iquali non vai fofpcnfione alcuna , le non è fatta con auttorità de'Configii, o Collegii,a quali fi diuoluonocotatiappcllatiom. Non hi pendo nolefcntentie fatte già uno anno, quantunque fi ri- trattino Fanno le foipenfioni per due meli , d'otto in otto giorni,citata la parte,e volendo palla r i due meli, citatala narte,& udita, ofpendono col Coniglio, pe- rò fecondo h. qualità de cafi . Quando naice e antro- uerfia tra officio, e officio, per ri (petto della giuriid:'»- tione,fi uà al D uni ni o, ma in quello mezzo gh Audi- tori fofpendono . Ai notar delfint; omini onifanuo ci tar le parti. Et le introminaoni non eiìendo fcritte, no fono di alcun valore. Son tenuti amtrometter le fea tentie non le potendo tagliare. In materia d'appella- tioni. A. col tano le a ppei lattoni delle fententie per alfentia,ma fé la lite nò è contentata, le rimettono per ufanzaa Rettori . A quelli (ì deuoluono le appella- tioni delle ententie di fuori in m iteria anco de beni di Ch efi,dt Mona iteri, di Spedali, & cofi. fatti altri luo» gfoi. Qualche uolta accettano lappellationi difentea ze fatte per giudici non nobili Venetian^comc quel- le del Vicario di Vicenz;^ & d' Vdene: & qualche uol- ta non accettano l'appellatione delle temenze fatte per gidd.ct nobili Venedanr, come quelle de Rettori delle camelie di Mirtmengo,di darò, di Romano, Se di fi fatti altri luoghi N m accettano appellationi di fententie cornatomi ilane, eccetto che in caio d'enor- me le Ione, o che l'aro» tro haueife fatto altrimenti di quel che era tenuto per il compromeifoJMè di lenté- tie volontarie, né di lentenze farte contra faldati , che h m io ttipendio,aercioche quefta materia s'appartie- nea Sani di terra ferma. Ne di tanfe di fpefe, le pera* uenturanon foTero indebita mente fitte. Ne d'atei iiueriocutoru con la eia ulula, fi quis fenierit Te graua-
tuoi»
P R I U O. fi
tiim, perche fi rifolue in vim fimplicis citationis . Né di cedule pegnoratiue , o di vera eflecutione , fé non folle indebitamente eccelli uà. Nericeuoao appella- tione diduefententieconformiieduefententie fatte in un medefimo officio per Giudici diuerfi di quel ofE ciò medefimo non fi chiamano conformi, ma Temen- ze conformi fon quelle , che fi contengono Tuoa con Tal tra in tutti i punti,& in tutti gli articoli, in quanti- tà^ in quaìità,cordemnando,o afloluédo, & che fon fucceflìuamen te fatte, non una per l'uno, l'altra per 1* altro , & la terza per quel medefimo, per ilqual fu fatta la prima,che fian fondate fopra le medefime cau fe,a che fian fatte da giudice competente . Dopò ch'i Rettori fon partiti di reggimenti, gli Auditori accet- tano Tappellatione de Triuifani vn mefe dapoi,de gli altri luoghi due mefi,da Mare Tempre. S'eccetuanoi priuilegiati, che fono gli ignoranti , che dal di che lo fanno corrono due mefi ài tempo. Le Chiese , Funi- uerfità, i luoghi pii, i pupilhje vedoue, imiferabili , a quali non corre mai prefcrittione d'appellarfi. Le lo- ro lettere d'appeilatione generalmente fofpendono FefTecutioni diffinitiue, fuora che fiTlTriuifano,a Sa- benico;& neluoghi d'Oriente . Nella patria del Friu li l'appella tioni n debono terminare fra quattro mefì, altrimenti data fideiufììone s'efieguiìcono.
Auditori NouirTì mi. Et perche i mclti negotij di fuori occupauanogli Auditori Noui,in tanto,che per cfpedir le cau fé de maiori,quelle de minori reftauano in dietro, ondei poueri patiuàno alfai , fu creato que- sto nouilTimo officio nel Dogato di M.Pietro Landò. Effi, fecondo la loro proportione,o<reruano affai cofe <ìi quelle che ofìeruanoi Noni , ma da 50. ducati in giù laudano o tagliano , ne intromettono altrimenti; perche le caufe de minori nonpaffano alle Quaran- tine. Da cinquanta ducati in sii le caufe fìdeuoluono agli Auditori Noui.
Sig. di Notte Ciuiii . Q^iefìi furpno creati nel
tempo
92 LIBRO
tempo di M.Pietro Landò Principe.Hanno cognrtrov ne d'alcune cofe che non fono tutte criminali, ne tut- te ciuili. Sono esecutori della Corte del Foreftier» nelle cofe de fitti di cafa. Hanno nelle fa briche dile- gname,quellaauttoritàchehàil Proprio ne gli labi- li di miouo. Giudicano in materia di truffa. Sono ese- cutori delle cartoline che fi leuano per conto di fpefe fatte in litigi.Sono effecu tori delle fententie ratte di fuori. Nel tempo delle ferie danno farfragii neceiTa- rii, mentre che gli altri orli cri ftanno ferrati.
Signori di notte Criminali. Nel principato di M. Marmo Morofìni furono ordinati due Signori di not- te,de'quali uno hauea podefrà di là da Rialto, l'altro di qua: ma nel tempo del Doge Zeno, che il tuttofa tra il 1 244. fino al 60. ne furono aggiunti quattro al- tri, onde fi fece la fommadifei. Quefti fono ordina- ti a cuftodir la Città da gli incendii , da gli homicidii, & dalle incurfioni, che fi fanno la notte . Hanno aut~ torità di far fangue,interuenendo la Quarantia , e tal uoltala Corte del Proprio. Son recognitori de ladri . Danno pena a chi ha più di una moglie; & alla mo- glie,che habbia più di un maritò . Son cognitori de i rapitori, e corruttori delle donzelle . Punifconoi ri- cettatori de ladri , e i compratori delle robe rubate, quando effi compratori lo fanno.Hannoaut torità fo- pra i Giudei quando s'impacciono con Chriftiane.To gliono la pena a Medici che non danno la denunua della cura di chi e ftato ferito.
Quarantia Vecchia. Nel principato del Fofcari, che fu l'anno 142/-. fi creòquefta Quarantia. Lecau- fc de gli Auditori Vecchi da loro intromeffe, s'agita- no in quello Configiio,cioè quelle eaule che fon del- la terra. Le gratie paiTano per quefta Quarantia. Sta no otto meli nella Vecchia , & hanno tre Capi , iqua- li danno il pendere,© ueramentc il Configlio al- le caule. Le caufe priuilegiate precedono all'altre: Priuilegiatc fono, tra padre , e figliuolo^ tra fratello,
e fra-
PRIMO. 9ì
efrateflo; tra madre, e figlia ;le patte ; caufe di pri. gioneri; di mercedi ; d'alimenti di pupilli 5 di Prodi ratori di San Marco. L'altre iì deputano , & danno- fi fecondo il numero alquale effe fon polle. Se per forte occorrefle che nel ballottar non fi lèrualTerogli ordini nei facramento , e nei refto , l'Auogador può ritrattar iltutco per parte del 1458 . Se le ballotte fuflero pari,cioè patta nella Vecchia, i Nouifottoen- trano. Coli ali'incontro,fei Noui fanno patta, i Vec- chi l'afeoltano . Può accader come anco € occorlo talvolta, ch'è lèguito patta nella Vecchia, & nella Nuoua Quavantiain unmedefimocafo . Si hi ordi- natole lafubfequente Noua giudichi.Ma le quefti parimente impattalTero, fi cauan quarata huomini dei corpo di tutto il Pregai, quali fanno giudicio. Si fole- nano incorporar nelle patte, la Vecchia, Scia Noua Quarantia; ma del 1 5 3 7. fu inftituito , come fi ha det to. Soleuano hauer le caufe quattro di , nel primo fi leggeuano le fcritture,gli altri tre fi difpenfauan nelle difputationi . Hoggi non fi hanno più che tre ; ma ne dui vltimi,cioè nel fecondo, e nel terzo Configlio £ di' puta,& fi leggono le fcritture . Occor'e che i Ca- pi furon fpulfi infieme con i Vicecapi , eflendo rimalo unfoloCapoiTAuogadore inquefto calo in luogo di tuttifedetteabanco, & mede ballotca,perche l'A- uogador non mette ballotte nelle Quarantie . Le cau fé hanno tre Configli fenza alcuna interpolinone d'ai tra caufa, eccettuandoli la Quarantia Noua .-perche in quella il Sabbato fi ponno interporre i Breuiarii. I Capi di Quarata no polfondare il Configlio a chi ad elfi parcfle,ma offeruano le leggi circa alla priorità, & i priuilegii,eccettuadole caule fafcali,le quali efll pof- fono infieme col Dominio,dare & difpenfar fecódo la lor uolontà. Le caufe , fenza la efpedition delle quali le fabriche no fi pofifon continouare,fono apprefe nel numero delle prìuilegiate.fimilméte le caufe della fra terna della Carità. Fu ultimaméte nelTIlluftrif. Cófi
94 L I B> R O
g!io di X. prcfo , che l' Auogadore poifa fenza contra, ditione alcuna hauere il Configlio nelb Quarantia Vecchia. & Nuoua. Danno due caufe il mefe a gli huo mini del Regno di Cirri, che fi truouano elfer'in ap- pellaricne a Veneria. Efcono, & C\ cacciano fuori quel li del Configlio,a quali afpettalfe la canfa, & tutu co- loro che fon della prole, & propinqui , come germani, confanguinei,ne:>oti figliuoli di fratelli, e forelle, foce ri, Se generi,& barbi , fratelli del padre, della madre, & cognati. patrigni, & figlialtri , debitori, o creditori del le ->a:ti. Gliabfemi per f urto, homicidio, o altro ma- leficio,non fono vd:ti , fé non per cinque Configlieri, 25. Quaranta, e due parti del maggior Configlio . Le gratie rna volta lette in Quarantia, deuono auati che quel Configlio compifca,en*er finite. Le gratie,chelbn miite di candennation corporale, & pecuniarie, fi fpc- difcono con cinque Conliglieri, due capi di 40. ciy. della Quarantia, e perla pafte maggior del Cófiglio. Ipouenalpeuere,ei Senfali infontico, fonoapproba ti perla Quarantia. Niuno può pregar la Quarantia né in Tua, ne in caufa d'altri. I Capi poiTonoeiler pre gari per hauer il Configlio . NeiTun della Quarantia, letta la parte, contradice alla intromirfion de gli Au- ditori,le non fi chiamano etti Auditori, & le parti . Le caufe deputate al Collegio di X. Sauii di Rialto iìde- uoluonoalla Quarantia , cioè ne fono fpedite due al mele,Scqueite fi propongono da i Capi di Quaranta a tutte le altre czuCc. Non fi da il Configlio ad alcuna catfa nella qual fia intereiìe del Dominio, fé non fi ci- tano gli Allocati Fifcali . Qjeiti fufpendono le caule che fono appellate. Vanno l'opra il luogo quando e difficolta di conhni, e ftabili, quando 1 giudici prima- rii furono lui luogo, & dilTero nella fentenza: Vifo lo codiiterentie.
Quarantia Noua . Fu creata Tanno 14*2 . per la legge Pifana, con quelle folennità che e ihta ordina- tala Vecchia. Quella afcoiule caule intromeiìe per
gtt
P R I M O. $f
gli Auditori Noni. Lena i Breuiarii in teftamento. Di vna caufa ai mefe a quei del Regno di Cipri, e di Can- did Come la Vecchia entra nelluogo della Crimina- Ìe,i Nouifuccedono in luogo dei Vecchi, e la Noua fi crea. Nellelettion de i Quaranta fi creano i z. Capi, tre per muta; e ogni muta dura due mefi : la feconda muta enrra i fecondi due meli, la terza mnta i terzi due meli :& la quarta mutai quarti due mefi . Di mo- do che la Quarantia dura otto mefi per una. I Vice- capi fono otto,due per muta: i primi per la prima mu ta de i Capì, e fucceiliuamente fino alla quarta muta. Vi fono oltra quello i Capi imboffolati, che fon quat- tro,^ cafo ch'un de Capi mancaffe entra vn di quelli in fuo luogo. Et i Vicecapi imboflolati, che parimen- te fon quattro. Come s'adunano , il Notaro li fenuc lun dietro all'altro per ordine , per fino alla lòmmi cheeiTi faranno: perche non fem pie s'adunati tutti Quaranta.Etdifotto un de: Capi di Quaranta chiu- de il numero,lbttotcriuendo: Bernardo de i Pnuli Ca pò di Quaranta. Quei che non uengcno fono appun tati,& non hanno il lalario. Sotto slla nota fi feri uè. Primo Conf. Caufa Verona? DBelrrandi Stella, cum D.Ioanne deCaprino,introduc~ta dùcete . Et il primo Configlio non fi difputa, né legge, ma prò forma bal- lottano, & fi fegna la ballottatone. Nei fecondo Con figlio f\ nota: Secundo Confil. Caufa con traicriptain- troducente D.Michaele Marino Docì.&retpondente D.PhilippoPincio.Et non fi e fpedendo la cai' fa, per- che le non fi ncere fono ilare in maggior numero, lo fcriuono di fotto replicando il numero: Et quello nu- mero replica tona fce.perche fi ballotta due volte, Tu na dietro all'altra. Nel terzo Configlio, & ultimo , ft fcriue: Tertio Gonfi!. Caufa vltra fcripta introducete D.Ioannede Vmcentibus, & Refpond.D. Ludouico Vfper.Duplicante D.Toannea Soie Do& . & refpoo- dente O.Aleifandro Bafadonna , Se qreilo perche nel terzo Conf. lì fanno due,& più renghe per parte . N«
fi può
o£ LIBRO
fi può più oltra parlarli termine limitato per la mez- zaruola,fenza la lettura delle fcritture , & ballottato fi fóttoferiue
Quod incidatur. 1 1
Quod fit bona z$
Nonfincere. 3
Et quell'ordine fopradetto s'oflerua mede/imamente nella Quarantia Vecchia. Il deputar delle caufe a i nu- meri procede peruia di ballottationi .Eri Capi di Quaranta fotto debito di facramento fon tenuti a de- putarle per gli otto mefì, che cilì ftanno, cominciando dal le prime iotromefle. EtilNotaro fermala depu- tatone fopra un foglio , con il giorno, & il milefimo, è tenuto portarla a capi di X. A far la deputatione s'adunano tutte quattro le mute de Capi , che fono a tre per muta 1 1. Capi. Et fé per cafo occorrefle che tutti dodeci non potelfero deputare , entrano in quei luogo i Capi imboflolati,& i Vicecapi. Et le caufe così deputate fi danno fecondo l'ordine del numero, (e no s'interrompe per cómiflìone de i Capi di X. come aué ne quando l'Ambafciatore dello Imperatore richiefe con grand'inftàtia al Collegio , che hceiXc dare il Cóli glio a M. Aloifio Mafippo nella caufa ch'elfo hauea co M.Maffio Bernardor& come quando fi dette al Farne- fe Arciuefcouo di Napoli, & nipote della Santità di N.S. a requifition del Legato.Quado talhora le part i s'accordano, fi lauda informa Confilij,fe piace alla parte, & la Quarantia prò forma ballotta . Talhora la parte nò compare wtè al fecondo , né al terzo Cófiglio &afpettatoperfpatio di mezza hora, la Quarantia lauda la fententia . Oltra quello s'intende il Cófiglio effer in ordine, ogni uolta che ui è un Capo ordinario, & un Vicecapo. I Vicecapi afcoltano le parti che pre- tendono hauer il Confìglio prima d'un'altr o,& che da i Capi fia transferito all'altro Configlio. Dannofi del- ie caufe più uecchie dopò lepriuilegiatetre al Mefe. Collegio di XX. Quelli erano prima in Conf.di
XXX.
P *R I M O. -9T
XXX. poi di XXV & in fine fono ridotti a XX.Giudi canoda3©o.dac-tiingiù diffinitiue.ofTernano gli or- dini medefimidel e Quanntie, eccettuando che nel dar i Configli diuidonoiMefi, perche duoi Meli di- ftribuifcono alle caufe di fuori, & duoi Mefi a quelle di dentro. In cafo di patta, le caufe di fuori uanno alla Quarantia Nuoua,quelle di dentro alla Vecchia.
Quarantia Criminale. Ha giudicato caufe Ciuili auantilacreation delle due Vecchia, & Noua. Noni! ha memoria dv-liuo principio. Ha iCa;>i medefimi in otto mefi, che furono nella Vecchia,& nella Noua.Ma di più uanno nefriti di Paonazzo per honorificéza , & uanno in Collegio , & in lor luogo fiedono alla Qua- rantia tre Confi dieri come Capi . Il Principe fedeua in quefto Configlio! ma aggrauato da molti altri ne°o eiifotto il Dogato di Meifer Marco Cornaro,fù mfti- tuito , che duoi , o tre de i Consiglieri fu fiero in luogo del Doge. Giudicano le caufe Criminali, cofi le inte- gre,come le prouocate alla lor cenfura. gli Auogadori le intromettono come in fuo proprio Configlio, & le agitano , & difendono la giuftitia fauellando contra i rei , a i quali rifpondono gli Auocati de i Prigioneri , oueramente gli eftraordinarii . I Sindici iìmilmente, cioè i recagnitori de iregg^méti di Mire, agitano i col peuoli in quello Configlio, come Auogadori. Talho-* chi ha prouocaco agita,o perle fte/fo, o per mezzo de gli Auocati. Parjafi con tempo limitatola di quattro mezzaruoleNon fi dà il Configlio riftretto:Ma T A uo gador pirla quanti digli pare : &l'Auocato aU'incon- tro rifponde quanto gli piace . S'aduna la mattina , & fpefio danno i poftprandii,
Sig. Ali3 Acque.Son propofti alle cofe delle lagune, $i dell'acque . Comandano che i C~ iaìi fi cauino . A quelti obed feono i legni , che occupano neìh cit tà il Canal principale.
Sig. Alle Biaue . Percjie ogni bene inftituta Repub- blica proued.; al aiuti, abbondante della Città, &
G fperisi-
$S LIBRO.
fpetialmente de i formcnti: fi crearono i Signori alle Biauel'anno 15 47. i quali hanno la cura del tormento delle macine, & prouedono alla Città, in ogni tempo Pipane; e fono di molta auttorità in quel maneggio.
Sig. Alla Sanità. Cuftcdifcono la Citta da tutte le cofe che poteflero offendere,© per malattia , come del morbo, o perimmonditie della Città, o per co- fe giiafte,che fi uendeflero ,cosi perterra.comc per ac qua. A quefto omeio togliono la licenza i Circulatori éci Medici Aqueftoèicritto il numero delle mere- trici. Et finalméte prouedono alla fanità della Terra; Et hàno afiblutapoteftà nella uita in tépo di morbo.
Doana da Mare. Queiti furono ordinat; negli an- ni de Meller Tomafo Mocenigo Do^e.veggono tutto quello che le Galee publiche,& le Nani altrui porta- no di mercantia. Nelafciano , che fi caui di Doana co- la alcuna,fe prima non fi pagano i Datii ordinati.
A RIALTO.
I Magiftrati , & gii officii a Rialto fon molti , cV di- merfi, ma non meno utili al publico di quei che fono 9. San Marco. Et percioche alcuni fanno giudicio , St alcuni appartengono alle cofe del Dominio; diremo prima di quelli, & dopò di quefti.
Cinque della Pace. Qv cfti Signori hebbero il fttò principio nel Dogato di M Iacomo Tiepolo.Son Giù dici di tutti coloro eh? fi dano,o pugni, o ferite, o che iì dicono uillania,o ch'in altra maniera Ci fanno ingiur ria: Et però eftinguendo l'inimicitie , & introducendo le paci,fon detti i Signori della Pace.
Iuftitia Vecchia. Furono ordinati dal Principe M. Sebaftiano Ziani. Afcoltano le controuerfie di coloro che pretendono in qualunque modo mercedi. Puni- feono i falfatori di ftaiere,di bilancieri paffi, & di fimi li altre cofe. Metteno il prezzo alle trutte , & all'altre cofe a queiìc finiili. Si fcriuono iu quefto officio i gar- zoni
PRIMO. 99
ioniche per falario s'acconciano coni Maeftri . Già hebbero cognicione fopra le lane, ma moltiplicati i ne gotii,fù dato quel carico all'officio fopra la lana. Tut- te l'arti fon fottopofte a quello officio. Da quelli i hot teghieri fi fanno confermar i lorfegni,& quelli ricono (cono per fuperiori. Hanno appellatione a i Cathaue- rij&a^li Auditori Vecchi,fecondo le caufe.
Confoli de'Mercatanti. Tutte le materie di mercan tia,oue accade compra, & uendita fon fottopoftea quefto officio. Procedono fommariamente , &per uia d'ellenfìone. Quello officio , e quel de i Sopraconfoli fono computati tra le Corti, di maniera ,'. che confci efficii da S.Marco,le Corti fono otto.
Sopraconfoli. Quelli conofcono i fallimenti dei mercatante cofe dei pegni. Danno la fida ai debito ri, cioè la fìcurezza di non eifer meffi in prigione. Stri- dano i fuggitiui, & ucndono i lor beni , co'quali paga- no i creditori,& olferuano quell'ordine . Elfendo ue- auto notitia a noi Sopraconfoli come Giuliano da Ilo. ma e per molti debiti fuggito,facciamo la fottofcritta proclama, iufta la forma delle leggi,e quello per effe* certi,che'i detto s'hà affentato . Di comandamento di Mag.Signori Sopraconfoli. Cum fìt , chc'l fia venuto a notitia nell'officio nollre qualméte Giuliano da Ro-> ma e fallito, & allentato dalle piazze, a graùiis. danno deTuoi creditori , però li predetti i Signori, e p debito de| fuo officio, fanno il predetto proclama, iufta la for aia delle leggi dell'officio loro} ch'in termine di gior* ni otto, Giuliano debba perfonalmente comparire ai le piazze, Se prefentar i fuoi libri,e beni nell'officio lo- ro,aliter caderà alle pene,&c, Paflato quello termine, &nócomparédoalcuno,(ifa proclama,che tutti quei che pretendono elfer creditori di Giuliano uenghmo all'officio per far capi di creditori. Si comanda poi Gii* lianocon la polizza a cafa. Et s'eleggono i capi trai credditon,iqnali hano auttorità di comparerein Giù iiCÌo,difenderc,i*ecuperare,intromettere,e fequeftrar Q 2, ibeni
too LIBRO.
ibeni di Giuliano lor debitore. Quado qualch'nuoff fugge, i beni che erano deportati appreifo luì , fono istituiti da quefti Signori a co' ni che proua che quei beni fono fisoi I fuggitila non fi poHono accordare, fé oltre 1 duoi terzi de i creditori non s 'accorderano,fot- tof enuendo i patti tra loro. Fidano i debitori per qnat tra mefi,& una uolta folajma <e pareffe loro, che fi do uelfino affidar per più temr>o,fi uàallaQuarantia , la- qvial determina come a lei pare : & i Sopraconfoli fon tenuti a notificarlo ai creditori, accioche pofìi- \ no com parere in Quarantiaa contradire , fé alerò cofi parefie . I fugg :iui fon tenuti a prefentar a queft'officio tutte le loro fcritture, & tutti i beni integralmente : & fi atfìeurano per un mele, fra il termine delquale fi pofìono effi accordar coni cre- ditori: ma non potendo, i Sopraconfoli fanno effi l'accordo . Et fé il f-g^itiuo non prefenta fra cin- que giorni dopò la tua fugai beni, incorre in pena. Et elìendo accordato , fé il debitor fuggirà un'al- tra uolta innanzi ch'egli cominci a pagare, non può cifer affidato da'Signori , ma bifogna andar al ie <3^a- rantie . F iggitiui fi dicono coloro, iquali dal di ch'ef- d prendono la fida , add^mando a i creditori più term.ne di due anni, pei pagare iler debiti. Que* fti Signori fanno portar le rate all'officio loro di tem- poin tépo. Et fel creditore uolefie cancellar qualche debito al fuo debitore, quelti Signori lo fjnno. Siftri- da alla cafa del debitore , & fé fra termine d'un me. fé non comparifee il debitore , fi ha per fallito, o frg- gitiuo , & immediate s'intende cifer fottop- ft o all'of fìciodei Sooraconlbli;&i beni , che fi trouano, ec- cettuando le doti , i fitti delle caie , & i danari del Do- minio , fi diuidono egualmente tra 1 creditori . Quc fti parimente polfono affidar di giorno in giorno, &dimefein mefe, infino allo fpat io di quattro me- li , fi come a loro pare . Le fide non fi danno ie non per feimefì, dopò pollati dal di del debito fatto ,i
quali.
P K i M O. u tei
Eguali parlati non fi affidano le non per quindici giof ni , da indi in la biiogna che ui fiano tutti quattro i So praconibli , acquali i debitori debbono inoltrare di ha uer patito naufragio, incendio , o f :rto j & alihora Co no affidati per dui anni in tre paglie, ce n piezarie di paga , in paga , che piaccia alla maggior parte de ere- ditori , i quali paifati lenza pagare , non può più colui tór la fida per quel conto. Et i credi-ori non fottogiacciono né a fida , né ad accordo alcuno, fé non fono nominatamente deferitt: nell'officio de i Sopracortfoli , nel libro a ciò deputato , notato conia quantità del danaro , accioche ogniuno lap- piate fue ragioni , per poter contradire all'accordo, fé coli parerle loro.
Soprale Pompe. Hanno grandiffima auttorità , & fon propoft: ilìc Pomp? , erteli fanno nella città -, del mangiare* e del ueftire , accioche gli huomini uiuino nell'una cola, e nell'altra regolatamente , a conferita- tion della lor facok a. Hanno umilmente auttorità fo pra le meretrici pur in qaeìb materia.
Alla Farina* Queftì fon pota foprale cofe del Fon* tico della farina a Rialto , e a $. Marco . Conofco io tutte queFe d:fficoltà , che nafeono per conto di det- to Fontico. Eiiìialuano le chiaui ài quel luogo ap- preso loro. Et hanno cura che nel uendere la farina non fi ufi fraude nella miiiira, che non fi uendi marcia guafta,e corrotta.
Gouernatori dell'entrate. Honorato officio & gra- ne. Rifcuotono i danari dell'entrate di quello Domi «io. Affittano le dette entrate , che fono i datii . Ri- fcuotono fimilmente le tanfe , eie decime, caftigano gli officiali, che attendono a datii, e che fanno ma- le operationi.Nel uender 1 beni de lor debitori fanno far le irride.
Sopradatii. Hebbe qucfto officio il fuo principio nel Dogato diAl.Franceco Fofcan.Ritrouanoi deb*, tori di tutti datii Haiti, & fanno l'eftation? coti ; eru.-
io2 LIBRO
no libertà ne Datij correnti fopra Je bollette, rieono- feendo fé fon giufte,o nò,eofi d'entrata,eome d'ufcita: & hanno auttorità di puuire.
Giuftitia Nona . Sotto il Principe M. Rinier Zeno, s'ordinò quello oflìcio, l'anno izói. E ili hanno la cu- ra fopra le hoftarie, & le furattole, & procurano che i vini non fieno adulrerati,&guafti.Riicuotono ildatio del vino a fpina,& hanno auttorità di punire : e fon fo- pra i magazzini.
Sette Sauii. A queiìo officio s'appellano gli atti del JaGiuftia Noua.Fanprouifionefoprai Magazzini , e X egojan l'officio della Noua . E t fon fopra coloro che tengono Forefticn in cafa,affittando camerc,perche fi toglie la licenza da loro.
Signori al Sale. Qu ella entrata che fi caua del Sale è molto viuaatutri 1 Principi , & benché quella Città fìa circondata dal Mare, nondimeno non è lecito far il Sale in ogni luogo , percioche fi fa a Chioggia , & in altri luoghi rimoti, oue fono ordinate le Saline publi- ce.Il Sale fi uédea San Marco,& a Rialto. I Signori di quello officio affittano i datii del Sale,cofi della noftra Crtti,come anco di tutte l'altre che obedifeuno a que ila Città. Hanno cognitionc in tutte le materie, che appartengono al Sale.
Signori fopra i Conti. Hanno auttorità di rifeuoter tutti i debitori di qualunque forte, che fi truouano della Signoria : & in quelle materie accettano de- nuntie , anchora che fiano criminali ; & hanno auttorità di condurre i cafi in Quaiantia Criminale. Hanno auttorità fopra le galee lottili , eie grolle, & fopra le balellrie cosi delle galee , come del- le naui.
Proucditori de Commune . Furono ordinati nel Principato di M. Pietro Gradenico . Hanno cura che le naui fi facciano grandi fecondo la loro propor- tione,J&fattc,che non fi carichino oìtramifura . Pro- BC£gono alle vie publiche, percioche eia le fanno
faleg-
fr R I M O. roj
[aleggiare , rifanno i ponti per ìa Città . Son fopr*- ftantiatutte l'arti della terra, a tutte le Scuole , o Fraterne picciole, percioehe delle grandi ne fono fo- praftanti i Signori Dieci . Similmente fon fopraftantia i traghetti. Punifcono i delinquenti nell'arti . Ricono* feono i priuilegii della cittadinanza. Mettono il prex* zó a libri.
Sopra le Camere . Quefti Signori fon fopra le coffe delle Camere di fuori di quello eccellentiflìmo Domi nio:c fanno l'cfation del danaro.Et camere fono le Ca marlengarie delle citta fudditc , le quali rifeuotono il danaro publico di quelle tali città,&lo mandano a C* marlenghi in quella terra.
Diece Òfficii . Fanno TefìTation del danaro de'datii non